Luganese

Campione, verso elezioni amministrative incerte

Ci sono potenziali candidati. Cresce il malcontento per una situazione senza via d'uscita: rabbia e risentimento sono dilaganti.

Il proposito è sempre quello (©Ti-Press)
15 aprile 2019
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Gli ultimi sviluppi attorno alla sorte del Casinò sembrano aver scompaginato le intenzioni di coloro che, per ora sotto traccia, sembrano intenzionati ad amministrare, con i panni di sindaco o assessore, Campione d’Italia. Sulla carta appare come una manifestazione di coraggio o di assunzione di responsabilità nei confronti di una comunità alle prese con una situazione, per ora, senza una via d’uscita. Insomma, c’è chi in riva al Ceresio pensa di candidarsi alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio (giorno in cui si voterà anche per le “europee”), incurante del fatto che, allo stato delle cose, risolvere i “casini” dell’enclave sembra un’impresa impossibile.

Appare una decisione da incoscienti mettersi al timone di una barca con numerose falle, conseguenze di un trascorso con precise responsabilità politiche di coloro che, conoscendo la situazione finanziaria di Casinò e Comune, avrebbero dovuto rendersi conto che in riva al Ceresio si andava a sbattere contro il muro (di debiti, a cominciare da quelli del Casinò che ancora non è possibile quantificare con certezza, in quanto la massa passiva è destinata a superare i 175 milioni di euro che nessuno è in grado di onorare). Impegnarsi ad amministrare Campione d’Italia sembra un azzardo anche in considerazione del fatto che prima del 26 maggio difficilmente la nebbia sull’enclave si sarà dissolta, né ci saranno certezze sul futuro del Casinò, senza la cui riapertura, nulla in riva al Ceresio sarà possibile programmare. A torto o a ragione, a Campione d’Italia c’è molto risentimento nei confronti degli amministratori comunali che si sono succeduti negli ultimi anni. Risentimento nei confronti di chi ha sperperato e di chi non è stato in grado o non ha potuto (o voluto) assumersi le proprie responsabilità politiche.

Amministratori senza coraggio

In altre parole, da parte di chi era ai comandi, è mancato il coraggio di assumere decisioni dolorose. Non c’è solo risentimento, ma anche rabbia che cresce con il passare del tempo e del clima di incertezza. Lo conferma il fatto che quasi cinquecento campionesi hanno buttato la tessera elettorale nel bidone della spazzatura accanto al Municipio, manifestando la volontà di non recarsi alle urne. Uno sbarramento di fuoco che fa crescere il numero di coloro che auspicano la permanenza del commissario prefettizio Giorgio Zanzi, ex prefetto di Varese. Commissario che, da una parte, viene criticato perché finora ha ottenuto poco, dall’altra è anche apprezzato dai campionesi che conoscono le difficoltà in cui sta operando trovandosi con le mani legate visto che è Roma che decide. Questi ultimi lo ritengono un interlocutore credibile, in grado di far breccia nei palazzi romani della politica, da cui però non arrivano ancora segnali.

Identica considerazione si può fare nei confronti del commissario straordinario Maurizio Bruschi, giunto nei giorni scorsi in riva al Ceresio. A ‘laRegione’ risulta che, per la parte di loro competenza, sono entrambi impegnati a trovare “quell’ossigeno” di cui necessita il sistema Campione, ma soprattutto per rianimare il “cadavere”, cioè la Casinò Campione Spa, la società di gestione della casa da gioco.

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