Luganese

Lugano, il Municipio sblocca gli scatti alla Polizia comunale

Sull'onda dell'analoga misura cantonale, s'era deciso di 'saltare' quelli per il 2018. Un articolo del Rod però lo impedisce e l'esecutivo fa dietrofront.

Foto Ti-Press
2 febbraio 2018
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I poliziotti della Comunale di Lugano possono dormire sonni sereni: il Municipio ha deciso di ritirare la propria proposta di sospendere gli scatti salariali per un anno, quello in corso. Presa a fine 2017, la decisione è stata duramente contestata dall’Organizzazione cristiano-sociale ticinese (Ocst) e conseguentemente ritirata pochi giorni fa. La contestata misura è figlia della parificazione di gradi e salari delle polizie comunali alla Cantonale.

«Siamo molto contenti che il Comune sia tornato sui suoi passi – ci dice il segretario cantonale dell’Ocst Lorenzo Jelmini –, decidendo saggiamente di concedere ciò che è di diritto. È un atto dovuto non solo per il lavoro che fanno, ma anche come parità di trattamento nei confronti degli altri dipendenti comunali». La notizia è arrivata ieri, frutto probabilmente del settimanale incontro municipale. E una conferma arriva anche dal vicesindaco. «Ci sono state delle trattative con la Federazione svizzera dei Funzionari di Polizia (Fsfp) – spiega a sua volta il capodicastero Sicurezza Michele Bertini –, accompagnati dall’Ocst. Ci è stato chiesto un riesame della decisione e il Municipio ha optato per accogliere la richiesta. Forse abbiamo un po’ sottovalutato il tema». Dietro al provvedimento, non tanto volontà di risparmio quanto piuttosto un eccesso di zelo: «Si è pensato di seguire l’esempio del Cantone, per adeguarsi», giustifica Bertini.

Con il Cantone c’è però una differenza tutt’altro che trascurabile. Il quadro legale: il Gran Consiglio – nell’ambito delle misure di risparmio – ha infatti votato una legge sugli stipendi comprendente un articolo in cui è specificato che con il passaggio alla nuova scala, nel 2018 non ci sarebbero stati scatti. «A Lugano l’esecutivo ha deciso da solo di non concederli» contesta il sindacalista.

Un ricorso era già (quasi) pronto

I poliziotti sono venuti a conoscenza della misura poco più di un mese fa. La sezione luganese della Fsfp ha contattato l’Ocst, «e noi abbiamo chiesto di ritrattare – ricorda Jelmini – in caso contrario saremmo intervenuti inoltrando un ricorso. E per noi era abbastanza chiaro che avrebbe avuto un esito positivo». Anche una sola opposizione accolta sarebbe poi stata sufficiente per tutto il Corpo.

A far tornare il Municipio sui propri, sembrerebbe un po’ azzardati, passi è stato soprattutto l’articolo 40 del Regolamento organico dei dipendenti comunali (Rod). Dal 1° gennaio di quest’anno Lugano ha adottato la nuova scala salariale. Tuttavia, già un paio d’anni fa la Città aveva precorso parzialmente i tempi, uniformando i gradi e aggiungendo uno scalino di stipendio in più. «Nel regolamento che abbiamo approvato nel 2016 – sottolinea Bertini – c’è scritto che eventuali misure di risparmio del Cantone non contano per i dipendenti del Comune». La misura, in sostanza, contrasta con le disposizioni in vigore. Al momento, inoltre, il Rod è in revisione: quando entrerà in vigore tutti gli altri dipendenti verranno pure loro ancorati a una nuova scala salariale, ma lo scatto verrà loro concesso. «Ci sarebbe stata una disparità di trattamento con i poliziotti», evidenzia quindi Jelmini, aggiungendo: «Anche solo per un anno, la mancata concessione dell’aumento verrebbe riportata sugli anni successivi con delle pesanti perdite finanziarie».

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