Locarnese

Ex caserma Losone, un passo indietro (e nessun passo avanti)

In attesa della sentenza del Tribunale federale sulla pianificazione del comparto, il Comune prende atto del ‘no’ alla zona Sac sulla Piana d’Arbigo

È di proprietà del Comune dall’inizio del 2016
(Ti-Press)
17 gennaio 2023
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Per l’ex caserma di Losone la situazione resta al palo. Anzi: si registra un passo indietro. La pianificazione prevista dal Comune – con destinazione sport, svago e cultura e con ampie zone verdi – era stata contestata e il dossier è fermo al Tribunale federale di Losanna dall’estate del 2021. Risale invece ai giorni scorsi la notizia che la bonifica del grande terreno prativo, con trasformazione in area potenzialmente agricola, non si può fare. La creazione della zona Sac (Superficie per l’avvicendamento delle colture) da parte delle Ffs, come compensazione per i campi e i pascoli che saranno sacrificati sull’altare della nuova officina di manutenzione a Castione. La Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio ha espresso parere negativo vincolante nell’ambito della procedura ricorsuale. "Il sedime presenterebbe infatti una serie di contenuti naturalistici rilevanti che mal si presterebbero a una sua riqualifica quale superficie Sac".

Contro l’opzione Losone erano insorti il Wwf, Pro Natura e Ficedula: per le tre associazioni vanno tutelati gli aspetti naturalistici dell’area, vista la presenza della cavalletta Smeraldino e del pipistrello Vespertilio maggiore. Per l’Unione dei contadini, invece, la soluzione era geograficamente insostenibile, già solo per la distanza da Castione. Il Municipio losonese, dal canto suo, aveva avanzato la richiesta di un ampliamento del progetto, con l’inserimento della rinaturazione del riale Segna e la sistemazione della strada che dall’Arbigo scende verso la zona Gaggiole.

Due progetti che ora cadono? «Diventa tutto più complicato – risponde il sindaco Ivan Catarin –. Per la strada che va al golf 18 buche e verso un’area residenziale, pensavamo a un allargamento, con l’abbattimento di alcuni capannoni dell’ex caserma. Ora cambiano i parametri e quindi dobbiamo valutare alternative. Sul tavolo ci sono diverse varianti, che si limitano alla manutenzione e a un eventuale allargamento del tornante per garantire una maggior sicurezza ai veicoli e agli altri utenti. In ogni caso, prima o poi dovremo mettere mano a questo tratto viario. Diverso il discorso per la rinaturazione del riale, che probabilmente, non essendo un progetto prioritario, slitterà».

Pianificazione, percorso a ostacoli

L’ex caserma era stata acquistata dal Comune per 4,45 milioni di franchi all’inizio del 2016. Il comparto occupa una superficie di oltre 120mila metri quadrati e ospita diversi edifici. Primo fra tutti la caserma vera e propria, edificata fra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni 50. Il Comune aveva approvato una variante di Piano regolatore per il comparto, che però era stata contestata da un ricorso, accolto dal Tribunale cantonale amministrativo. Il Comune si era quindi rivolto al Tribunale federale (nell’agosto del 2021) e da allora l’iter è interrotto.

Tempi lunghi. «In effetti – afferma Catarin –. La struttura a livello regionale, e cantonale, è ritenuta ideale quale futuro polo delle arti sceniche con l’Accademia Dimitri, il Cisa, la Ticino film Commission e il "Base camp" estivo. Ma la riqualifica degli stabili è ancora in sospeso per il ricorso al Tribunale federale contro la variante di Pr adottata dal Consiglio comunale alla fine del 2019. Quindi, attualmente ci limitiamo a gestire la struttura con usi provvisori consentiti». In sostanza, l’ex caserma può ospitare truppe dell’esercito per corsi di ripetizione o militi della Protezione civile.

Le questioni pianificatorie erano già state analizzate al momento dell’acquisto. Nel relativo messaggio municipale (era il mese di febbraio del 2019), veniva specificato che l’area "non si configura come una zona edificabile". Tema approfondito dall’autorità locale assieme al Consiglio di Stato (CdS). Quest’ultimo nel luglio 2015 sottolineava l’interesse pubblico del comparto e la sua importanza regionale: "Proprio per questi motivi, come da voi giustamente evocato, la destinazione pubblica di questo comparto è già stata consolidata negli strumenti pianificatori delle strategie territoriali cantonali e regionali, ovvero il Piano direttore cantonale (scheda
R/M2) e il Programma d’agglomerato del Locarnese (PALoc) – scriveva il CdS al Comune –. In questo senso la ricerca di soluzioni atte a insediare contenuti d’interesse pubblico (...) possono essere considerate coerenti con la pianificazione di ordine superiore".

Restituzione? "Non entra in linea di conto"

Nello stesso messaggio venivano contemplate le possibilità/eventualità di restituzione: "Nel caso in cui entro 10 anni dalla data del trapasso di proprietà, ossia dal 31 ottobre 2017, il Comune di Losone non abbia ancora realizzato un cambiamento di destinazione del comparto ex Caserma, il Comune dovrà ricedere alla Confederazione, allo stesso prezzo di acquisto di 4,45 milioni di franchi, tutti i beni immobili acquistati, nello stato di fatto e di diritto in cui si troveranno a quel momento", si leggeva nello stesso messaggio municipale del 2019. E più avanti: "Il diritto di ricupera non è comunque dato e verrà a decadere definitivamente nel caso in cui non dovesse essere possibile realizzare un cambiamento di destinazione del comparto per decisione di un’autorità amministrativa e/o giudiziaria superiore. Tra il Comune e la Confederazione è stato parimenti stabilito che qualora non fosse possibile, entro il termine di 10 anni dalla firma del contratto, ossia dal 21 gennaio 2016, procedere alla nuova pianificazione del comparto in una zona diversa da quella attuale, il prezzo di acquisto dovrà essere ridotto secondo quanto verrà stabilito da una perizia che dovrà essere allestita da parte di un terzo indipendente designato di comune accordo fra le parti e, in caso di mancato accordo, dal Presidente pro-tempore del Tribunale delle espropriazioni".

Si potrebbe arrivare a una restituzione del comparto al vecchio proprietario? Catarin è perentorio: «Una tale manovra non entra in linea di conto. La nostra strategia resta invariata: da una parte attendere la sentenza del Tribunale federale e dall’altra proseguire con un nuovo iter pianificatorio che ottemperi alle decisioni delle istanze precedenti. L’obiettivo resta quello di trasformare la struttura, dopo i necessari e futuri lavori di adattamento, in un centro di eccellenza per le arti sceniche e la settima arte».

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