Luganese

Furti, l'Sos di Monteggio: 'Meno radar, più controlli!'

È la richiesta del Municipio al Consiglio di Stato. Al governo federale invece si torna a sollecitare il presidio dei valichi. Inviate due lettere

A inizio luglio la rapina al porta valori/Rescue Media
9 agosto 2019
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Furti nelle abitazioni, assalti ai bancomat e sequestro di un portavalori sono solo alcuni degli ultimi episodi che spingono il Municipio di Monteggio a “chiedere aiuto” alle autorità cantonali e federali per far fronte ai “recenti atti criminali e violenti verificati sul territorio”. Due le missive a firma del sindaco e presidente dell'Udc cantonale Piero Marchesi sono state indirizzate nei giorni scorsi una al Consiglio di Stato e l'altra al Consiglio federale, girate in copia “a tutti i Comuni del Malcantone con l'indicazione di voler sostenere le richieste”.

Meno radar, più controlli

Al governo cantonale Monteggio chiede “migliorare la presenza delle forze dell'ordine sul territorio, magari riducendo i controlli radar che sono molto presenti nella regione”. Meno controlli di velocità quindi ma “monitoraggio costante” del territorio.

“Pur avendo una rete di controlli puntuali – scrive il sindaco nelle lettere – non ci si può sentire tranquilli e la semplicità di attraversamento al confine provoca insicurezza”. Pertanto alle autorità federali sollecita il presidio 24 ore su 24 dei valichi di Ponte Cremenaga, Fornasette e Cassinone, “oppure che vengano presidiati durante il giorno e chiusi durante la notte”. E questo considerato il fatto che di notte “gli utenti di tali passaggi avrebbero in ogni caso facilità ad utilizzare il valico di Ponte Tresa, per il quale si rende comunque necessario un presidio 24 ore su 24”. 

'Per riparare la recinzione chiedere a Roma, bitte'

Al Consiglio federale il Municipio malcantonese fa inoltre presente di essersi rivolto all'Amministrazione federale delle dogane “al fine di chiedere il ripristino della recinzione lungo tutto il confine. Tale struttura – prosegue la lettera all'indirizzo di Berna – è vetusta ed in alcuni punti addirittura inesistente. La risposta informale è stata che la recinzione è di proprietà italiana e che avremmo dovuto indirizzare l'istanza direttamente a Roma”. 

 

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