Luganese

L'aeroporto secondo Filippo Lombardi

Oggi lo scalo compie ottant'anni: cosa dice il consigliere agli Stati, che entra nel CdA di Lasa

Ti-press
27 agosto 2018
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Lo scalo aereo di Lugano-Agno compie 80 anni: la ricorrenza sarà celebrata stasera alle 18 nel Gazebo dell’aeroporto malcantonese. Fra le numerose personalità che hanno annunciato la loro presenza – politici e industriali, anche Tity Kessel, prima donna pilota che già fece da madrina all’inaugurazione di 80 anni fa – ci sarà Filippo Lombardi, che proprio oggi entrerà a far parte del Consiglio di amministrazione di Lugano airport Sa (Lasa) nominato dal Consiglio comunale di Lugano in sostituzione di Emilio Bianchi. Il consigliere agli Stati è già stato attivo su tematiche riguardanti l’aviazione, come presidente dell’Aspasi (Associazione dei passeggeri della Svizzera italiana), per dieci anni, con diversi interventi parlamentari e... come ottimo viaggiatore. Entra in un momento delicato per lo scalo, nonostante il prossimo riavvio della Lugano-Ginevra a opera di SkyWork.

«Lugano è diventato un punto di partenza abbastanza frequente, specie negli anni d’oro di Crossair. Era anche l’inizio della mia avventura parlamentare» ci dice Filippo Lombardi. «Ricordo che c’erano addirittura tre voli al giorno su Berna, non parliamo di quelli di Ginevra, su Zurigo, su Basilea, Roma, e altre destinazioni». Nel frattempo per Lugano airport le cose sono molto cambiate. Come mai dopo Crossar si è spenta la luce? «Con la cannibalizzazione di Crossair per salvare il salvabile di Swissair, c’è stata un’esplosione dei costi e per la nuova compagnia Swiss è quasi impossibile fare voli regionali concorrenziali. Anche perché non è stata seguita l’indicazione che io con altri avevamo dato nell’ambito dei lavori della Commissione parlamentare che svolse l’inchiesta sul grounding Swissair, di cui io facevo parte, di creare una costola della Swiss che riprendesse i voli regionali immediatamente dopo la ricapitalizzazione, che ricordo costò cinque miliardi di franchi versati da Confederazione, Cantoni, Comuni ed economia privata… È una storia molto triste che ha colpe più che altro esterne rispetto all’aeroporto di Lugano e al Ticino».

La cronaca recente ci dice che per i piccoli aeroporti è sempre più difficile far quadrare i conti. Per Agno non rischia di essere una battaglia persa? «Esiste un esempio completamente opposto, che è l’aeroporto di Altenrhein, vicino a San Gallo, che con una sua compagnia aerea, due aerei più un terzo di riserva riesce a fare quattro collegamenti al giorno con Vienna, un certo numero di charter e un utile sia come aeroporto che come compagnia aerea» ci risponde Lombardi. «Quindi non è impossibile far funzionare un Lugano airport. Ma bisognerà ricreare delle condizioni, che non saranno più quelle d’oro di Crossair, ma che devono rendere vivibile e sostenibile un aeroporto come quello di Lugano». Qualcuno però ricorda i fiaschi rimediati tentando di aprire o riaprire nuove linee, come quella per Berna... «Il volo soltanto su Berna non ha senso, sono il primo a dirlo, ma il concetto che era di Crossair, e forse un domani di SkyWork deve essere una rete di voli, come si faceva Lugano-Berna con prosecuzione su Parigi, o Londra, o Bruxelles, mentre arrivando a Lugano c’era la possibilità di continuare per Roma, Venezia, Firenze. Certo, bisognerebbe farlo ai costi giusti utilizzando sulle varie tratte al 100% il potenziale di aerei disponibili». Filippo Lombardi sarà il nuovo presidente della Lugano airport? È stato designato al posto del Ppd Emilio Bianchi. «Di certo non esiste un diritto di successione... In ogni caso il Ppd ha già dichiarato in Consiglio comunale che non rivendica la presidenza dell’aeroporto». Ambrì e la nuova Valascia, l’aeroporto... Lombardi è l’uomo delle missioni impossibili? «… e il Giornale del Popolo, Teleticino... tutte mission impossible. Alcune sono riuscite bene, alcune le ho lasciate in altre mani e poi hanno concluso la loro storia, anche se hanno resistito oltre vent’anni dopo la mia partenza, e qui penso al GdP. Con l’Ambrì siamo sul guado. Non ho mai mancato di impegno nel sostenere queste cause».

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