Luganese

Presunte botte a un ambulante a Lugano, il Tf riapre il caso

L'inchiesta riguarda due agenti della Polizia comunale della Città, che nel 2015 avrebbero picchiato un venditore di rose pachistano

Si riapre il caso sui due agenti della Polizia comunale di Lugano (Archivio Ti-Press)
6 febbraio 2020
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Il Tribunale Federale riapre un caso di presunti maltrattamenti da parte di due agenti della Comunale di Lugano ai danni di un venditore ambulante di rose pachistano. Come anticipato dalla Rsi, l’uomo ha infatti ottenuto l’annullamento del decreto di abbandono stabilito dalla magistratura ticinese e confermato anche dalla prima istanza cantonale di ricorso.

L’episodio risalirebbe all’agosto del 2015 e sarebbe avvenuto alla stazione di Lugano. L'accusa partì dal Molino. Fermato e portato nel locale della stazione riservato alla polizia per perquisirlo, l’uomo sarebbe stato obbligato a spogliarsi, gli sarebbero stati confiscati i soldi (140 euro), per poi essere aggredito con schiaffi, pugni e calci. Versione contestata dai due agenti che sostengono di non essere in nessun modo coinvolti. Sequestro, abuso di autorità e lesioni, le ipotesi di reato. Nel 2018 il ministero pubblico emana infatti un decreto di abbandono, decisione confermata anche dalla Corte dei reclami penali (Crp). Dall’inchiesta non sarebbero emersi elementi di reati contestabili agli agenti. Ora questi verdetti vengono ribaltati dalla massima Corte svizzera. La palla torna nel campo della Crp.

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