Luganese

Campione, 60 milioni 'regalati' alla Svizzera

La chiusura del Casinò dell'enclave, secondo l'ex portavoce della Rsu della struttura, Paolo Bertoluzzi, porta grossi benefici alle sale da gioco ticinesi

17 maggio 2019
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A conti fatti sono (quasi) 60 milioni di euro quelli che la chiusura del Casinò di Campione ha 'ceduto' alle case da gioco ticinesi. Non pochi. Anzi, parecchi. Soprattutto se rapportati con alcune centinaia di senza lavoro e un centinaio lavoratori a costo zero e con tutto quanto ne consegue. ''Sono i soldi che l'Italia ha regalato alla Svizzera, e continua a regalare'' afferma convinto Paolo Bortoluzzi, già portavoce della Rsu del Casinò di Campione d'Italia ed ex lavoratore della casa da gioco. Quotidianamente aggiorna il cartellone: uno dopo l'altro sono passati 294 giorni da quando è stato chiuso il Casinò. ''È una stima in difetto: 200 mila euro i mancati incassi giornalieri. Soldi che venendo a mancare indeboliscono l'intero sistema Campione - continua Bortoluzzi -. E fanno la felicità della Svizzera. O meglio dei casinò ticinesi, incominciando da quello di Lugano. È un’esagerazione? Nient'affatto. Basta leggere i dati riferiti agli incassi del casinò di Lugano: nei primi due mesi di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2018 sono cresciuti del 58 per cento. Anche Mendrisio ha visto crescere in modo esponenziale i propri incassi''.

A Campione d'Italia rimangono i problemi. Non ultimo quello delle abitazioni di famiglia. Tema di cui finora non si è mai parlato, essendo rimasto sotto traccia, ma che ora rischia di esplodere, con conseguenze anche per l'ordine pubblico. Chi risiede a Campione d'Italia e ha avuto acceso a un mutuo per l'acquisto della casa, essendo senza lavoro e quindi senza stipendio, rischia di vedersi pignorareil proprio immobile. Lo sottolinea il ''Gruppo residenti di Campione d'Italia'' che, per voce di Caterina Ferrari ha scritto una accorata lettera al commissario prefettizio Giorgio Zanzi con la quale pongono l'accento sulle ''incombenze che sono ormai in scadenza''. E la scadenza che, come olio bollente su un’ustione, allarma molti campionesi sono i mutui, che sospesi ancor prima dei licenziamenti, entro un paio di mesi dovranno essere rimborsati. ''Il non pagamento delle rate del mutuo porterebbe inevitabilmente a una situazione che noi non vogliamo nemmeno immaginare e che causerebbe non solo ulteriore danno ad una comunità già in ginocchio ma anche notevoli problemi di ordine pubblico - si legge nella lettera inviata oltre che a Zanzi, anche per prefetto di Como Ignazio Coccia -. Famiglie già sul lastrico che vedrebbero le loro case pignorate e messe all’asta, senza dimenticare che gli immobili a Campione hanno già perso nell'ultimo anno gran parte del loro valore''. Ecco, quindi, la richiesta all'ex prefetto di Varese di farsi ''portavoce, per l'ennesima volta, presso il governo e a tutti gli enti e istituzioni interessati, dei gravi disagi dai drammatici risvolti che i residenti di Campione d'Italia si trovano ad affrontare a causa del protrarsi della attuale situazione''. Sottolineano anche che in un precedente incontro il prefetto Coccia ''ci aveva illustrato un percorso che potesse riconoscere a Campione d’Italia una sorta di stato di calamità o di emergenza in modo da poter avere accesso a determinate disposizioni e agevolazioni eccezionali quali, ad esempio, il blocco di alcune tasse e dei mutui''. Se, come tutti si auspicano, andrà in porto il salvataggio della Casinò di Campione d'Italia si aprirà uno spiraglio per evitare gli sfratti. Rischio che corrono diverse decine di famiglie.

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