Luganese

Lugano, quel pasticcio sui rifiuti...

Mister prezzi al Servizio ricorsi del Cantone: ‘L’errore non è sanabile’. Ergo: il ricorso contro il regolamento dovrà essere accolto. Si rivota in Cc?

Ti-Press
6 aprile 2019
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“Dal punto di vista strettamente giuridico, bisogna però ammettere che una consultazione del Sorvegliante dei prezzi dopo l’adozione di un regolamento non può sanare l’errore formale”. Parole firmate dallo stesso Stefan Meierhans (Mister prezzi) che ha scritto nei giorni scorsi al Servizio ricorsi del Consiglio di Stato citando pure una sentenza pronunciata su un caso simile dal Tribunale amministrativo del Canton Vaud. L’oggetto è il ricorso presentato da Patrick Pizzagalli contro la decisione del Consiglio comunale di Lugano che nel dicembre 2018 ha adottato il nuovo regolamento sui rifiuti.

Il ricorso, lo ricordiamo, ha sollevato la medesima obiezione e il recente parere di Mister prezzi mette con le spalle al muro i giuristi del Cantone, che sono obbligati ad accoglierlo. E mette pure a repentaglio la tempistica immaginata dal Municipio di Lugano per l’introduzione della tassa sul sacco prevista verso la fine della prossima estate. L’esecutivo ha preso atto degli ultimi sviluppi della vicenda giovedì. Sarà chiamato a decidere come procedere. Una strada percorribile è quella di tornare in Consiglio comunale ripresentando lo stesso messaggio, per un nuovo voto. Appare la soluzione più praticabile per non allungare ulteriormente i tempi dell’introduzione del nuovo regolamento, anche se non evita alla Città la figuraccia fatta a causa di un errore di valutazione da parte del Servizio giuridico. Sì, perché sono ridotte a un lumicino le speranze di convincere il ricorrente a ritirare l’istanza. Nelle passate settimane non hanno portato a nulla gli incontri avuti con i rappresentanti della Città che, probabilmente, erano ancora convinti di avere la ragione dalla loro parte. Invece, dal profilo formale, non bastano le valutazioni ‘a posteriori’, seppur positive del regolamento.

‘L’arrangiamento’ è sfumato

Quelle valutazioni che, su sollecitazione del Sorvegliante, il Municipio ha provveduto a far sapere (al CdT) ritenendo che potesse bastare il parere di Stefan Meierhans in sede di pubblicazione dell’ordinanza. Eppure, Mister prezzi già nella lettera del 1° febbraio ha informato l’esecutivo della violazione del diritto federale per non aver rispettato l’articolo 14 della Legge. Nel parere inviato al Servizio ricorsi del Consiglio di Stato, ha scritto che il suo intento “è stato quello di trovare una via d’uscita che potesse arrangiare la Città di Lugano, rallentando al minimo l’iter procedurale concernente l’entrata in vigore della tassa sui rifiuti”. Forse, la Città poteva fare qualcosa di più per tentare di convincere a ritirare il ricorso Pizzagalli. Il ricorrente, dal canto suo, era inizialmente ben disposto in tal senso, ma alla luce del trattamento riservatogli, apparso ai suoi occhi spiacevole, ora non ne vuole più sapere. E intende mantenere il ricorso.

La questione non è solo luganese. Giorgio Ghiringhelli, lo scorso gennaio aveva segnalato che, in base alle informazioni in suo possesso solo tre Comuni (Losone, Chiasso e Capriasca) hanno chiesto il parere di Mister prezzi prima di approvare i rispettivi regolamenti. E aveva avvertito che se un cittadino avesse presentato ricorso contro un metodo di tassazione contenuto in un regolamento approvato da un Legislativo senza prima aver richiesto il parere di Mister prezzi, avrebbe buone probabilità di spuntarla per vizio di forma. Tuttavia (anche) stavolta, la voce del “Guastafeste” è rimasta inascoltata.

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