Luganese

‘È tempo del Parco letterario’

Accolti i ricorsi e annullata la licenza edilizia di nove unità abitative uni e bifamiliari

25 maggio 2018
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Accolti i tre ricorsi – due di cittadini confinanti e uno della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) – e annullata la licenza edilizia rilasciata dal Municipio di Collina d’Oro all’architetto Alvaro Bühring concernente l’edificazione di sette unità abitative unifamiliari e due bifamiliari.
I ricorsi – annota la Stan in un comunicato stampa – “sono stati accolti per la violazione delle Norme di attuazione del Piano regolatore, segnatamente in merito alle distanze dal confine e per il superamento della superficie utile lorda”. Per contro il Tribunale cantonale non si è pronunciato sulle due principali obiezioni sollevate dalla Stan, ovvero l’impatto paesaggistico del progetto e il valore culturale e di memoria civile del complesso costituito dall’ex Casa Rossa e dal suo parco.
Nella nota stampa la Stan rimarca peraltro il suo invito alla Commissione della gestione e al Gran Consiglio ad accogliere la mozione del 22 settembre 2014, «Creiamo il parco letterario Hermann Hesse patrimonio dell’Umanità”, nonostante il parere negativo del Consiglio di Stato.
Per la Stan vi sono due principali motivi per salvare il complesso rappresentato dalla Casa Rossa e dal parco: uno riguarda la sfera più personale della vita del grande scrittore tedesco, l’altro attiene al ruolo pubblico di intellettuale impegnato. “Il primo – puntualizza l’associazione a difesa dell’arte e della natura – è che Hesse nella Casa Rossa visse trentadue anni, i due terzi del suo soggiorno in Ticino e anche se oggi è molto cambiata rappresenta una tappa fondamentale per chiunque sia interessato a ripercorrere, a Montagnola, i luoghi di uno degli scrittori più amati del Novecento, ancora oggi il più letto grazie a Siddharta”.

Fu fulcro della visione antinazionalista e solidale del grande scrittore tedesco

La seconda ragione che porta a voler tutelare questo che è considerato un bene comune sta nel fatto che “la Casa Rossa – scrive la Stan – nell’Europa di oggi sempre più divisa e pericolosamente tentata dal ritorno ai vecchi confini nazionali, può essere vista come il simbolo dell’adesione a un sistema di valori, in primo luogo l’antinazionalismo e la solidarietà, che appare come l’unico in grado di dare una speranza al vecchio continente”. La Casa Rossa fu, infatti, per Hesse il luogo dell’impegno civile a favore dei perseguitati e contro i totalitarismi che lo portò, nel 1946, a ricevere anche il Premio Nobel («un uomo buono – si legge nella menzione – che ha lottato, che segue con una fedeltà esemplare la sua vocazione e che è riuscito a tenere alta la bandiera dell’umanità in un’epoca tragica»). “Hesse – come riportava lo scrittore Carlo Zanda – fu un uomo coerente che per coerenza rinunciò agli agi del successo. E seppe essere impopolare quando, alla caduta del nazismo, non si stancò di censurare l’opportunismo dei suoi compatrioti dinanzi all’ascesa di Hitler, pretendendone una piena ammissione di responsabilità”.
Oltre al territorio e all’arte, sono dunque questi i valori che si vogliono preservare, ovvero quella memoria fondamentale per il futuro di una comunità.

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