Luganese

Linea collinare Flp, parte la petizione per salvarla

In attesa dello studio del Dt, i Comuni della Collina Sud e gruppi di interesse si mobilitano per evitare che venga smantellata a favore del Tram-Treno

Ti-Press
28 novembre 2019
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Non è vero che sarebbe un doppione. Ruota principalmente a questo aspetto la difesa della parte collinare - tra Bioggio e Lugano, via Muzzano e Sorengo - della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa (Flp). A volerla smantellare è il Dipartimento del territorio (Dt) nell’ambito del maxi-progetto Tram-Treno del Luganese. A sostituirla sarebbe una linea retta - comprendente una galleria sotto la collina di Breganzona - tra Bioggio e Lugano. «Ma sarebbe un errore» ammonisce il granconsigliere e presidente dell’Associazione traffico e ambiente (Ata) Bruno Storni. E per far capire al Dt che non si tratta solo di «uno strano capriccio», ma che «c’è un vero interesse - sottolinea il presidente dei Cittadini per il territorio del Luganese (Ctl), Carlo Lepori -, e per dimostrarlo lanciamo una petizione».

A mobilitarsi per la raccolta delle firme sono non solo Ata, Ctl e altre associazioni di interesse pubblico come la Società ticinese per l’arte e la natura (Stan). A sostenere la linea collinare della Flp sono anche i tre Comuni direttamente toccati dalla ferrovia: Collina d’Oro, Muzzano e Sorengo. L’obiettivo è farsi perlomeno ascoltare dal direttore del Dt, Claudio Zali. A giugno, ricordiamo, il Gran Consiglio ha votato a maggioranza un credito di oltre tre milioni di franchi per rivedere alcuni punti critici del progetto dipartimentale. Fra questi, è stato chiesto anche di presentare uno studio alternativo che contempli la fattibilità e i costi di mantenimento del tracciato esistente. «In questo progetto è venuto meno il coinvolgimento della popolazione - osserva Lepori -. Il risultato di questa mancata partecipazione sono state le quasi 130 opposizioni inoltrate». Parte di queste sono state poi effettivamente risolte. «Zali ha fatto un passo solo verso i ricorrenti più potenti, che tutelavano giustamente un proprio interesse privato e che hanno un grosso peso politico e finanziario - valuta sempre il presidente dei Ctl -. Gli altri sono stati trattati con disprezzo».

Mantenere la linea collinare renderebbe il sistema più stabile

E così - nell’attesa che il Dt ne presenti uno proprio, come chiesto dal parlamento -, stamattina all’Otaf di Sorengo è stato presentato un progetto alternativo salva-linea collinare. A realizzarlo, quattro professionisti del settore: l’ingegnere pianificatore della mobilità Marco Sailer, l’architetto Lorenzo Custer, l’ingegnere del genio civile Antonio Borra e il pianificatore Paul Romann. «Il nostro studio permetterebbe un sistema semplice, solido ed essenziale - secondo Sailer -, in quanto la linea collinare non è e non sarebbe un ramo secco».

Basandosi proprio su calcoli e cifre forniti del Dt, lo studio presentato oggi evidenzia infatti che circa la metà (52%) degli utenti del Tram-Treno saranno diretti alla Stazione Ffs di Lugano e l’altra metà (48%) in centro città. «Sono aspetti importanti da dire - sottolinea Sailer -, perché i progetti si fanno sulla base dell’utenza». E proprio per questo, avrebbe senso mantenere la linea collinare, ritenute complementari e utili a rendere il sistema più stabile. Contestato anche il presunto vantaggio in termini di tempo: «È vero con la galleria ci si mette solo tre minuti da Bioggio a Lugano (dieci invece con la vecchia linea Flp, ndr) - ammette Sailer -, ma bisogna considerare poi tutti i tempi di percorrenza a piedi dalla pianificata stazione sotterranea del Tram-Treno a quella Ffs». In definitiva, gli autori dello studio hanno pronisticato 13 minuti di percorrenza totali per chi usa la Flp collinare e vuole raggiungere i binari della stazione, contro gli 11/13 di chi userà il Tram-Treno.

Lo smantellamento costerebbe di più che il mantenimento

Gli oppositori sostengono inoltre che nel 2030, a progetto idealmente concluso, la Flp collineare potrà aumentare comunque i propri utenti dai 6’000 al giorno di oggi a 8’000. E ci sono poi gli aspetti finanziari: smantellarla costerebbe di più che mantenerla. In primis gli investimenti: 5,6 milioni per togliere binari e traversine contro 1,2 milioni per realizzare il sottopassaggio fra le Stazioni Ffs e Flp. E poi in termine di gestione corrente: 650’000 franchi annui per mantenere l’esercizio della linea (al netto degli introiti) contro gli 800’000 per realizzare una linea bus sostitutiva da Lugano ad Agno. «Che comunque non sarebbe paragonabile: il treno passa più frequentemente ed è più veloce», secondo Sailer. La linea inoltre, si ricorda, ha un notevole valore storico, simbolico, paesaggistico e turistico.

Durante la presentazione odierna si sono inoltre avanzate delle proposte per ulteriori migliorie al progetto. In primo luogo, rinunciare alla fermata in galleria vicino alla Stazione Ffs e preferire invece quella a Sant’Anna (opzione caldeggiata dal Municipio di Lugano). «Sarebbe una variante anche molto meno costosa, in quanto la fermata sotterranea costerebbe oltre trenta milioni di franchi» aggiunge l’ingegner Sailer. Per contro, prevalentemente per ragioni urbanistiche, si preferirebbe una solizione sotterranea in centro città. Infine, si domanda un’ulteriore correzione per l’interscambio di Cavezzolo a Bioggio, dove si uniranno le linee provenienti da Manno, Ponte Tresa e Lugano. «Chiediamo di non creare la stazione a forma di triangolo (nei pressi della Coop, ndr) ma di mantenere e migliorare la fermata a Molinazzo». Uno scenario che prevederebbe anche la costruzione della galleria più a sud: non nei pressi della Crespera, come stabilito dal Dt, ma vicino al tragitto attuale della Flp.

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