Luganese

Lugano fra colonne e scelte di retroguardia

Seppur legittima e comprensibile, al di là dell'aperuta di Zali, la decisione della maggioranza del Cc presta il fianco a critiche e perplessità.

7 febbraio 2019
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Amarezza e disillusione: sono i sentimenti che hanno accompagnato alcuni consiglieri comunali (che hanno sostenuto il rapporto di minoranza) dopo la decisione della maggioranza del legislativo di Lugano che ha voluto almeno 400 posteggi nel futuro autosilo all’ex Pestalozzi di Besso. Una decisione adottata nelle oltre due ore di dibattito che si pone in netto contrasto con l’orientamento del Municipio, chiamato a ridiscutere la questione col Cantone, e con la votazione del Gran Consiglio di un anno fa, che prevedeva circa 250 stalli. A stupire di più è però stata la disponibilità a rinegoziare il numero di parcheggi espressa dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali che nella legislatura al termine ha introdotto misure di segno opposto e di ‘stampo’ ambientalista, come il regolamento cantonale sui posteggi e la tassa di collegamento.

Andiamo con ordine. La posizione della maggioranza del Cc di Lugano, peraltro assolutamente legittima, è figlia di un traffico vicino al collasso in centro e nella cintura urbana, e della necessità di modificare il piano viario in città. Tuttavia, non bisogna farsi troppe illusioni: senza misure accompagnatorie significative come il tram-treno e in particolare le cosiddette aste fino al Piano Scairolo, Cornaredo e i collegamenti su rotaia lungo il Vedeggio le cose non potranno migliorare di molto la situazione a breve termine. Le immatricolazioni sono infatti in continuo aumento, di riflesso anche le auto in circolazione. E questa tendenza difficilmente potrà essere controbilanciata dall’incremento dell’offerta di trasporto pubblico, anche se gli utenti sono in continua crescita. La scelta del legislativo si giustifica anche quale risposta alla drastica riduzione degli stalli pubblici imposta dal Cantone, in particolare a Cornaredo. Muove però da presupposti e timori discutibili e criticabili da più punti di vista: l’aumento dei posteggi serve anche per sostenere i commerci cittadini in difficoltà, le attività economiche del quartiere e per non penalizzare oltremodo la mobilità privata.

Declinata ai tempi nostri, seppur in un altro contesto, tale scelta assomiglia parecchio a quella adottata cinquant’anni fa che portò alla soppressione dei tram in centro città e delle linee Lugano-Dino, Lugano-Tesserete per fare spazio al trasporto pubblico su gomma. Una scelta che oggi appare quantomai sciagurata visto che saremo chiamati a spendere centinaia di milioni di franchi per realizzare il tram-treno e ai nostri figli ne saranno chiesti altrettanti per completare le linee programmate. Non solo. La richiesta di aumentare i posteggi suona come un passo indietro, stride ed è in controtendenza con tutte le impostazioni e le strategie volute non ieri mattina ma diversi anni fa a livello svizzero, cantonale e regionale. Non sorprende quindi lo sconcerto di socialisti, verdi, dell’Associazione traffico e ambiente, nei confronti del legislativo cittadino e di Zali.

D’accordo, siamo nell’anno elettorale e pure il titolare del Territorio, dopo aver assunto posizioni e adottato decisioni indigeste alla base del movimento che rappresenta, pare adagiarsi alla linea dettata dal ‘Mattino’ e dal gruppo in Consiglio comunale. Un gruppo che, lunedì sera, non ha perso l’occasione di mettersi di traverso, assieme alla maggioranza del Plr, rispetto al Municipio guidato dalla stessa Lega.

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