Locarnese

Pestaggio in Rotonda, si ipotizza il tentato omicidio

È questa l’accusa avanzata contro parte dei cinque arrestati. All’origine del pestaggio, secondo la versione del gruppo, un battibecco per un ubriaco

17 ottobre 2022
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Un atto dovuto e puramente formale. È questa la spiegazione raccolta dalla "Regione" in merito alla decisione, anticipata dalla Rsi, degli inquirenti di ipotizzare anche l’accusa di tentato omicidio (e non più solo aggressione e rissa) nei confronti degli autori del brutale aggressione avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 ottobre in Rotonda di Piazza Castello a Locarno. O meglio nei confronti di una parte dei cinque giovani finiti in manette negli scorsi giorni, ossia coloro che si sono avventati con più ferocia e maggior coinvolgimento sulla vittima, un 26enne richiedente l’asilo srilankese.

Emergono inoltre ulteriori dettagli sulle dinamiche del pestaggio e a fornirli sarebbero proprio i cinque arrestati, di età compresa tra i 22 e i 30 anni. Stando alla loro versione dei fatti, il battibecco non sarebbe nato direttamente nell’arena della Rotonda, bensì – come peraltro già anticipato dalla "Regione" – nei paraggi. Sembrerebbe infatti che la comitiva di ragazzi si trovava al di fuori di un esercizio pubblico, quando una persona ubriaca avrebbe iniziato a infastidirli, all’esterno del locale e poi ancora nei pressi delle mura del Castello Visconteo. Ed è lì che sarebbe entrato in gioco il 26enne aggredito, il quale si sarebbe dichiarato "amico" dell’uomo che aveva bevuto un po’ troppo, cercando di difenderlo.

Sempre secondo gli indagati, il giovane dello Sri Lanka aveva con sé un coltello, ma questo è un punto sul quale gli inquirenti, coordinati dal procuratore pubblico Pablo Fäh, stanno ancora cercando di fare chiarezza, visto che l’arma bianca non sarebbe ancora stata ritrovata. Così come sembrebbe che la vittima, pestata senza pietà con tanto di lancio di pietre e colpi di skateboard alla testa – come si vede nel "famoso" video circolato in rete e dal quale è partita l’inchiesta –, dopo essere rientrata nel cantone a cui è assegnata senza passare da nessun ospedale ticinese, abbia nel frattempo fatto perdere le proprie tracce.

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