Locarnese

‘Garantire alle future madri del Locarnese qualità e competenze’

Il consigliere di Stato De Rosa risponde alle interpellanze sul nuovo progetto pilota in ambito ginecologico e ostetrico che interessa S. Chiara e Carità

7 novembre 2022
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«Questo progetto va nell’interesse delle donne, delle mamme e dei nascituri, assicurando standard qualitativi e di sicurezza. Non c’è un motivo finanziario o di risparmio alla base. Il suo obiettivo è quello di ottimizzare le risorse favorendo il mantenimento delle competenze nella regione e personale specializzato». Sono parole del consigliere di Stato Raffaele De Rosa, che ha così risposto – in occasione della seduta di Gran Consiglio – alle due interpellanze firmate da Matteo Pronzini (cofirmatari Arigoni e Lepori) e Laura Riget (Sirica, Durisch, Forini), attraverso le quali si chiedevano chiarimenti sul progetto pilota in ambito ginecologico e ostetrico annunciato a inizio ottobre e che coinvolge l’ospedale La Carità e la Clinica Santa Chiara di Locarno. Un progetto sostenuto dal Dipartimento sanità e socialità e che prevede che le nascite di tutto il Locarnese siano in futuro concentrate presso la struttura dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), mentre la ginecologia operatoria sarà concentrata presso l’istituto privato legato alla Clinica Luganese Moncucco. Cambiamenti che hanno suscitato alcuni dubbi nei granconsiglieri. Dubbi in particolare legati ai pericoli di una collaborazione tra pubblico e privato troppo sbilanciata (anche a livello d’introiti) verso quest’ultimo settore, con tutte le conseguenze del caso dal punto di vista della qualità delle cure, della sicurezza dei pazienti e dei costi sanitari.

De Rosa ha pure assicurato che un gruppo di monitoraggio seguirà il progetto sotto vari aspetti e che l’accorpamento delle due realtà nel settore della maternità è un passo necessario, visto che a oggi il numero di nascite, per giorno, è fermo a una media di un parto. Si eviterà così anche un’erosione di parti a favore di altre strutture fuori dalla regione.

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