Luganese

Lac, in quattro stagioni quasi un milione di spettatori

Presentato il Rapporto d'attività dal 2016 a oggi: alle mostre la maggior parte del pubblico viene da fuori cantone, per le altre proposte sono più i ticinesi

Foto Ti-Press
15 aprile 2019
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«Un gioiellino eccezionale». Un aggettivo che non si è sprecato stamattina, durante la presentazione del Rapporto d'attività 2016-18 del Lac. «Un'esperienza che è partita in maniera molto forte, come forse nessuno si aspettava, e che in poco tempo ha raggiunto risultati eccezionali – ha ribadito Roberto Badaracco –. Il Lac ha fatto crescere tutti gli ambiti artistici, non solo della città ma del cantone, siamo diventati un centro di competenze che farà crescere la nostra realtà culturale».

In arrivo il nuovo mandato di prestazione

Correva il settembre del 2015 e con una cerimonia spalmata su più giorni, trasformatasi in grande festa, apriva i battenti in pompa magna il centro culturale luganese. A distanza di tre stagioni e mezzo (la quarta è in corso e terminerà in agosto), è giunto quindi il momento di tirare le somme di quest'esperienza. E non è un periodo a caso: a brevissimo verrà infatti preparato il messaggio per il prossimo mandato di prestazione dell'ente autonomo – entrato in funzione nel 2018 – che gestisce il Lac. «Lo porteremo in Municipio giovedì», anticipa il capodicastero Cultura.

Le mostre temporanee del Masi le più visitate

Tornando al bilancio, per la Città è sicuramente positivo. «Oltre ad aver riqualificato uno dei settori più belli di Lugano – ancora Badaracco –, grazie al Lac siamo diventati una città culturalmente davvero importante. Direi un'impresa culturale a pieno regime». A supporto delle parole, le cifre: per ogni stagione in media sono circa 250'000 le persone che hanno visitato il polo, con un picco in quella 2016-17. «Questo significa che al termine di questa stagione avremo raggiunto circa il milione di presenze». Le esposizioni temporanee del Masi sono quelle che richiamano più gente, nonché le uniche dove la maggior parte del pubblico è costituito da persone proveniente da fuori cantone. Seguono poi nell'ordine: spettacoli di teatro e danza, concerti di musica classica, le attività di mediazione culturale, le iniziative gratuite svolte negli spazi pubblici del centro e infine gli eventi privati.

Un polo culturale formativo

«Ho voluto molto questo strumento statistico – ha spiegato Luigi Di Corato –, perché ritengo che la managerialità debba nutrirsi della trasparenza, che a sua volta genera consapevolezza». «Un centro culturale è importante quando forma il proprio pubblico – ha aggiunto il direttore della Divisione attività culturali di Lugano –, concorre a creare questa consapevolezza sul ruolo della cultura e in definitiva ad alzare il livello della civiltà». In quest'ottica, ha sottolineato il direttore generale del Lac Michel Gagnon, è importante il fatto che la struttura sia diventata «un luogo di collaborazione con e fra diverse realtà artistiche del territorio, che contribuiscono alla sua ricchezza. Un luogo che va verso il pubblico: circa 30'000 bambini che hanno preso parte al progetto educativo Lac Edu non sono pochi».

Il messaggio politico: 'Basta polemiche'

Un protagonista della scena sociale luganese e ticinese quindi. Ma non tutto in questi anni è filato sempre liscio e alcune polemiche non sono mancate. «Credo che davanti a questi risultati tutti debbano vedere quanto è stato fatto: i detrattori devono ricredersi – il messaggio politico di Badaracco –. Il Lac ha avuto un percorso sofferto, ma ha dimostrato a tutti che investire nella cultura paga. Anche in termini di indotto economico, con tutti i posti di lavoro creati e i pernottamenti dei turisti. Mi auguro che le polemiche siano finalmente accantonate».

Finzi Pasca? 'Sulla strada giusta per continuare la collaborazione'

E a proposito di polemiche, tutto tace sul fronte Finzi Pasca. «Dopo le discussioni degli scorsi mesi abbiamo intrapreso la strada giusta per continuare la collaborazione – si è sbottonato il municipale –. I rapporti sono migliorati, ora c'è pace. Ma è prematuro svelare i contenuti degli accordi».

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