Luganese

Melide verso il referendum: consegnate 256 firme

Contro la riqualifica del nucleo così come decisa dal Consiglio comunale. Voto a ridosso delle elezioni?

Ti-press/Crinari
28 ottobre 2020
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I promotori del referendum contro la riqualifica del nucleo, un messaggio da 6,9 milioni di franchi approvato dal Consiglio comunale lo scorso 14 settembre, stamattina hanno consegnato alla cancelleria comunale 256 firme a sostegno della loro istanza. Dal momento che il 'quorum' a Melide è fissato a quota 143, molto probabilmente il numero di firme valide è stato raggiunto, anche se nelle prossime settimane verranno svolte le verifiche del caso. Melide si appresta dunque a tornare alle urne per un referendum, dopo quello contro la pianificazione della zona circostante la piazza sette anni fa. Come allora, sono due importanti esponenti del Plr mettere sul piazzo l'opposizione alle scelte fatte per la riqualifica del nucleo. Dalla pavimentazione, all'illuminazione, alla mancata svolta verso un sistema di teleriscaldamento ecologico.

Vecchie conoscenze

Primi firmatari del referendum sono infatti l'ex sindaco Aldo Albisetti e l'ex granconsigliere Abbondio Adobati. Quest'ultimo ha spiegato i motivi di questo referendum. "Il Messaggio municipale indica quale vettore per il riscaldamento del Nucleo il gas metano, alla cui cosa i referendisti si oppongono, chiedendo che si parta subito con la rete di teleriscaldamento, alimentando le termopompe domestiche con acqua del lago, secondo studi di fattibilità che il Municipio dispone da tempo e che purtroppo non ne ha tenuto conto quando si è trattato di pianificare il rifacimento delle canalizzazioni dentro e fuori il Nucleo centrale. Utilizzando acqua del lago che è a bassa temperatura, il sistema serve anche per raffreddare d’estate gli ambienti domestici". I tubi che potrebbero fungere da condotta sono già previsti e finanziati da un secondo messaggio pure già approvato dal Consiglio comunale, ma secondo i referendisti questa opera sarebbe inutile se non si realizzasse subito la stazione di pompaggio. Sistema di teleriscaldamento che, giusto ricordare, una perizia aveva dichiarato fattibile, ma con una spesa di 4 milioni supplementari e solo per una parte del nucleo. I referendisti ritengono però che sia possibile abbassare il costo della riqualifica, "a non più di 5 milioni". Inoltre, per quanto riguarda il costo del teleriscaldamento, la proposta è quella "di invitare due aziende del ramo a presentare, ancor prima del voto sul referendum, offerte esecutive complete di preventivo per la realizzazione della rete di acqua industriale a scopo termico compresa la stazione di pompaggio a lago e con l’indicazione del costo di allacciamento per i proprietari". Tra l'altro i referendisti hanno contestato alcuni elementi estetici ma essenziali del progetto, come la pavimentazione in pietra, l'illuminazione a led, ma anche i contributi di miglioria a loro dire eccessivi a carico dei proprietari degli immobili interessati.

Il sindaco è diplomatico

Contro quelle che sono state definire le 'mezze verità', ma pure delle inesattezze, dei referendisti sono insorti alcuni cittadini di Melide, che verosimilmente daranno vita a un citato favorevole a quest'opera: dal costo esoso richiesto ai privati (in media circa 5mila franchi a testa) a quello, invece, ben più importante a carico della collettività nel caso passasse il referendum, un importo che toccherebbe i 10 milioni di franchi nel complesso. Da noi raggiunto, il sindaco Angelo Gianinazzi risponde in modo molto diplomatico: "Prendiamo atto rallegrandoci che inizi un dialogo con la popolazione,. Il Municipio ha ricevuto una pressione per anni a favore di questa opera. Il referendum è peraltro è una sana espressione democratica. Come Municipio non vogliamo entrare nel merito, non ci compete e non è nelle nostre corde, toccherà se del caso a un comitato di favorevoli al progetto". 

Considerando i tempi previsti dalla legge, è possibile che il voto popolare su questo referendum possa in qualche modo sovrapporsi a quello per  elezioni comunali. A termini di legge, il voto deve essere indetto entro 5 mesi dalla decisione municipale sulla ricevibilità  del referendum. Fatti due conti, si rischia di arrivare a ridosso delle elezioni comunali convocate per il 18 aprile 2021. Covid permettendo: la pandemia ha già provocato il rinvio delle comunali l'aprile di quest'anno.

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