Luganese

Il cubo di Rubik, rompicapo utile... al cervello

Intervista al responsabile di Swisscubing: nell'era digitale e a 44 anni dalla sua creazione il gioco spopola nel mondo. Sonvico al centro di una gara di abilità

(Ti Press)
6 agosto 2018
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Il cubo di Rubik è sempre stato un gioco affascinante ma soprattutto un rompicapo che... il capo rischia di rompertelo davvero. Per risolverlo, un australiano, il più veloce al mondo, impiega 4,22 secondi, in poche parole neanche il tempo di scartarlo dall’imballaggio.

Il gioco nasce dall’idea di un professore universitario di architettura, l’ungherese Erno Rubik, oggi 74enne. L’obiettivo? A differenza della falsa credenza che vuole che il cubo fosse stato creato per spiegare meglio ai propri studenti la tridimensionalità, lo scopo sta nel risolvere un problema strutturale muovendo singole parti in modo indipendente senza far crollare l’intero meccanismo. Rubik non si rese conto di aver creato un rompicapo, destinato alla fama mondiale, finché non ‘mescolò’ per la prima volta il cubo. L’originale differiva da quello che oggi conosciamo: era monocolore, di legno e con gli angoli smussati ed interessò inizialmente il mondo dei matematici.

Con i suoi 43 miliardi di miliardi di ‘permutazioni’, ossia i vari ordinamenti possibili, e nonostante i suoi 44 anni, questo gioco è ancora uno dei più apprezzati, usato e venduto in circa 450 milioni di esemplari ogni anno nel mondo. Il fatto di essere conosciuto a livello globale è un’altra delle sue caratteristiche che lo rende comune e accessibile a tutti, anche a Sonvico, quartiere di Lugano, dove si è tenuta una competizione di Speedcubing, in cui a vincere è la persona che riporta il cubo al suo stato originale nel minor tempo possibile. Cogliendo l’occasione abbiamo potuto porre qualche domanda al portavoce di Swisscubing, associazione che promuove il rompicapo dell’architetto ungherese su territorio elvetico, Ioannis Papadopulos.

Può descriverci le varie discipline in competizione?
Tra le discipline in competizione ci sono ovviamente quelle “classiche”, ovvero risolvere il cubo il più semplicemente possibile. Si passa poi alle competizioni un po’ più “estreme” tra le quali ci sono la One handed, in cui è concesso usare una sola mano, la Blind­folded, cioè risolvere il rompicapo bendati. È possibile, ve lo assicuro, nessuno scherzo! Poi ci sono Pyraminx, che non è un cubo ma una piramide, e Megaminx, che è un puzzle dodecaedrico a 12 colori (il più bravo, uno svedese, ci mette 42,28 secondi a risolverlo).

Quanti anni hanno solitamente i partecipanti?
I partecipanti, circa una trentina in media nell’ultimo torneo e provenienti da tutto il mondo, avevano un’età compresa tra i 14 e i 20 anni ed erano prevalentemente di sesso maschile.

Com’è possibile che un gioco analogico come questo possa essere tutt’ora ancora moderno, famoso e usato nell’era digitale?
Credo che il fatto di essere un gioco non digitale sia ciò che lo rende speciale. Ci puoi giocare ovunque ed è un efficace allenamento per il cervello. Oltretutto ogni anno diventa ancor più famoso e popolare. Negli ultimi tre anni i partecipanti alle varie competizioni sono aumentati ad oltre 10’000 all’anno e al momento ci sono oltre 100’000 membri in tutto il mondo, di cui 369 in Svizzera.

Lei è un participante? Ha mai preso parte a una di queste gare?
Sì, lo sono. Questa è la mia quarantacinquesima competizione dal 2013. Ho inoltre preso parte a 2 gare mondiali e una europea.

Può descrivere l’associazione “Swiss­cubing” e dirci quando è nata?
Swisscubing è stata fondata nel 2017, con questo vogliamo che lo Speedcubing diventi attività professionistica anche in Svizzera in modo da creare competizioni di sempre più grande portata. Cerchiamo di essere più famosi e riconosciuti a livello sportivo, un po’ come gli scacchi. L’organizzazione mondiale, la World Cube Association nata nel 2004, supportata da quelle regionali, organizza competizioni in tutto il mondo. La sua missione è di far diventare il gioco il più popolare possibile condividendo lo spirito per cui persone provenienti da tutto il mondo possano così divertirsi insieme in un’atmosfera amichevole, aiutandosi l’uno con l’altro ed essere sportivi.

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