Luganese

Ci si prende cura dei boschi del Monte Boglia

Pronti a investire sul territorio di Lugano oltre 13 milioni e mezzo. L'obiettivo è rafforzare la protezione dai pericoli naturali

(foto Cantone)
10 dicembre 2018
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A livello cantonale ci si prenderà cura dei boschi del Monte Boglia, in territorio di Lugano. Nel Comune il bosco copre circa il 65% dell’intera superficie e una buona parte è costituita dal comparto del Monte Boglia. Si tratta di circa 1'400 ettari di bosco che, ribadisce il Cantone, svolge una funzione di protezione diretta ed è quindi fondamentale per la protezione di vite umane e beni materiali dai pericoli causati da eventi naturali quali frane, scoscendimenti, caduta sassi e valanghe. E' sorta, dunque, l'esigenza di verificare se tale funzione prioritaria dei boschi del Monte Boglia potesse essere garantita a medio lungo termine. L’analisi selvicolturale in base al metodo NAIS (continuità nel bosco di protezione), illustra il Catone, ha permesso di individuare “20 comparti boschivi, per un totale di 363 ettari, che necessiteranno nei prossimi 15 anni di cure per orientarne l’evoluzione in modo che possano rispondere al meglio ai pericoli naturali conosciut”. Il progetto, promosso dal Comune di Lugano in stretta collaborazione con la Sezione forestale, comporterà un investimento di 13.6 milioni di franchi, coperto in gran parte da importanti sussidi cantonali e federali (9.97 milioni) e dal ricavo della vendita del legname

“L’importanza del bosco di protezione – illustra ancora il governo – è stata recepita appieno nella seconda metà del XVIII° secolo, allorquando una lunga serie di eventi alluvionali causò in tutta la Svizzera e nel bacino del fiume del Cassarate in particolare, importanti dissesti idrogeologici portando con sé morti e distruzioni. Il progetto di risanamento idraulico-forestale (avviato alcuni decenni dopo questi eventi e reso possibile dalle nuove leggi forestali che garantivano importanti sussidi) permise nel corso degli anni a venire di migliorare considerevolmente la sicurezza del territorio”. Un esempio è il bacino imbrifero del riale del Cassone di Bré, che oggi grazie a interventi tecnici e piantagioni non desta più preoccupazione, ma che ancora all’inizio dello scorso secolo rappresentava un importante pericolo per le campagne di Pregassona e Viganello (campagne ora intensivamente edificate). L’importanza del bosco di protezione, di conseguenza, è esponenzialmente aumentata nel corso dei decenni, di pari passo con l’edificazione del fondovalle e di gran parte dei pendii: di riflesso sono aumentate le aspettative nei confronti del bosco di protezione. 

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