Luganese

Lugano, vaccinazioni: ‘La Città non ha minacciato’

Il Consiglio di Stato risponde a un'interpellanza dell'Mps, critico nei confronti del Cda di Lugano Istituti Sociali per l'invito al personale a vaccinarsi

Lorenzo Quadri, municipale leghista e capodicastero Socialità di Lugano (Ti-Press)
5 aprile 2021
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Non una minaccia, ma una “forma di sensibilizzazione che riteniamo adeguata”. Si chiude così la polemica scoppiata a febbraio tra Lorenzo Quadri e il Movimento per il socialismo (Mps). In un'interpellanza rivolta al Consiglio di Stato (Cds), il partito aveva accusato infatti il capodicastero Socialità di aver appunto minacciato il personale curante di Lugano Istituti Sociali (Lis) a vaccinarsi. Presunte minacce rivolte tramite una lettera firmata dal Consiglio d'amministrazione di Lis e consegnata ai dipendenti. Lettera, dove si invitava caldamente il personale a vaccinarsi contro il Covid-19, invocando “possibili conseguenze e responsabilità di tipo giuridico nel caso di nuovi focolai all’interno delle nostre strutture che inevitabilmente sono generati in prima linea da professionisti”.

Condiviso l'invito a vaccinarsi

Già il municipale leghista aveva a suo tempo risposto. Ora il governo, che – oltre a sottolineare che la lettera in questione non necessitava di un visto da parte delle autorità sanitarie cantonali – precisa che non si tratta di una minaccia, ma di “una forma di sensibilizzazione che riteniamo adeguata, circostanziata e misurata. Esprime un invito e una forte raccomandazione alla vaccinazione, ma non un obbligo. L'evidenza scientifica dell'utilità della vaccinazione del personale a tutela dei residenti delle case anziani è dimostrata dalla stessa strategia federale”. Il Cds, inoltre, aggiunge di condividere l'invito del Lis e le modalità utilizzate.

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