Luganese

Casinò Campione, certi gli oltre 200 milioni di debiti

Depositata stamane in Tribunale a Como la massa passiva. E si allunga la lista di chi batte cassa alla casa da gioco.

(Ti Press)
15 marzo 2019
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Superano i duecento milioni di euro i debiti del Casinò dì Campione d'Italia, dichiarato fallito per insolvenza lo scorso 26 luglio dai giudici del Tribunale fallimentare di Como, su richiesta della Procura lariana. Fallimento annullato per un vizio di forma dai giudici della quarta sezione della Corte d'Appello di Milano, a seguito del reclamo presentato da Comune, Casinò Campione d'Italia e Banca Popolare di Sondrio. Una sentenza che con il passare delle ore conferma l'impressione iniziale: quella di essere un boomerang, soprattutto se i curatori fallimentari dovesse presentare ricorso in Corte di Cassazione. La curatela prima di decidere incontrerà il giudice delegato Alessandro Petronzi, al quale consegneranno l'elenco dei nuovi creditori che si sono aggiunti a quelli (oltre 220, fra cui anche una dozzina di ticinesi) già ammessa, alla fine di gennaio, alla massa passiva, allora quantificata in 73 milioni di euro. Al debito monstre di oltre duecento milioni ammessi alla massa passiva redatta dai curatori fallimentari, depositata stamane in Tribunale a Como, si è arrivati a seguito dell'insinuazione  nel debito del Comune e dei dipendenti del Casinò. Il commissario straordinario Giorgio Zanzi, ex prefetto di Varese, ha reclamato crediti per 72 milioni di euro, 18 dei quali riferiti allo scorso 2018. A loro volta i 482 gli ex dipendenti della casa da gioco, senza lavoro dallo scorso agosto e ufficialmente licenziati il 31 dicembre, reclamano il pagamento di 60 milioni di euro. Somma derivante dal Tfr (trattamento di fine rapporto) e le altre spettanze. Per il pagamento del Tfr in soccorso ai curatori fallimentari dovrebbe provvedere l'Inps. L'udienza per l'esame della nuova passa passiva dal giudice delegato Alessandro Petronzi è stata fissata per il prossimo 1° aprile. L'esito sembra comunque scontato: gli ex dipendenti saranno ammessi al ''privilegio'', mentre a seguire tutti gli altri. 
Comune compreso, saranno ammessi al credito chirografario, che nel codice civile italiano significa  credito assistito da alcun tipo di garanzia reale (pegno e ipoteca) o personale (fideiussione, anticresi). Insomma, un credito virtuale, così come aveva deciso lo scorso 28 gennaio il giudice delegato per la quasi totalità dei creditori ammessi alla precedente massa passiva. Nel frattempo sull'asse  Campione-Roma cresce la ricerca una via d'uscita, che appare di non facile soluzione, anche se è chiaro chi ha in mano il pallino: il Ministero dell'Interno, di concerto con quello dell'Economia e Finanze e quello del Lavoro e Sviluppo Industriale. Una soluzione potrebbe essere quella di rivedere i contenuti dell'incarico affidato dal commissario straordinario Maurizio Bruschi, affidando allo stesso la possibilità di gestire in via provvisoria la casa da gioco. Una soluzione che impone il superamento di parecchi problemi. A ''La Regione'' risulta che l'arrivo a Campione d'Italia di Maurizio Bruschi, ufficialmente nominato lo scorso 22 febbraio, è questione di giorni, in quanto tutti gli adempimenti burocratici dovrebbero essere stati superati. Intanto, per descrivere lo stato d'animo dei campionesi, non ci sono più aggettivi. Per domani, sabato, alle 13 è stata organizzata una manifestazione di protesta che si terrà all' ''Arco'', sul confine con Bissone. Nel pomeriggio di oggi inizierà intanto la raccolta di firme sulla petizione anti inclusione di Campione d'Italia nell'area doganale dell'Unione Europea. Una iattura per i campionesi.

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