Campione d'Italia

Maxi rapina al Casinò: si va in aula

Fissata l'udienza preliminare, che sarà a porte chiuse. L'autore materiale resta 'Primula rossa'

(foto Ti-Press)
8 febbraio 2019
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Sarà un'udienza preliminare con il 'morto', quella in agenda il prossimo 26 marzo a Como. In realtà l'imputato è vivo e vegeto e con in tasca (o in banca) il consistente  bottino (oltre 760mila franchi) della maxi rapina dello scorso 28 marzo alla stanza del tesoro del Casinò di Campione d'Italia.

Il 'morto' è l'imprendibile autore materiale dell'assalto banditesco, che la mattina di dieci mesi fa era arrivato con estrema facilità alla stanza del tesoro, dove due impiegati stavano preparando le mazzette di denaro - euro e franchi - da consegnare ai cassieri dei vari reparti in vista della riapertura della casa gioco. Il rapinatore era riuscito a violare quello che sembrava essere una sorta di inaccessibile Fort Knox. L'uomo si era visto spianare la strada dall'ex direttore dell'area tecnica delle slot machine, il quale alle sette del mattino gli aveva aperto l'ascensore, utilizzabile solo da una trentina di dipendenti del Casinò.

L'udienza preliminare è stata fissata dal gup Laura De Gregorio del Tribunale di Como, nei confronti della ''talpa'', l'ex dipendente della casa da gioco, reo confesso, e dei due presunti organizzatori della rapina, uno residente a Faloppio, l'altro a Garzeno. Il primo dopo un paio di mesi in carcere, attualmente è agli arresti domiciliari, gli altri due, arrestati lo scorso giugno, sono ancora dietro le sbarre. In nessuna occasione hanno aperto bocca, per cui non si sa quale posizione terranno in aula.

Per gli investigatori solo loro due conoscerebbero il rapinatore. Nelle ultime ore si è appreso che, con l'assistenza dell'avvocato Daniela Danieli di Como, hanno chiesto di accedere al rito abbreviato, per poter beneficiare della riduzione di un terzo della pena. L'ex direttore dell'area tecnica del Casinò, assistito dagli avvocati Davide Giudici ed Edoardo Pacia, ha chiesto il rito abbreviato. L'accordo con l'accusa, pm Daniela Moroni, sulla base di 2 anni e 8 mesi c'è, ma deve essere ratificato dal giudice. Entrambi i riti alternativi escludono le parti civili. Di conseguenza, nessuno potrà chiedere i danni, come erano intenzionati a fare tanto il Comune (danno di immagine) che la 'defunta' Casinò Campione d'Italia Spa (danno sostanziale). L'udienza sarà a porte chiuse.

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