Luganese

Caso di bracconaggio a Carona: centrato sparviere

L'Associazione protezione uccelli selvatici denuncia il ferimento di un esemplare protetto colpito all'ala sinistra da due pallini

6 febbraio 2018
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È arrivato al centro di cura e riabilitazione per uccelli selvatici, gestito dall'Apus, negli scorsi giorni. Si tratta di un esemplare di sparviere maschio, trovato a terra ferito da un privato a Carona. «Esaminandolo – hanno spiegato i responsabili dell'Apus – ci siamo immediatamente resi conto che aveva una frattura all’ala sinistra e le sue condizioni generali erano piuttosto critiche. Abbiamo subito provveduto a stabilizzarlo e a dargli tutte le cure di cui necessitava».
Solo la radiografia ha permesso di definire le esatte cause: non si trattava di un trauma per cause accidentali, ma le lesioni erano dovute a uno sparo. Erano infatti chiaramente visibili due pallini di piombo di piccolo calibro rimasti dentro la coscia sinistra. La rottura delle diverse ossa (ulna, radio e clavicola) era la conseguenza dell’attraversamento dell’ala da parte dei proiettili. Da qui la denuncia del caso di bracconaggio. «La situazione dello sparviere era troppo grave per riabilitarlo e reintrodurlo in natura, non sarebbe mai più riuscito a volare. Detenere questa specie in cattività per lunghi periodi – ha rimarcato l'Apus – è pressoché impossibile. Sono abilissimi cacciatori specializzati nel catturare piccoli volatili e topi, il loro terreno di caccia è principalmente la fitta boscaglia e hanno sviluppato un corpo sottile e un volo veloce e agile. Ci teniamo a precisare che, contrariamente a quello che molti pensano, gli sparvieri non cacciano il pollame, sono troppo piccoli per riuscire a sollevare un simile peso». L'Apus ricorda anche che «tutte le specie di uccelli indigeni, compresi i rapaci, sono protette dalla legge e ne è vietato e sanzionato l’abbattimento. Inoltre il punto dove è stato ritrovato questo esemplare è nel paese, vicino alle case, in un posto in cui non è assolutamente concesso sparare».

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