Luganese

Ponte Tresa, il Cc 'boccia' 9 a 8 l'aggregazione

In votazione, solo consultiva, si sono espressi a favore invece i legislativi di Monteggio, Sessa e Croglio. Il sindaco di Ponte Tresa: 'Non ci fermiamo'

Ti-Press
15 maggio 2018
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Forse non un ostacolo, ma almeno un incidente di percorso. Sebbene quelle di lunedì sera siano state delle votazioni esclusivamente consultive, sul percorso aggregativo che Monteggio, Sessa, Croglio e Ponte Tresa stanno portando avanti, pesa l’esito negativo del Consiglio comunale di quest’ultimo. Il risultato, va detto, è di misura: nove contrari, otto favorevoli e un astenuto. «Lo considero un pareggio – valuta il sindaco Daniel Buser –, sarà la popolazione a decidere». Positivo il riscontro negli altri tre Comuni malcantonesi.

'Non siamo contro l'aggregazione, ma contro il progetto'

«La questione è stata a mio parere un po’ politicizzata – considera amaramente Buser –, non si è votato tanto per il bene del paese, ma forse anche un po’ per partito preso. C’è stato un intero schieramento politico (la lista civica ‘Un futuro per Ponte Tresa’, ndr) che ha votato contro, senza dare valide spiegazioni». Delle motivazioni ci sono invece, ci spiega il presidente della lista oppostasi, Claudio Walter. «Non siamo contrari all’aggregazione, ma a questo progetto – specifica –, che presenta alcune problematiche. Nel rapporto sono assenti le criticità, sono illustrati solo i punti positivi: non è stato fatto un lavoro obiettivo. Mancano temi importanti. Il traffico per noi è un grosso problema e non se n’è neanche accennato, ad esempio, come per la valorizzazione del lago. Abbiamo poi delle perplessità sulle cifre: se prevedono 13,7 milioni d’investimenti finanziati con 1,5 milioni annui di autofinanziamento senza toccare il moltiplicatore, significa non battere chiodo per nove anni». «Nostro compito è indicare un orientamento – replica Buser –, l’evoluzione sarà poi data dagli esecutivi e dai legislativi che ci seguiranno».


Quattro funzioni per ogni ‘quartiere’


Prima di arrivare a quello stadio, ci sono altri passi dell’iter da seguire. «E noi li faremo uniti, con gli altri tre Comuni – prospetta il sindaco –, non ci fermiamo. Servirà da lezione all’esecutivo affinché informi ancora meglio la popolazione. Sono abbastanza fiducioso». Sebbene il progetto sia nato solo l’anno scorso, Buser ricorda come un primo studio strategico – comprendente però anche Astano – fosse nato già un decennio fa. «Sono numerose le collaborazioni già esistenti sul territorio – aggiunge –, con 11 milioni di gettito e 3’300 abitanti saremmo il terzo comune per importanza del Malcantone (dopo Agno e Caslano, ndr)».
Se a Ponte Tresa – che nel progetto dovrebbe diventare la sede politica del nuovo comune Valle della Tresa – si discute, la consultazione ha dato esiti molto più chiari negli altri tre paesi coinvolti. A Monteggio, i favorevoli sono stati sedici, nessun contrario e quattro astenuti. «C’è stato entusiasmo, consapevolezza di dover andare avanti – spiega il sindaco Piero Marchesi –, il progetto corrisponde alle aspettative. La nostra ragione ha bisogno di una riorganizzazione istituzionale. Il nuovo Comune avrà migliori capacità d’investimento, si potranno proporre nuovi servizi (come un nuovo asilo)». Nel progetto, a ogni futuro quartiere è stata attribuita una funzione. Istituzionale quella di Ponte Tresa, educativo per Croglio, cultura e tempo libero per Sessa e gestione del territorio a Monteggio. «Sono quattro comuni complementari – ancora Marchesi –, non c’è un polo aggregatore, ma equilibrio».
Ancor meglio è andata la votazione a Croglio. «Il Municipio è molto soddisfatto – dichiara la sindaca Margherita Manzini –, diciassette favorevoli, un contrario e un astenuto. Pur essendo un comune che potrebbe camminare da solo ancora qualche anno, siamo tutti o quasi concordi. Abbiamo nove frazioni, dovremo ora incontrare la popolazione per convincerla della bontà del progetto». «C’è stato un dibattito molto costruttivo – riporta infine il sindaco di Sessa, Sergio Antonietti – i contrari (6, rispetto agli 11 favorevoli) vedono delle problematiche legate ai tempi, che sono effettivamente veloci. È perché siamo un gruppo affiatato, con interessi convergenti e diverse sinergie già funzionanti». La parola alle urne entro fine anno.

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