Luganese

'Quell'incidente in elicottero poi… il buio'

La condanna di un 44enne luganese: guidò senza patente durante un periodo contraddistinto da problemi psichici e fisici venuti in seguito del crash

6 febbraio 2018
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Una vita come molte. Il lavoro, gli amici. Nessun debito con la giustizia, fino a una decina di anni prima, quando, copilota di una società di eliservizi, è protagonista di un grave incidente. Un cavo che non viene liberato correttamente e l'elicottero risponde impazzito. Lui costretto a buttarsi da una quindicina di metri e il compagno pilota, intrappolato nell'abitacolo, resta offeso per tutta la vita. Un choc che lo ha fortemente segnato negli anni seguenti. Comincia ad avere delle crisi di panico frequenti, perde il lavoro. Da qui l'inizio degli 'alti e bassi'. Alcol e canapa si aggiungono ai problemi psichici e fisici. Sebbene gli fosse stata ritirata la patente di guida per precedenti condanne, prende l'auto della madre e in due nuove occasioni, nel febbraio e nell'ottobre del 2016, percorre il tratto Novaggio-Caslano e ritorno. Oggi a processo alle Correzionali di Lugano, presiedute dal giudice Rosa Item, è stato condannato a 8 mesi sospesi per un periodo di prova di tre anni. 'Un'ultima occasione' è stata definita dalla presidente che, in extremis, complice un certificato medico sopraggiunto in mattinata per mano dell'avvocato della difesa d'ufficio, Sabrina Aldi, ha concesso la condizionale. Più duro era stato il procuratore pubblico Roberto Ruggeri nel chiedere dieci mesi da espiare. Il pp pur non parlando di reato odioso aveva comunque sottolineato la pericolosità degli atti commessi farciti di 'menefreghismo e irresponsabilità'.

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