Luganese

Tram-Treno del Luganese, semaforo verde dalla Gestione

La commissione ha firmato ieri il rapporto favorevole – con riserva i socialisti – al messaggio con il credito da 63 milioni per la colossale opera viaria

6 giugno 2018
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Prossima fermata: Gran Consiglio. La Commissione della gestione e delle finanze ha firmato ieri il rapporto favorevole al messaggio governativo sul Tram-Treno del Luganese. L’invito al legislativo è quindi di approvare il colossale progetto viario, affinché siano sbloccati i milioni necessari per realizzarlo (63 quelli a carico del Cantone, cfr. infografica). Sebbene i deputati socialisti abbiano dato il proprio sostegno con riserva (cfr. correlato), il favore della Gestione rappresenta un ulteriore passo in avanti – dopo il preavviso altrettanto positivo della Commissione speciale della pianificazione del territorio (Cspt) in aprile – nel lungo e tortuoso iter che dovrebbe decongestionare la più trafficata regione ticinese.
«Il messaggio è stato in commissione per parecchi mesi, l’abbiamo approfondito molto – valuta il correlatore Nicola Pini –, facendo tante audizioni: privati, associazioni, la Cspt e anche il Consiglio di Stato. Siamo favorevoli a questo progetto importante, ambizioso, strategico. Abbiamo però formulato una serie di auspici e richieste per far sì che – senza perdere i finanziamenti da Berna – sia il più possibile migliorato e condiviso da chi si oppone». Semaforo verde quindi, ma con chiari paletti di cui, il Gc prima e il Cds poi, si dovrà tener conto. In primis, gli aspetti formali. Data la vastità del progetto, la Gestione invita l’esecutivo – e in particolare il Dipartimento del territorio guidato da Claudio Zali – al ‘bon-ton’: informazione, chiarezza, trasparenza, dialogo, coinvolgimento.


Pini: ‘Per evitare che sia un progetto monco, si proceda subito con le tappe successive’

Queste le parole chiave per ampliare il consenso. Non solo una raccomandazione, ma una necessità, alla luce delle numerose – quasi 130, un record – opposizioni pervenute all’Ufficio federale dei trasporti. Di queste, una fetta considerevole riguardano quella che si è rivelata la porzione più controversa del tracciato: l’asta Manno-Bioggio. Il rapporto riconosce la contrarietà del governo all’alternativa lungo il binario industriale delle Ffs esistente, spronandolo tuttavia ad assecondare nei limiti del possibile le esigenze di tutti. In particolare, è richiesto il massimo sforzo per venire incontro ai bisogni della florida zona industriale dell’area e ai suoi accessi (che nei mesi scorsi erano stati messi in dubbio da diversi opponenti). Si chiede di valutare inoltre l’introduzione di un accompagnatore che possa garantire la qualità paesaggistica e urbanistica, soprattutto degli snodi più sensibili, come il Cavezzolo di Bioggio.
Più critica la posizione riguardo all’altro grande tema caldo: il prolungamento del tracciato verso Nord. Quest’ultimo è già previsto – seppur non in questa fase – fino alla stazione Ffs di Lamone-Cadempino, immaginata come un hub potenziato rispetto a oggi. Un’ipotesi che non piace a tutti, tant’è che una petizione popolare ha raccolto oltre 2’500 firme affinché il tram-treno prosegua invece fino alla stazione Ffs di Taverne-Torricella. Mentre questa variante è attualmente bocciata dal Cds, la Gestione auspica che sia effettuato un dettagliato studio comparativo fra le due alternative e che solo allora sia scelta quella migliore.
L’intermodalità è forse l’aspetto in cui i commissari chiedono le modifiche più sostanziose rispetto al messaggio. Oltre al confermato P&R allo snodo di Cavezzolo, se ne chiede la creazione entro l’avvio della rete di uno anche a Suglio – nel comune di Manno, vicino all’accesso autostradale – e il potenziamento di quello a Ponte Tresa. Non sarebbero inoltre da escludere neanche ulteriori, più piccoli, P&R intermedi in altre località lungo la linea. E proprio lo snodo di Suglio suscita preoccupazioni: pur appoggiando il progetto nel suo insieme, l’Ufficio federale delle strade ha inoltrato infatti un’opposizione, temendo che l’incrocio possa non reggere il carico di traffico nelle ore di punta e spingendo quindi per una soluzione alternativa all’attraversamento previsto (il tram dovrebbe intersecare la Cantonale).
«Per evitare che sia un progetto monco – conclude Pini – è fondamentale che si proceda subito con la progettazione delle tappe successive: il prolungamento a Nord (Lamone o Taverne e Cornaredo) e Sud (Pian Scairolo)».

Il Ps: l’attuale linea collinare Flp sia mantenuta

Quattro punti e il semaforo da verde diventa giallo. I membri socialisti della Commissione gestione e finanze – Pelin Kandemir Bordoli, Milena Garobbio e Ivo Durisch – hanno infatti firmato con riserva il rapporto favorevole al messaggio sul Tram-Treno. «Sosteniamo il progetto nel suo insieme e il credito – spiega il deputato –, a seguito delle audizioni e delle analisi tuttavia, dal nostro punto di vista si potrebbero apportare ulteriori miglioramenti, a cui il Consiglio di Stato non dovrebbe restare insensibile».
I punti cruciali sono come detto quattro. In primo luogo il mantenimento dell’attuale linea di collina della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa (Flp), nello specifico la tratta che dalla città si snoda da Sorengo e Muzzano fino a Bioggio. «Non facciamo un errore già fatto una volta (il riferimento è alla vecchia linea tramviaria urbana, ndr), togliendo un trasporto pubblico utile». Riguardo a quest’aspetto, il governo sembrerebbe essere tuttavia decisamente fermo: mantenendo anche questa linea, la Confederazione non finanzierebbe più il servizio – come fa oggi per oltre la metà delle spese –, che andrebbe a pesare sulle spalle cantonali. «Le aree interessate – spiega Pini – dovrebbero venir allacciate tramite un capillare trasporto su gomma, con anche dei vantaggi: si toccherebbero alcune zone oggi non servite dal trasporto pubblico, come la Piodella».


In Gran Consiglio entro fine mese

Un secondo tasto dolente è il comparto di Cavezzolo a Bioggio: «A nostro avviso, allo stato attuale viene compromesso un po’ il potenziale della zona – ancora Durisch –, un’alternativa sarebbe l’accesso in galleria più a Sud, prolungando l’attuale viadotto a Nord dell’aeroporto».
La controversa asta Bioggio-Manno (cfr. articolo principale) è poi al centro anche delle perplessità socialiste, che vorrebbero una maggior attenzione alle altre proposte. Il quarto punto infine è «un po’ futuristico. È la proposta di Rail Valley: invece di scavare le scale mobili sotto la stazione Ffs di Lugano, propone di realizzare delle gallerie ferroviarie elicoidali. Bisogna valutarne l’impatto economico e l’attuabilità». Come le riserve socialiste si ripercuoteranno in votazione, lo sapremo fra un paio di settimane, quando il credito sarà sottoposto al Gc.

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