Luganese

Furti e rapine, chieste pene espiative per due giovani

«È uno spaccato della nostra realtà, con ragazzi in difficoltà» ha detto il pp. Le difese hanno ricostruito il vortice che portò ai reati. Sentenza domani

Foto Ti-Press
4 aprile 2019
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«È uno spaccato della nostra realtà, con ragazzi in difficoltà». Una premessa fondamentale, quella del procuratore pubblico Nicola Respini, nel caratterizzare i profili dei quattro giovani comparsi oggi alle Assise correzionali di Lugano per rispondere di svariate imputazioni. Rapina e furti in primo luogo, e poi una serie di reati correlati. Giovani in difficoltà, «che non hanno terminato una formazione o non hanno un lavoro – ha continuato il pp durante la requisitoria –: non fanno nulla se non trascorrere le giornate a bighellonare. E che in gruppo hanno iniziato a compiere illeciti». Quattro giovanissimi - tre 18enni e un 22enne –, che partendo da una serie di furti prevalentemente in negozi e ristoranti del Luganese sono arrivati a rapinare, con modalità per altro violente come sottolineato dall'accusa, due persone. «La situazione stava degenerando e grazie alla madre di uno degli imputati (che ha sporto denuncia perché il figlio ha rubato uno scooter, ndr), è stato interrotto un vortice che stava diventando pericoloso», ha aggiunto Respini.

«Lo Stato fa tanto, ma gli imputati devono fare la loro parte»

Il pp ha chiesto pene sospese per due 18enni – 22 e 18 mesi – e parzialmente da espiare per gli altri due imputati: 24 mesi, di cui 8 da espiare, per entrambi. Respini ha ricordato che hanno tutti ricevuto diverse sanzioni da parte della Magistratura dei minorenni, che «queste non hanno sortito effetti in quanto hanno continuato a delinquere», sostenendo che «i ragazzi non hanno grandi prospettive. Lo Stato dà tanto, ma aldilà di questo spetta agli imputati far la loro parte. Con due di loro il messaggio sembra passato, con gli altri resta del lavoro da fare». I due giovani per i quali è stata chiesta una pena condizionale sono in realtà già stati scarcerati, in quanto è stata trovata per loro finalmente una collocazione professionale.

«Un bambino che non ha avuto il sostegno richiesto»

Un'istanza giudicata sproporzionata da Raffaele Caronna, legale del 22enne: «È sbagliata e controproducente per il reinserimento». Tesi abbracciata anche da Pascal Cattaneo, avvocato dell'altro imputato per il quale è stata chiesta la condanna espiativa: «Oggi, grazie all'astinenza da alcol e stupefacenti, ha ripreso lucidità e ha ricucito i rapporti con la famiglia, che gli ha trovato un lavoro appena uscirà dal carcere. A lui il compito di non sprecare l'occasione, ma a noi quello di renderla possibile». Durante la propria arringa, anche Gabriele Monopoli, difensore di uno degli altri due 18enni, ha chiesto una significativa riduzione di pena. Da un lato contestando la partecipazione del suo assistito ad alcuni reati, dall'altro basandosi su una perizia psichiatrica commissionata in fase d'inchiesta: «Ha importanti limiti e deficit cognitivi che hanno influenzato la sua vita, ma dei quali si è accorto tardi. È stato un bambino e un adolescente che non ha avuto il sostegno richiesto, ha accumulato frustrazioni e si è demotivato, vivendo in una costante apatia depressiva dai 15 anni». Dal canto suo, l'avvocata Deborah Gobbi ha chiesto che il suo cliente – l'unico non cittadino svizzero – non venga espulso verso il Paese d'origine (l'Italia), in quanto cresciuto in Ticino e con la famiglia residente nel cantone.

Chiesto per tutti un patronato

«Tutti hanno agito per scopo di lucro – per Respini, inoltre –, volevano dar sfogo ai propri divertimenti»: alcol, droga (marijuana e cocaina), prostitute. In particolare, «hanno approfittato in modo subdolo» di un 38enne: l'ultima vittima della banda in erba. Un uomo benestante ma con problemi cognitivi, che durante la stessa sera è stato rapinato tre volte da quelli che credeva suoi amici per un totale di circa 5'000 franchi, guadagnandosi anche contusioni che l'hanno portato in ospedale. Il pp ha inoltre chiesto che tutti siano sottoposti al patronato e alle relative norme di condotta (accompagnamento psicologico e test delle urine, per esempio). La sentenza è attesa domani.

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