Locarnese

Una pioggia di milioni per rifare i ponti di via R. Simen

Concesso all’unanimità dal Consiglio comunale di Minusio il triplo credito che consentirà di realizzare un investimento atteso da anni

26 ottobre 2022
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Anni di attesa sono valsi, quantomeno, un voto unanime da parte del legislativo di Minusio. Martedì sera è infatti passata con 29 sì (tutti i presenti) la tripla richiesta di credito per il rifacimento dei ponti di via R. Simen: il Remorino (4 milioni), il Fontile (4,3 milioni) e il Navegna (3,5 milioni). L’intervento richiederà 18 mesi di cantiere per la ricostruzione del Remorino e del Fontile (che avverrà in contemporanea) e altri 18 per quella del Navegna.

Il Piano del traffico in vigore dal 2008 definisce via R. Simen strada di raccolta da via Motta fino a via Cà di Ferro inclusa e, per il resto, strada di servizio, viene ricordato nel messaggio municipale. Parallelamente, il PaLoc la inquadra come importante via di transito a favore della mobilità lenta e auspica tutta una serie di misure di moderazione in sintonia con il carattere residenziale del quartiere. In questo senso va ricordato il progetto di moderazione sperimentale, condotto in collaborazione con Muralto (dove via R. Simen si chiama via G.G. Nessi) ma tuttora fermo al Tram a causa di alcuni ricorsi da parte delle società che rappresentano le due stazioni di servizio presenti sull’arteria.

‘Traffico parassitario evidente’

Su via R. Simen transitano 6-8mila veicoli al giorno dei 20mila che si contano alla Verbanella da e per Locarno. L’arteria è usata come scorciatoia in alternativa alla spesso trafficatissima via S. Gottardo, la parallela a monte. "Il traffico parassitario è evidente", scrive il Municipio. A ciò si aggiunga l’utilizzo della strada da parte dei bus del servizio di trasporto pubblico, dei veicoli pesanti fino a 30 tonnellate e di quelli di soccorso prioritari (polizia, ambulanza, pompieri). Via R. Simen è infine considerata un’alternativa d’emergenza in caso di chiusura prolungata della Mappo-Morettina.

Quanto ai tre ponti, furono costruiti nel 1936, concepiti per un traffico leggero a volume ridotto ed inseriti nella rete stradale agricola comunale. Tra il ’57 e il ’58 venne raddoppiata la carreggiata, nel ’76 aumentata la portata dei ponti, nel 2011 – sulla base dei regolari controlli effettuati dallo Studio d’ingegneria Lombardi – c’è stato un intervento di messa in sicurezza degli spazi sottostanti ai viadotti, e nel 2013 una nuova analisi per allestire un progetto di risanamento, accompagnato da un incarico allo Studio d’ingegneria Francesco Allievi di proporre un arredo stradale per trasformare via R. Simen in strada di quartiere. Nel frattempo è emerso che l’unica soluzione applicabile è la ricostruzione dei manufatti. La progettazione definitiva è dello Studio d’ingegneria Afry Sa di Rivera, con consulenza architettonico-paesaggistica dello Studio Michele Arnaboldi Architetti di Minusio. Lungo la strada si intende in sostanza favorire un sistema viario ridotto, diminuendo il numero degli accessi specialmente ai quartieri, proteggendo ed incoraggiando il traffico lento (pedoni e ciclisti).

Un ‘project manager’ per il controllo dei costi

In Consiglio comunale, per il gruppo Plr Dante Pollini ha sottolineato l’importanza dell’investimento sui ponti «a breve a lungo termine», notando l’impatto sul traffico e tutti gli accorgimenti paesaggistici connessi, e si è rallegrato per la nomina di un "project manager". La convinzione che il messaggio vada approvato a beneficio «della sicurezza degli utenti» è stata espressa, per l’Usi, da Aldo Zwikirsch, secondo il quale «i ritardi hanno comportato importanti aumenti dei costi» dell’intera operazione: «Da 7 a quasi 12 milioni, che cresceranno ulteriormente». Per questo «è fondamentale una gestione rigorosa dell’investimento» da parte di «un "project manager" che abbia un controllo effettivo su tutti gli aspetti del progetto». Zwikirsch ha anche auspicato un coordinamento con Ustra «per evitare concomitanze di cantiere con la prevista manutenzione della Mappo-Morettina». Da parte di Uniti x Minusio l’adesione è stata motivata da Andrea Branca, che ha parlato di «un progetto accurato, che oltre alle tematiche ingegneristiche affronta spunti di tipo architettonico e paesaggistico e di tipo progettuale che ampliano il raggio d’azione del solo progetto "statico", inserendolo adeguatamente nel sensibile contesto circostante». L’aspetto esecutivo, ha aggiunto, «è fondamentale per non portare al collasso l’intero sistema stradale del Locarnese e non solo di Minusio».

Passerelle al lago ed emolumenti Ses

Fra le mozioni, una di Miki Lukic (Uniti x Minusio), è "per la creazione di passerelle per facilitare l’accesso al lago" a disabili ed anziani. "Con la realizzazione di queste opere Minusio si dimostrerebbe anche precursore di un importante sostegno alle persone con difficoltà". Una seconda, di Andrea Branca, chiede invece di valutare la possibilità di realizzare un percorso per il Running sul lungolago Rivapiana "per circa 3 km, tramite l’inserimento di indicazioni numeriche fisse lungo la stradina rossa nei 2 sensi di marcia", più "una mappa generale che illustra lo sviluppo e le lunghezze sia di un percorso sportivo ‘stradina rossa’, sia di uno lacustre ‘lungoriva’" e una palestra all’aperto.

Vi sono poi tre atti della Sinistra. Niccolò Mazzi-Damotti (Usi) auspica "l’implementazione di maggiori misure, anche anticipate, per la lotta alla zanzara tigre nel corso dell’anno; misure che dovranno essere intensificate nei periodi più problematici, che vanno ormai da marzo a ottobre". Con un’interpellanza, poi, lo stesso Mazzi-Damotti e Zwikirsch chiedono di adeguare i salari dell’organico al rincaro. E a proposito di spese, un’ulteriore interpellanza firmata dall’intero gruppo Usi tocca il Cda della Ses (di cui Minusio è azionista). "In un contesto così difficile per la nostra cittadinanza, non è assolutamente giustificato distribuire dei dividenti che, in ultima analisi, ricadono sulle spalle del consumatore-cittadino". Al Municipio viene chiesto fra l’altro se sia intervenuto per richiedere, come già fatto da Gordola, una revisione del tariffario; a quanto ammontino i salari della Direzione generale (con eventuali bonus); se sia "difendibile il fatto che i salari della Direzione generale siano superiori a quelli percepiti da un consigliere di Stato"; e quanto percepiscano gli altri membri del Cda.

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