Luganese

Campione dà uno schiaffo allo Stato

Centinaia di cittadini hanno gettato nella spazzatura la tessera elettorale. Si alza il grido d'allarme di un'intera comunità 'dimenticata da Roma'.

Ti-Press
18 febbraio 2019
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Un atto di sfiducia nelle Istituzioni che più totale non potrebbe essere. È quello compiuto da centinaia di campionesi che, oggi a mezzogiorno, hanno infilato la tessera elettorale in un bidone della spazzatura posto nelle vicinanze del Municipio. Il grido d’allarme si traduce in uno schiaffo allo Stato italiano. A vacillare non è soltanto la fiducia nel voto in quanto tale, che essendo il fondamentale strumento di consultazione popolare, significa la massima espressione di democrazia, bensì negli eletti. A qualsiasi livello (amministratori locali, regionali, nazionali e europei). 

A Campione d’Italia, oggi si è consumato un atto di protesta che ha pochi precedenti in Italia. A protestare sono categorie di persone, i lavoratori, come succede attualmente in Sardegna, con i  pastori. In pochi casi, un intero paese ha deciso di gettare alle ortiche la tessera elettorale. Votare in Italia è un sacrosanto diritto, così come è un inderogabile dovere. A non farlo, si va incontro a sanzioni. La rabbia esplosa oggi fa seguito al convincimento che i campionesi si sentono dimenticati da coloro che avevano sollecitato il voto per governare. Governare i bisogni e le necessità di un intero Paese, cioè l’Italia. 

«Noi siamo Campione d’Italia, siamo italiani, non siamo svizzeri – hanno sottolineato in coro coloro che oggi a mezzogiorno erano in piazza -. Solo che assistiamo a un disinteresse da parte di coloro che stanno nelle sedi istituzionali a Roma. Queste incomprensibili lungaggini non fanno altro che peggiorare la situazione». Ha portato la propria solidarietà alla protesta anche Giorgio Zanzi, il commissario prefettizio. In riva al Ceresio, incominceranno a disertare le urne il 26 maggio in occasione delle elezioni europee e di quelle amministrative, per la nomina del sindaco e del Consiglio comunale. 

‘Che nessuno si presenti alle elezioni’

 «Che nessuno pensi di candidarsi a sindaco: non sarà raggiunto il quorum per convalidare l’elezione. La situazione in cui ci troviamo è la conseguenza della disastrata gestione del Comune da parte delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi venti anni. Meglio un commissario prefettizio a vita, che amministratori che non hanno il coraggio di prendere decisioni»: questo il tenore delle voci scaturite dal presidio. A 207 giorni dalla chiusura della casa da gioco, la crisi in cui versa una comunità intera sta assumendo contorni drammatici e non ci sono all’orizzonte prospettive in grado di risollevare il paese e dare speranza alla popolazione. 

Nel frattempo, nel pomeriggio in Prefettura a Como il prefetto Ignazio Caccia, presente il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, ha incontrato i segretari confederali Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Giacomo Licata, Francesco Diomaiuta e Salvatore Monteduro. Per l'ennesima volta i sindacalisti hanno posto l’accento sul “disagio sociale che stanno vivendo i cittadini di Campione d'Italia”.

Stasera, dalle 19 alle 21 i dipendenti del Comune che da un anno sono lavoratori a costo zero davanti al Municipio daranno vita a un presidio, l’ennesimo. Martedì 26 e mercoledì 27 febbraio saranno in sciopero. Domattina a Roma davanti ai giudici amministrativi del Tar del Lazio sarà discussa la sospensione della delibera che ha disposto l’esubero di 86 dipendenti su 102. Esuberi scesi nel frattempo a 75.

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