Centinaia di cittadini hanno gettato nella spazzatura la tessera elettorale. Si alza il grido d'allarme di un'intera comunità 'dimenticata da Roma'.
Un atto di sfiducia nelle Istituzioni che più totale non potrebbe essere. È quello compiuto da centinaia di campionesi che, oggi a mezzogiorno, hanno infilato la tessera elettorale in un bidone della spazzatura posto nelle vicinanze del Municipio. Il grido d’allarme si traduce in uno schiaffo allo Stato italiano. A vacillare non è soltanto la fiducia nel voto in quanto tale, che essendo il fondamentale strumento di consultazione popolare, significa la massima espressione di democrazia, bensì negli eletti. A qualsiasi livello (amministratori locali, regionali, nazionali e europei).
A Campione d’Italia, oggi si è consumato un atto di protesta che ha pochi precedenti in Italia. A protestare sono categorie di persone, i lavoratori, come succede attualmente in Sardegna, con i pastori. In pochi casi, un intero paese ha deciso di gettare alle ortiche la tessera elettorale. Votare in Italia è un sacrosanto diritto, così come è un inderogabile dovere. A non farlo, si va incontro a sanzioni. La rabbia esplosa oggi fa seguito al convincimento che i campionesi si sentono dimenticati da coloro che avevano sollecitato il voto per governare. Governare i bisogni e le necessità di un intero Paese, cioè l’Italia.
«Noi siamo Campione d’Italia, siamo italiani, non siamo svizzeri – hanno sottolineato in coro coloro che oggi a mezzogiorno erano in piazza -. Solo che assistiamo a un disinteresse da parte di coloro che stanno nelle sedi istituzionali a Roma. Queste incomprensibili lungaggini non fanno altro che peggiorare la situazione». Ha portato la propria solidarietà alla protesta anche Giorgio Zanzi, il commissario prefettizio. In riva al Ceresio, incominceranno a disertare le urne il 26 maggio in occasione delle elezioni europee e di quelle amministrative, per la nomina del sindaco e del Consiglio comunale.
‘Che nessuno si presenti alle elezioni’
«Che nessuno pensi di candidarsi a sindaco: non sarà raggiunto il quorum per convalidare l’elezione. La situazione in cui ci troviamo è la conseguenza della disastrata gestione del Comune da parte delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi venti anni. Meglio un commissario prefettizio a vita, che amministratori che non hanno il coraggio di prendere decisioni»: questo il tenore delle voci scaturite dal presidio. A 207 giorni dalla chiusura della casa da gioco, la crisi in cui versa una comunità intera sta assumendo contorni drammatici e non ci sono all’orizzonte prospettive in grado di risollevare il paese e dare speranza alla popolazione.
Nel frattempo, nel pomeriggio in Prefettura a Como il prefetto Ignazio Caccia, presente il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, ha incontrato i segretari confederali Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Giacomo Licata, Francesco Diomaiuta e Salvatore Monteduro. Per l'ennesima volta i sindacalisti hanno posto l’accento sul “disagio sociale che stanno vivendo i cittadini di Campione d'Italia”.
Stasera, dalle 19 alle 21 i dipendenti del Comune che da un anno sono lavoratori a costo zero davanti al Municipio daranno vita a un presidio, l’ennesimo. Martedì 26 e mercoledì 27 febbraio saranno in sciopero. Domattina a Roma davanti ai giudici amministrativi del Tar del Lazio sarà discussa la sospensione della delibera che ha disposto l’esubero di 86 dipendenti su 102. Esuberi scesi nel frattempo a 75.