Luganese

Video dell'Isis su Facebook: rinviato a giudizio

Un turco attivo a Lugano ha ricorso contro il decreto d'accusa a suo carico

Ti-press
19 maggio 2018
|

Propaganda a favore del gruppo vietato ‘Stato Islamico’, condividendo, il 30 settembre 2016, sulla bacheca del suo profilo Facebook un video. Di più. Tra il 30 settembre e il febbraio 2017, a Lugano e in altre località, avrebbe condiviso sullo stesso social network cinque video che mostrano atti di cruda violenza verso esseri umani.

Sono queste le imputazioni delle quali dovrà rispondere un cittadino di nazionalità turca il prossimo 31 agosto (ore 9) davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona. Il collegio giudicante sarà composto da un giudice unico della Corte penale e il processo si svolgerà in lingua italiana. L’imputato, residente in Ticino – che non è in stato di detenzione e si presenterà al dibattimento a piede libero – è stato condannato con decreto d’accusa dal Ministero pubblico della Confederazione, decreto contro il quale il presunto simpatizzante dell’Isis ha interposto ricorso e che pertanto sarà rinviato a giudizio in agosto.

La Procura federale contestualizza la natura dei reati: il cittadino turco è accusato per il titolo di rappresentazione di atti di cruda violenza (secondo l’articolo 135 del codice penale) e di violazione dell’articolo 2 della legge federale che vieta i gruppi ‘Al-Quaïda’ e ‘Stato Islamico’, nonché le organizzazioni associate – si legge sul sito del Tribunale penale federale dove compare l’aggiornamento del processo. Il cittadino turco era stato indagato a piede libero dalla Procura federale nel febbraio 2017, unitamente all’ex agente di sicurezza, turco e svizzero 32enne, allora alle dipendenze della Argo 1 Sa, l’agenzia di sicurezza privata bellinzonese alla quale il Cantone aveva affidato la sorveglianza del centro di accoglienza per richiedenti l’asilo di Camorino – di lì a pochi mesi per il mandato assegnato dal Dipartimento della sanità e della socialità scoppierà l’omonimo caso politico Argo 1. Il 32enne era stato arrestato in un blitz antiterrorismo in Ticino con l’accusa di aver ospitato a casa propria due amici partiti da Lugano per andare a combattere per l’Isis in Siria e poi morti in un raid della coalizione internazionale.

Un anno fa il blitz antiterrorismo

Il 32enne con doppia nazionalità, difeso dall’avvocato Carlo Borradori, è stato processato e condannato lo scorso agosto davanti al Tpf di Bellinzona con rito abbreviato a due anni e mezzo, di cui sei mesi da espiare. Al dibattimento, svoltosi con rito abbreviato, aveva ammesso le proprie responsabilità. Le indagini della Procura federale erano iniziate dopo un’intercettazione telefonica della Digos di Lecco nel febbraio 2016 nella quale il 32enne parlava con Abderrahm Moutaharrik, il cittadino marocchino campione di kick-boxing che si allenava in una palestra luganese e poi condannato in Italia, due anni fa, per terrorismo internazionale.

Tuttavia la vicenda giudiziaria che vedrà a processo il cittadino turco residente in Ticino, seppure partita da uno stesso filone investigativo, non si inserisce nel quadro dei presunti reclutatori dell’Isis e dei cosiddetti combattenti ribelli stranieri, foreign fighters. Il cittadino turco – dichiara, da noi interpellato, il suo avvocato difensore Costantino Castelli – si professa innocente. Il legale il prossimo 31 agosto si batterà pertanto davanti al Tribunale penale federale contro la condanna inflittagli dal Ministero pubblico della Confederazione e richiederà l’assoluzione da ogni imputazione.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔