Luganese

Arl, fanali puntati sul trasporto pubblico

In vista del 2021 e dell'aumento del 25% dell'offerta, l'azienda ridimensiona la quota di mobilità privata e dovrà assumere tre autisti

(Ti-Press)
5 luglio 2019
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Anche la seconda azienda di trasporti pubblici del distretto ha presentato la sua offerta al Cantone in vista del potenziamento che scatterà nel 2021. L’incremento previsto per le Autolinee regionali luganesi Sa (Arl) è attorno al 25%, pari a circa 200’000 chilometri in più all’anno. Pure l’organico sarà adattato e si prevede l’assunzione di tre autisti supplementari.

«Dal 2021 aumenteranno e valuteremo gli investimenti – spiega Gianmaria Frapolli, presidente del CdA di Arl Sa –. Per ora abbiamo calcolato che ci serviranno tre autisti in più (32 quelli che vuole assumere la Tpl Sa, cfr. ‘laRegione’ di lunedì 2 luglio) perché con la riorganizzazione interna implementata recentemente la nostra azienda punta maggiormente sul settore trasporto pubblico rispetto al privato, in cui eravamo molto presenti in passato. Perciò, abbiamo riconvertito alcune funzioni al trasporto pubblico e non c’è nemmeno bisogno di acquisire nuovi mezzi». Per le sinergie con la Tpl Sa, prosegue Frapolli, «abbiamo proposto di costruire assieme sul sedime della depurazione (Consorzio medio Cassarate). Ciò migliorerà l’efficienza e soprattutto eviterà i doppioni. Sinergie e pianificazione comune consentiranno di costruire gli immobili con un occhio rivolto al futuro che, con le nuove tecnologie, imporrà grossi cambiamenti anche nel settore del trasporto pubblico». Di che genere? «Dobbiamo immaginare che, ad esempio, la funzione e il ruolo dell’autista non sarà più lo stesso, in futuro dovrà essere più un controllore – risponde il presidente del CdA di Arl –. In Svizzera francese ci sono già bus senza nessuno alla guida. Magari succederà fra 15 anni… Intanto a Dubai la Emirates ha già organizzato il droni per il trasporto dei passeggeri (classe business) dall’aeroporto agli alberghi della città».

Come evitare gli sprechi

La morfologia del territorio è un altro fatto da considerare: potrebbe indurre a prefigurare altri tipi di trasporto pubblico. Non più i classici bus ma con mezzi più piccoli oppure, come detto, droni. «ll nostro sistema di mobilità pubblica subirà cambiamenti molto significativi, probabilmente non ci saranno solo bus in circolazione – continua Frapolli –. Si potrebbe ipotizzare l’uso di mezzi di dimensione ridotta come le auto o i taxi, per raggiungere i luoghi dislocati in periferia, come ad esempio in Val Colla, senza dover utilizzare un bus o un autopostale mezzo vuoto. È uno spreco. Il servizio pubblico deve garantire le tratte ma il flusso potrebbe essere gestito molto meglio con le nuove tecnologie e i futuri sviluppi legati alla guida autonoma, L’ottimizzazione nella mobilità dovrà tener conto di possibili riflessi positivi anche sull’impatto ambientale».
Quindi il cosiddetto sistema Buxi potrebbe rientrare in linea di conto? «È da valutare, forse per alcune destinazioni basterebbe un veicolo elettrico o un taxi su chiamata, perché più veicoli vuoti girano, meno siamo efficienti ed efficaci in termini climatici – risponde il presidente del CdA di Arl –. Le linee e gli orari richiesti sono da migliorare con altri e nuovi strumenti. Generano una serie di costi che peraltro sono a carico del contribuente: io sono il presidente del CdA ma prima di tutto sono un cittadino e se posso risparmiare su tasse da pagare inutilmente e destinare i soldi dove servono lo faccio volentieri. Non possiamo fare a meno di interrogarci su questi aspetti».

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