Luganese

Truffa ai francescani, è in arrivo la prescrizione

Al processo che si sta celebrando a Milano, il pm ha chiesto la sospensione delle udienze perché i tre imputati saranno prosciolti

La truffa ammontava a 50 milioni di euro (Ti-Press)
5 aprile 2019
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Non s'ha da continuare il processo che si celebra in Tribunale a Milano nei confronti tre frati francescani, ex amministratori di tre enti dei Frati Minori, accusati di appropriazione indebita di 50 milioni di euro assegnati a Leonida Rossi, sedicente fiduciario-investitore italo-svizzero con uffici a Milano e a Lugano. Capitali che una vollta arrivati in riva al Ceresio sono in buona parte svaniti nel nulla, in quanto utilizzati per finanziera investimenti turistici in Africa. Una vicenda sulla quale aveva indagato a lungo anche la Procura di Lugano, che aveva effettuato perquisizioni negli uffici ticinesi di Leonida Rossi che il giorno dopo le perquisizioni in riva al Ceresio e a Milano, nel novembre 2015, si era tolto la vita nella nella sua villa di Lurago d'Erba in provincia di Como.

A chiedere di non andare avanti  è stato il pm milanese Adriano Scudieri in quanto a suo dire i religiosi saranno prosciolti ''per intervenuta prescrizione''.  La decisione tocca ai giudici della quarta sezione del Tribunale di Milano decideranno nell'udienza del 17 maggio. Alla richiesta dell'accusa si sono opposti i legali dei tre enti dei Frati minori francescani che si sono costituiti Parte Civile.

I difensori dei tre imputati hanno chiesto il proscioglimento pieno. Resta senza risposta la fine dell'ingente somma, anche perchè le autorità africane del Kenia e della Somalia non avevano risposte alle richieste di rogatoria avanzate sia dai magistrati ticinesi che quelli di Milano.

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