Luganese

La Scuola Steiner si fa internazionale, ma aspetta il Decs

Ottenuta la certificazione di International Baccalaureate l'istituto superiore di Origlio è in attesa, fra finanze da consolidare, dell'autorizzazione cantonale

19 giugno 2020
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Manca un tassello, seppur fondamentale (ovvero l'autorizzazione cantonale), eppure la Scuola Rudolf Steiner di Origlio guarda già, con i suoi 210 iscritti in totale, al maggio 2022 quando gli studenti dell'ultimo anno potranno, o sarebbe meglio dire potrebbero, conseguire i primi diplomi di baccellierato internazionale (Ib). Un traguardo che, se sarà avallato dal Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), permetterà di proseguire il corso di studi in tutte le università del mondo. A distanza di un anno dalla richiesta l'istituto privato luganese ha, infatti, ottenuto lo scorso 20 maggio il rilascio dell’attestato Ib e dell’autorizzazione all’insegnamento Ib dall’anno scolastico 2020/21 dall’International Baccalaureate Organization. Il baccalaureato internazionale, conseguito alla fine di un corso di studio biennale equivalente agli ultimi due anni di scuola media superiore, è stato sviluppato nella metà degli anni Sessanta a Ginevra da un gruppo internazionale di educatori ed è oggi diffuso in più di 5'000 scuole su scala mondiale.

«Alla Steiner siamo molto soddisfatti – ci conferma l'ambito traguardo che in Ticino vantava solo la Scuola americana di Montagnola (Tasis) , la presidente del comitato Silvia Carloni – in quanto non solo era stato richiesto dalle stesse famiglie degli allievi che ne sentivano l'esigenza ma è un insegnamento in linea con la nostra proposta pedagogica, ovvero il metodo Waldorf». Pur essendo già pubblicizzata sul sito internet, la nuova offerta, come anticipato, deve passare ancora l'esame del Decs, soprattutto dopo le fresche normative decise lo scorso marzo dal Gran Consiglio, sulla scia della 'patata bollente' dell'Istituto Fogazzaro di Lugano. E se a Origlio regna ottimismo, alla Sezione cantonale dell'insegnamento medio superiore, si va con i piedi di piombo: «Non le posso dire ad oggi quando daremo una risposta, anche perché – fa sapere a 'laRegione' il caposezione Daniele Sartori – abbiamo dovuto richiedere alla scuola un complemento di documentazione e la stiamo visionando. La Steiner peraltro è l'unico istituto che ci ha fatto richiesta di una nuova autorizzazione, gli altri dossier che sono sul nostro tavolo riguardano rinnovi alla scadenza dei quattro anni richiesti per legge».

A incidere, in effetti, sulla valutazione del Decs pesa, e non poco, anche la situazione finanziaria. E la Rudolf Steiner negli ultimi anni non ha certo goduto di casse floride, pur essendo una scuola privata: «Privata e autofinanziata – risponde ai nostri interrogativi Silvia Carloni –. In particolare tre anni fa l'aspetto economico del nostro istituto non si poteva definire brillante. Da più di quarant'anni però la scelta della scuola è sempre stata quella di fissare rette che riescano semplicemente a coprire i costi e ciò, non lo si può negare, ha i suoi limiti, rispetto ad altre scuole dove le rette per la maggior parte delle famiglie sono proibitive... Alla Steiner peraltro abbiamo attivato anche un fondo sociale che viene in aiuto degli studenti che ne hanno necessità. Da due anni a questa parte però abbiamo attuato un investimento per la crescita con prestiti concessi soprattutto da privati, fra cui alcune famiglie vicine alla scuola. Ciò mi permette di parlare di una fase di pieno rilancio, confermato dall'importante investimento nell'Ib e da un solido piano di rientro».

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