Luganese

Wicht, 'nessun secondo filone d'inchiesta'

È quanto precisa l'avvocato Enrico Germano. Gli unici accusatori privati sono la moglie e l'investitore privato, “come dall'inizio dell'inchiesta”

archivio Ti-Press
21 settembre 2018
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Non solo malversazioni ai danni dell'ex moglie, ma anche un'operazione immobiliare risalente al 2013. Ci sarebbe quindi un secondo filone dell'inchiesta che, il 22 agosto, ha portato all'arresto di Paolo Clemente Wicht, ex presidente dell'Udc ticinese. Come riferito dalla 'Rsi', la vicenda risale alla fine del 2013 quando un investitore accettò di finanziare a Wicht la ristrutturazione di tre appartamenti nel Sopraceneri. L’uomo immise nell’affare una somma compresa tra i 400 e i 700'000 franchi. Senza però rivedere nulla.

Wicht ha ammesso l'esistenza del prestito. L'avvocato Enrico Germano, raggiunto dalla Rsi, ha sostenuto che “La questione non ha però rilevanza penale. Appena possibile il mio cliente avrebbe infatti restituito il denaro”.

Il difensore: 'Nessun secondo filone'

Per il tramite del suo legale, l'avvocato Enrico Germano, Paolo Clemente Wicht tiene a puntualizzare che il servizio televisivo di ieri sera, riportato oggi sui quotidiani, parla di “un secondo filone dell’inchiesta e/o di altri guai”. Ciò non corrisponde al vero ed è la prova dell’ennesima strumentalizzazione mediatica del caso che vede tuttora in detenzione preventiva il sig. Wicht. Sono state interrogate diverse persone che a vario titolo hanno avuto rapporti finanziari con il sig. Wicht concedendogli liquidità per varie operazioni commerciali, di cui sono in gran parte ancora in essere. Malgrado il prosieguo dell’inchiesta, allo stato attuale gli unici accusatori privati (due unici ab initio) sono la moglie e l’investitore privato, come dall’inizio dell’inchiesta.

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