Luganese

L'aeroporto di Lugano e il caso Samedan

Il progetto per lo scalo engadinese, 22 milioni, è un esempio mentre verso metà aprile arriverà lo studio dell'Uni di San Gallo

23 marzo 2019
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Dopo mesi, se non anni di emergenza stabile, sulla pista di Agno le prossime settimane dovrebbero atterrare alcune importanti novità, di cui si è parlato negli scorsi giorni. Intanto si può confermare che il famoso ‘masterplan’, che dovrebbe determinare il futuro assetto dell’aeroporto luganese, è imminente o quasi visto che lo studio dell’Università di San Gallo è atteso per metà aprile. Col messaggio al Consiglio comunale, si dovrebbe anche sbloccare la decisione riguardante il volo Lugano-Ginevra, ritenuto necessario per ‘tenere in piedi’ l’aeroporto frequentato ormai solo dai quattro Lugano-Zurigo giornalieri di Swiss, per ciò che riguarda i voli di linea. Come noto ci sono diverse opzioni, ma in pole position appare quella di un servizio autoprodotto dall’aeroporto stesso, ingaggiando all’uopo la compagnia aerea zurighese Zimex e assicurando in proprio il resto del servizio, compresa la vendita dei biglietti. Dopo l’uscita di Dario Kessel (cfr. ‘laRegione’ di mercoledì) che si offre per attivare personalmente, ma dietro debite sovvenzioni, il collegamento Lugano-Ginevra, facciamo il punto della situazione col direttore della Lugano airport Sa, Maurizio Merlo.

«Sì, in effetti per concludere il Masterplan stiamo aspettando il lavoro dell’Università di San Gallo, che dovrebbe arrivare verso metà aprile. Naturalmente, dopo, toccherà al Consiglio comunale e al Gran Consiglio decidere se concedere o meno i soldi necessari per ricapitalizzare la nostra società, e questo sarebbe un passo necessario anche per sostenere le spese di avvio del Lugano-Ginevra».

‘Non una cattedrale’

Di quanti franchi avrebbe bisogno la Lugano airport Sa, per realizzare il masterplan e rilanciare il Lugano-Ginevra (non più attivo dopo i fallimenti di Darwin e Adria)? «Dobbiamo ancora quantificare il modo preciso» ci dice Merlo. Però, per rendere un’idea: «Non parliamo certo di 100 milioni di franchi e non vogliamo certo fare una ‘cattedrale nel deserto’. Abbiamo l’esempio di Samedan dove è approvato e votato un nuovo terminal per l’aeroporto, dotato di hangar, che costerà 22 milioni di franchi. E sarà un terminal di lusso». Insomma, l’investimento per la costruzione di un nuovo complesso aeroportuale potrebbe non discostarsi eccessivamente da quanto intendono spendere a Samedan. Scalo peraltro assai alto di quota quello dei Grigioni, ma ricco di collegamenti con la Ger- mania, l’Austria, persino con Parigi: l’attrazione della vicina St.Mortiz si fa sentire. Anche il destino del Lugano-Ginevra passa, nuovamente, per la ricapitalizzazione della Lasa Sa. Maurizio Merlo non vuole fare cifre, «ma è chiaro che bisogna prevedere una certa spesa per l’avvio, tra la campagna pubblicitaria e l’avvio dell’esercizio, prima che la clientela torni a volare su questa rotta». Il direttore di Lasa Sa preferisce non sbilanciarsi sulla proposta di Dario Kessel. «L’ho letta stamattina sul giornale, non so che cosa abbia in mente, ma vedo che chiede una sovvenzione...». La soluzione del volo autoprodotto grazie alla Zimex, ci dice Merlo, «non è l’unica, ma è al momento tra quelle più concrete. Abbiamo la struttura per farlo». Non è cambiato, ci conferma il direttore, l’atteggiamento assai tiepido della Swiss air lines, a cui essenzialmente non importa altro che il servizio su Kloten.

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