Minusio

Quanto è breve il passo dal referendum ai tappi nelle orecchie

L’ininterrotto cantiere della fermata Tilo rovina i giorni e (soprattutto) le notti degli abitanti. Tommasini: ‘Siamo giunti al limite psicofisico’

Il cantiere visto dal cielo
(Ti-Press/A. Crinari)
4 gennaio 2023
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Un rumore da cantiere continuo e costante. Seghe circolari, betoniere, colpi di mazza dopo le 11 di sera. E la luce "perenne", per illuminare, dal tardo pomeriggio e per in pratica tutte le notti, le zone di lavoro. Non ne possono più, gli abitanti in zona Remorino a Minusio: le grandi manovre delle Ferrovie federali svizzere per realizzare la fermata Tilo stanno rubando la tranquillità diurna e anche quella notturna di un quartiere che si dice giunto al limite e si sente snobbato da chi dovrebbe o potrebbe ascoltarlo. «Praticamente non si dorme più – afferma Tiziano Tommasini, ex vicesindaco, già promotore della domanda di referendum contro la fermata e ora capofila dei protestatari per i disagi da cantiere –. E oltre al grandissimo problema dei rumori c’è quello della polvere, che ci impedisce persino di arieggiare. Se penso che ne avremo ancora per un anno mi viene l’angoscia».

Una specie di discesa agli inferi

Era iniziato male ed è continuato anche peggio, il rapporto fra Tommasini e la fermata Ffs-Tilo prevista in zona Remorino, a un tiro di fionda da casa sua. L’ex municipale, come si ricorderà, aveva lanciato una doppia domanda di referendum per bloccare sul nascere la fermata Tilo (era in discussione il credito votato dal Consiglio comunale per la quota parte di Minusio) e contestualmente la sistemazione viaria circostante. Risultato: proceduralmente, il credito per la fermata non era referendabile, così la popolazione era andata alle urne per confermare o bocciare il credito per una sistemazione stradale (via Verbano e via Remorino) che in fondo non dispiaceva neppure a Tommasini. La logica, per fortuna, aveva vinto grazie a un voto chiaramente favorevole all’arredo urbano, salvando Tommasini e i suoi da una situazione oggettivamente imbarazzante.

Orari sempre più estesi

Poche settimane dopo, a cantiere iniziato, l’ex politico, più battagliero che mai, si è presentato alla stampa con gli occhi rossi di chi ultimamente ha dormito ben poco. «La situazione è assolutamente scandalosa. Secondo le rassicurazioni iniziali, il cantiere avrebbe dovuto essere in funzione dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 17.30, con una pausa fra mezzogiorno e le 13. Ma questa situazione è durata un mese perché, visti i ritardi accumulati, le Ffs hanno cambiato radicalmente orari e turni, estendendo le attività di cantiere dalle 6 alle 22, senza interruzione. E già lì era un disastro. Poi è stato introdotto anche il sabato lavorativo, poi ancora le notti, dalle 22 alle 4. Infine, ci è stato comunicato un 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La nostra resistenza fisica e mentale è giunta al limite».

Tommasini riconosce l’esistenza di regolari permessi rilasciati da Confederazione e Ufficio del lavoro, ma lamenta la scarsissima predisposizione al dialogo o al compromesso da parte delle Ffs: «Ci dicono le cose, certo, ma dopo che sono già successe. Quindi nessuna informazione preventiva, solo un "eccoci qua" a conti già fatti. Se ci lamentiamo, ci danno il menavia. Un po’ come succede con la Polcomunale quando viene chiamata non solo per i rumori di cantiere, spesso sopra gli 80 decibel di notte, ma anche per gli schiamazzi degli operai: beh, ci dicono, i permessi ci sono e non resta che mandar giù la pillola». E/o trovare buoni tappi per le orecchie.

La ninnananna? A colpi di mazza

Un video girato con il telefonino è significativo: il contesto è notturno, nulla si muove in zona Remorino se non i macchinari di cantiere, che incessantemente fanno avanti e indietro. Poi irrompe un suono secco e ripetuto: è quello della mazza, l’equivalente del continuo rintocco di una campana ascoltato a distanza ravvicinata, ma più metallico e disturbante. L’orario sul display indica le 23.14. «Tutto il quartiere è sul piede di guerra – aggiunge un altro abitante – ma gli 8 appartamenti in via Verbano 35 e 37 sono nel pieno della bufera fonica. Una famiglia ha già dato disdetta per marzo e le altre, chi ha potuto, sono partite per farsi ospitare da parenti o amici, dove possono ritrovare un po’ di tranquillità. Chi deve restare sta impazzendo».

Non bastasse, si apre la prospettiva di nuovi lavori da venerdì; probabilmente non meno rumorosi di quelli attuali: dalle 23 del 6 gennaio alle 4 del 13 febbraio il traffico ferroviario sarà infatti completamente interrotto tra Tenero e Locarno (con trasporti sostitutivi via bus). Lo hanno comunicato (questa volta prima, ma via stampa), le stesse Ffs, argomentando che lo sbarramento è necessario "per ridurre i tempi di realizzazione e per operare in sicurezza". Verranno posati un binario provvisorio lato lago e due nuovi scambi e nel contempo saranno realizzati diversi altri lavori, come la sistemazione su via San Quirico dell’area in corrispondenza del passaggio a livello e del sottopasso Remorino. "Una volta completate queste opere sarà possibile realizzare il nuovo binario lato montagna, così come i nuovi marciapiedi e gli accessi della fermata Minusio. La sua messa in esercizio è prevista per dicembre 2023", concludevano le Ferrovie federali svizzere.

Le Ffs: spiace, ma è così

Le quali Ffs, interrogate dalla "Regione" sugli attuali disagi e sulle possibilità di andare in qualche modo incontro alla popolazione residente, rispondono con l’aplomb che le contraddistingue: "Le Ffs, rispettivamente le ditte da noi incaricate per il cantiere della nuova fermata di Minusio, si attengono a tutte le regole vigenti. Ciononostante, non si può impedire che i determinati lavori creino alcuni disagi". Quanto agli orari, che rispetto alle rassicurazioni iniziali sono stati vieppiù estesi, "diversamente da quanto previsto e comunicato all’inizio, è stato necessario prolungare i lavori e includere anche quelli notturni per via degli imprevisti (generati ad esempio dalla scarsa qualità del sottosuolo) per garantire i termini programmati con l’interruzione totale della linea ferroviaria, pianificata dal 6 gennaio al 13 febbraio 2023".

Non sarebbe neppure vero che l’informazione agli abitanti è sistematicamente arrivata come i treni di altre nazioni a noi vicine, e cioè costantemente in ritardo: "Gli abitanti – puntualizzano le Ffs – sono stati debitamente informati. Comprendiamo che determinati lavori notturni possano creare dei disagi e ci scusiamo per i disturbi del riposo notturno". Come uscirne: con il dialogo, è convinta la regia federale; ma "in caso di necessità chiediamo gentilmente di essere contattati direttamente".

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