Ticino7

Mealcity, la cena 2.0 diventa solidale

Una app permette di cenare fuori risparmiando e facendo beneficenza. Intervista a Michael Flury, cofondatore

(Ti-Press)
20 ottobre 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Nel corso degli ultimi anni ho incontrato decine di startuppari, persone che si lanciano nell’impresa di creare una loro impresa legata di solito al mondo del digitale (startup, appunto). Per quello che possono valere certe generalizzazioni, me ne sono fatto perlopiù una pessima opinione: impreparati, immaturi, egomaniaci. Convinti che basti programmare due righe di codice per salvare il mondo e/o farsi le gonadi d’oro. Che basti sostituire il blazer con una felpa sformata per essere geniali. Cattive impressioni – in parte pregiudizi, chissà – che quattro chiacchiere con Michael Flury aiutano a spazzare via. Ha fondato insieme all’amico Nicolas Chenot Mealcity, un’app che a Lugano come a Zurigo permette di trovare un ristorante adatto alle proprie esigenze («mordi e fuggi», tradizionale, romantico ecc.). Grazie all’app si può usufruire di offerte speciali e sconti che gli esercizi offrono per farsi conoscere e fidelizzare i clienti. Ogni ristorante partner presenta tre offerte incrementali che si sbloccano una dopo l’altra e sono valide per tutte le persone al tavolo (l’utente può accedere alla prima offerta gratuitamente mentre quelle successive saranno disponibili agli utenti premium). Ma si può anche decidere di lasciare quanto risparmiato in beneficenza ad associazioni quali il Centro Bethlehem, il Tavolino Magico e a breve anche Pro Juventute e Pro Infirmis. Cifre sulle quali ovviamente l’app non guadagna nulla: «Ci piaceva l’idea che chi è abbastanza fortunato da poter andare a mangiare fuori potesse offrire un pasto anche ad altri».

L’importante è perseverare

Michael ha capito che non basta avere una buona idea per avere successo: «Alla fine, la cosa più difficile è perseverare. Accettare di mettere alla prova le tue idee e poi cambiarle se vedi che non funzionano». E infatti Mealcity è cambiata molto dal lancio della sua prima versione a Zurigo: ha semplificato interfaccia e processi e si è concentrata su Lugano «che ha le dimensioni ideali per controllare lo sviluppo della rete di partner e validare il suo concetto innovativo».

Michael ha fatto studi di business e una gavetta importante, passando anche dalla mitica Apple: «Alle selezioni entrai nel salone di un hotel e trovai tutti che ballavano. Così mi misi a ballare anch’io. Scoprii dopo che mescolati fra i candidati c’erano impiegati e dirigenti». Esperienze che «mi hanno dato tanto soprattutto nel modo di relazionarmi agli altri; mi ha insegnato a essere meno severo con me stesso e soprattutto con gli altri, e ho capito che ci vuole un team affiatato per raggiungere i risultati prefissati». E ha imparato che la creatività va sempre sposata al controllo dei dati: «Alla fine quelli che parlano sono i numeri». Ciò detto, «a un certo punto ho sentito che anche in Apple non stavo facendo quello che volevo. Quando lavoro la mia testa non si ferma mai, ma ogni tanto mi prendo del tempo per riflettere e capire se sono davvero felice». E per essere felice Michael aveva bisogno «di provare a concretizzare un sogno tutto mio». Grandi ambizioni, ma senza velleitarismo: Mealcity è nata così. «Grazie anche a persone come Nicolas e Mattia, il nostro sviluppatore: un ragazzo che ho conosciuto videogiocandoci online. Mi pareva di conoscerlo già benissimo, eppure prima di iniziare a collaborare non c’eravamo mai visti. Ma nella vita nulla è un caso».

Ascoltare tutti

A differenza di molti tecnoevangelisti, Michael ascolta prima di parlare: «Se non dovessi lavorare per vivere, mi piacerebbe passare il mio tempo a sentire le storie e le idee degli altri». Come gli utenti e i ristoratori, «che poi diventano anche amici. Praticamente il mio studio è nel locale di due di loro: ci passo le giornate fra un caffè e un Chinotto, e quando possiamo ci aiutiamo a vicenda. Io li aiuto ad allestire qualche evento, loro vengono quando mi si scarica la batteria della macchina». Una catena di legami che permette di superare momenti difficili, «come quando lanciammo la prima versione dell’app qui a Lugano. Avevamo fatto inserzioni, cartelloni, pubblicità… e il giorno del lancio c’era un problema per cui l’app non funzionava. Ho provato a contattare il nostro sviluppatore che si trovava a New York per lavoro, ed essendo ancora notte, dormiva beato mentre qui c’era il panico. Una brutta sensazione, credimi».

Tutto superato, comunque: adesso i numeri di utenti e ristoranti continuano a crescere, così come crescono le donazioni. A dimostrazione del fatto che anche dietro all’impalpabile mondo digitale sono le persone quelle che contano. Le persone e l’impegno, che Michael sintetizza in poche parole: «Grossi sacrifici per piccoli momenti di gloria».

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Il Personaggio

Michael Flury è nato a Losanna nel 1986 ed è cresciuto in Ticino. Dopo il liceo ha studiato economia presso l’HEC di Losanna e la London Business School, in passato ha lavorato nel brand management di Hugo Boss e Apple, oltre che per una «startup» impegnata nel commercio dell’acciaio. È cofondatore dell’app Mealcityche consente di accedere a sconti e offerte sui ristoranti del Luganese e di donare quanto risparmiato ad associazioni di beneficenza. Ama il tennis e il nuoto.

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