Locarnese

Lungo il ‘Maschinenweg’ la strada della gestione si divide

A Ronco s/Ascona vi sono due rapporti sul credito di 100mila franchi necessario alla sistemazione del sentiero antincendio che taglia il pendio

(Archivio Ti-Press)
30 gennaio 2023
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Tutti concordi sulla necessità di tutelare il patrimonio boschivo che protegge l’abitato di Ronco s/Ascona. Non c’è invece unanimità di consensi sui modi in cui intervenire per proteggerlo dagli incendi anche grazie al sentiero antincendio ‘Maschinenweg’ che taglia il pendio, favorendo l’arrivo di pompieri e mezzi in quota. Il tema, lo ricordiamo, sarà all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio comunale, in programma il 6 febbraio. La Commissione della gestione, chiamata a pronunciarsi nel suo preavviso sulla sistemazione di quest’opera (credito richiesto dal Municipio pari a 100mila franchi), si è infatti divisa in due. Secondo i firmatari del rapporto di minoranza, quest’opera edificata negli anni Sessanta-Settanta basa la sua efficacia su due principi fondamentali: la creazione di una striscia libera da vegetazione di una quindicina di metri, con funzione di tagliafuoco; secondo, un impiego carrabile per i mezzi di lotta alle fiamme. Non da ultimo, il sentiero ricopre anche un interesse turistico, mettendo a disposizione degli escursionisti una bella camminata a metà montagna tra Ascona e Brissago.
La pista forestale, complice la mancata manutenzione, negli anni è purtroppo stata invasa dalla vegetazione lungo i suoi bordi e nelle scarpate sottostanti, perdendo quindi parte della sua utilità. L’Ufficio forestale si è fatto avanti sottoponendo al Comune un’offerta finanziaria interessante e una serie di correttivi importanti che restituirebbero al Maschinenweg la sua piena funzionalità. Sussidiato nella misura del 70%, l’intervento a detta della minoranza sarebbe dunque da mettere in cantiere.
Non la pensa così la maggioranza della Gestione, che nutre parecchi dubbi sul genere di lavori proposti; le perplessità dei firmatari riguardano la reale capacità di una striscia di 15 metri liberi da vegetazione d’impedire alle fiamme di attraversare il sentiero. Questo perché vi sono degli effetti-camino prodotti dalla morfologia del territorio (riali e piccole vallate) che alimentano la propagazione delle fiamme, rendendo vano il lavoro dei soccorsi. Lo dimostrano alcuni esempi. Secondo aspetto, quello delle neofite; gli sfalci, soprattutto quelli eseguiti ai piedi delle linee dell’alta tensione, favoriscono il propagarsi di piante non autoctone. Terzo elemento, quello dei costi di manutenzione, a detta dei firmatari sottostimati (si parla di 22’500 metri quadrati da sfalciare una volta all’anno). A questo punto, quale alternativa i relatori del rapporto di maggioranza della Gestione propongono di procedere con un dirado selettivo della vegetazione. La manutenzione sarebbe meno onerosa e si lavorerebbe con il bosco invece che contro il bosco. Da qui l’invito a respingere il messaggio municipale.

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