Luganese

Il tram-treno, l’aeroporto il ‘nodo’ di Cavezzolo

Aspettando lo studio commissionato dal Cantone, ulteriori riflessioni sul progetto e le sue conseguenza

Il progetto (sopra) e oggi (sotto)
19 settembre 2020
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Ha fatto parecchio discutere l'opposizione presentata, assieme a 2'000 firme, da tre associazioni di carattere territoriale-ambientalistico ai piani del progetto di tram-treno, determinate se necessario ad andare fino al Tribunale federale per far valere le loro ragioni. Una opposizione la loro (ne sono  pendenti un'altra trentina di ditte e privati) legata in particolare al non mantenimento della attuale linea 'di collina' della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa, vale a dire il tratto che oggi da Bioggio si inerpica fino a Muzzano, Sorengo e giunge alla stazione Ffs di Lugano. Qui la ferrovia, una volta realizzato il tunnel Lugano-Bioggio, sarebbe sostituita da autobus. Ampia eco ha avuto pure la successiva replica del consigliere di Stato Claudio Zali, titolare del Dipartimento del territorio, a sostegno del progetto così come maturato e sussidiato dalla Confederazione, spalleggiato in questo dai sindaci del Malcantone firmatari di un comunicato a sostegno del progetto.

Il ‘centro’ sbriciolato

Al netto di alcune questioni puntuali, legate per esempio a proprietà private, il nodo di fondo nella contrapposizione è ben localizzato e ha un nome: Cavezzolo. Sconosciuta ai più questa località, situata nei paraggi dell'aeroporto, dovrebbe diventare il centro direzionale amministrativo e commerciale del piano del Vedeggio. Ma anche il futuro nodo del tram-treno. In un contributo per il nostro giornale, i presidenti delle tre associazioni che hanno presentato opposizione - Bruno Storni dell'Associazione traffico e ambiente (Ata) della Svizzera italiana, Tiziano Fontana della Società ticinese per l'arte e la natura (Stan) e Carlo Lepori  dei Cittadini per il territorio del Luganese - ricordano che Il futuro 'centrale' di Cavezzolo era stato previsto dalla pianificazione intercomunale di Agno, Bioggio e Manno, elaborata dall'urbanista Fabio Giacomazzi. Soluzione ripresa integralmente dal piano di agglomerato Pal 2. "Ma il progetto Tram-treno,invece di favorire, rende difficile tale sviluppo pianificato perché l’area designata viene spezzettata in piccoli comparti e in quel groviglio di infrastrutture ferroviarie e stradali sarà difficile realizzare il polo urbanistico compatto e di qualità previsto dalle Autorità. L’inserimento della circonvallazione di Agno e Bioggio complicherà ulteriormente la situazione". Ma venendo alla questione prettamente ferroviaria, ecco la presunta incompatibilità tra il progetto proposto e il possibile mantenimento della linea di montagna, opzione che sarebbe dovuta rimanere aperta secondo una decisione del Gran Consiglio. È la principale contestazione degli opponenti. Le associazioni caldeggiano il mantenimento dei binari nella  posizione attuale, salvando la linea di collina e risparmiando sold. Tuttavia... "Questo schema corrisponde al progetto originario del Tram-treno, ma dieci anni fa il tracciato è stato spostato per permettere l’allungamento verso nord della pista dell’aeroporto. Ora che i sogni sono sfumati ed è subentrato un sano realismo, l’onerosissima modifica di tracciato non ha più ragione di essere attuata. L’alternativa proposta permetterebbe di ridurre l’impatto territoriale, di adeguarsi alle prescrizioni legali e di conseguire risparmi dell’ordine di decine di milioni di franchi. Oltre a ciò, offrirebbe tre linee invece di due e un notevole potenziale di trasporto passeggeri".

In attesa dello studio

A fronte di queste obiezioni, il ministro Zali e le autorità intervenute a favore del progetto hanno evidenziato il rischio di perdere i sussidi federali,  240 milioni di franchi già concessi ed il rischio spedire al futuro remoto questo importante progetto infrastrutturale. Peraltro, un studio sulla fattibilità di mantenere in collegamento ferroviario di collina è in svolgimento, e dovrebbe essere presentato quest'autunno.

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