Lugano

Marketing per combattere la crisi dei negozi

Municipio e commercianti faranno capo a una società specializzata. Si lavora anche sugli orari di apertura dei negozi tramite le clausole previste per le ‘città turistiche’.

Una nuova identità per essere attrattiva verso turisti, gitanti e… clienti (Ti-press)
22 agosto 2018
|

Sarà uno studio di marketing, affidato a professionisti e accompagnato da una ‘task force’  ad inquadrare le chance che ha Lugano di profilarsi nel mercato del turismo e dello shopping. Sulla base di questo documento dovrebbe risultare più semplice capire in quale direzione andare, segnatamente quali eventi proporre, per rianimare una città dove le serrande abbassate si stanno moltiplicando in modo inquietante.

Se n’è discusso ieri all’incontro fra una rappresentanza dei commercianti cittadini e il Municipio di Lugano, nuovo ‘round’ di un percorso volto a mettere a fuoco i contorni di una crisi difficile da capire fino in fondo. I negozianti, ma anche gli esercenti, si trovano a combattere una specie di idra a nove teste:  la concorrenza del commercio online, il franco troppo forte, la fine di quel segreto bancario che portava illustri clienti, ma anche gli affitti diventati troppo cari per la nuova situazione, il Piano viario, i posteggi e quant’altro. Il dito ora viene puntato sul tipo di animazione proposto dal Comune. Abbondante, certo, ma che ai commercianti appare poco efficace. Per Cristina Valobra, titolare di un negozio in via Nassa, e rappresentante dei  commercianti nel gruppo di lavoro, la «revisione della tipologia degli eventi e la loro localizzazione è un passo basilare». Bisogna, dice, «riposizionare» l’offerta cittadina. C’è troppo nel centro e sul lungolago, ecco la lamentela, e poco o niente altrove. Servono eventi trainanti, questo un secondo punto, che facciano parlare di Lugano conferendo uno stile inconfondibile alla città. Finita o quasi l’epoca della piazza bancaria si cerca insomma una nuova identità. E il tempo non è molto.

Serrande su fino alle 21 di sera?

Cosa dice il Municipio? Roberto Badaracco, municipale responsabile del settore manifestazioni, controbatte in parte all’accusa di essere troppo focalizzati sul lungolago e su un certo tipo di eventi. «Devo ricordare che con le misure di risparmio del 2013 il budget a nostra disposizione si è molto ridotto: oggi la città organizza solo il 30% degli eventi che si tengono a Lugano, mentre il 70% è proposto da associazioni o promotori privati. E sono gli organizzatori a chiedere che i loro eventi si tengano nel centro di Lugano». Non mancano nemmeno  le critiche alla qualità di certi appuntamenti. C’è chi rimpiange le grandi mostre alla Pinacoteca Thyssen, capaci, si ricorda, di attirare grandi folle in città. Altro grosso tema, quello degli orari di apertura. I commercianti hanno chiesto, e ottenuto, che il Municipio si attivi per fare pervenire a Lugano lo statuto di ‘città turistica’ con relative agevolazioni sugli orari di apertura. Il tutto sulla base della nuova legge sui negozi. Fa gola la possibilità di aprire fino alle 21 in settimana, e la domenica, almeno nei quartieri di Lugano ritenuti di maggiore interesse  turistico, appunto, come potrebbero essere il Centro, Cassarate, Gandria, Loreto. In definitiva ci si muove su più fronti. La questione della nuova immagine sembra stare a cuore anche al sindaco Marco Borradori: «Lugano dovrebbe diventare un brand, come esempio penso alle città di Mon­treaux o di Lucerna, legate alla musica». Rimandata, ma solo per ora, la ‘vexata quaestio’ dei posteggi. Per Mario Tamborini, altro noto commerciante, in realtà la mancanza di posteggi sarebbe un luogo comune: ma questo si pensa di Lugano. Sono allo studio soluzioni per esentare, o rimborsare, delle spese di posteggio chi fa lo shopping in città, più moderne del vecchio ‘gettone’.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE