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Originalità e ambizione: la Cultura è in due parole

Direzione dei Servizi, con il bando uscito ieri la Città di Locarno cerca una figura in grado di ridisegnare l’intera struttura

Casorella
(Ti-Press)
3 ottobre 2022
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«Locarno può e deve ambire a ritagliarsi uno spazio maggiore in ambito culturale nel contesto ticinese. Lo può fare trovando e coltivando una sua propria originalità. Il potenziale c’è tutto». Possiamo prenderla come una dichiarazione programmatica, quella della capodicastero Cultura Nancy Lunghi nel giorno della pubblicazione del bando-bis per l’assunzione di un Direttore dei Servizi culturali per il "vero" dopo-Chiappini, se escludiamo l’impeccabile interinato assunto dall’archivista e storico Rodolfo Huber.

L’obiettivo, stando alla nota diramata ieri in mattinata dalla Città, è trovare "una Direttrice o un Direttore che sia in grado di ridisegnare coerentemente e in maniera funzionale ed efficace la struttura stessa dei Servizi culturali, ai quali attualmente sottostanno i tre Musei cittadini (Casa Rusca, Casorella e Castello Visconteo), nonché la biblioteca dei Servizi culturali, l’Archivio storico e amministrativo e l’amministrazione e promozione culturale della Città".

Gli obiettivi che i Servizi dovranno perseguire nei prossimi anni sono sostanzialmente tre: "Valorizzare le attività e il patrimonio esistenti; sviluppare una produzione e una programmazione culturale originale e ambiziosa; e al contempo garantire delle programmazioni espositive di qualità nei propri Musei". Scopi che però, con ogni evidenza, non potranno essere efficacemente raggiunti da una singola persona. Pertanto, "uno dei primi compiti richiesti alla nuova figura direttiva sarà quello di elaborare il tipo di gestione ideale per il buon funzionamento dei Musei cittadini e nel frattempo assicurare la curatela delle esposizioni, affidandosi anche a terzi, per esempio tramite mandati puntuali a curatori". La figura ricercata, puntualizza il Municipio, "va quindi intesa come un primo importante passo per poter ristrutturare efficacemente la gestione culturale della Città".

‘Qui ci serve un manager’

Il primo concorso per la Direzione dei Servizi era stato pubblicato nel novembre del 2020 e annullato a fine agosto 2021, quando ormai era alle battute finali. Il motivo: il Municipio si era reso conto che alla nuova figura doveva essere richiesto un profilo più ampio, da manager del settore culturale. Per capire esattamente quali dovessero essere i suoi compiti, era però necessario approfondire la situazione culturale locarnese. Un’analisi era stata così commissionata a una Commissione Cultura appositamente costituita. Sotto la presidenza della municipale Lunghi, avevano lavorato Giulia Maria Beretta, Niccolò Castelli, Roberto Maggini, Simona Martinoli e Renato Martinoni, più lo stesso Huber in qualità di segretario. Dopo aver analizzato l’evoluzione culturale locarnese e confrontato gli scenari di altre realtà comunali, la commissione aveva potuto formulare delle proposte concrete per la ridefinizione della struttura dei Servizi culturali: una base imprescindibile per consentire alla Città di riallestire e pubblicare il nuovo bando.

Bando che, per permettere la miglior adesione possibile al concorso, viene ora pubblicato in più lingue su portali specifici e internazionali. Il concorso rimarrà aperto fino al 25 novembre. Il grado d’occupazione è flessibile, tra l’80 e il 100%, "così da non escludere persone interessanti, ma con esigenze familiari, lavorative o formative incompatibili con un tempo pieno". L’entrata in servizio è prevista in data da convenire, idealmente nella prima metà del 2023.

L’intervista

‘I due bandi separati decisione strategica’

Nancy Lunghi, il futuro Direttore dei Servizi sarà quindi prima di tutto una figura di transizione con compiti più tecnico-amministrativi che non specificamente legati alla programmazione culturale?

No, sarà una figura permanente che però assumerà il ruolo direttivo più amministrativo-strategico legato alle necessità dei Servizi culturali, demandando invece la direzione dei Musei e la rispettiva programmazione espositiva a un’altra figura, che dovremo ancora ricercare; ma prima di farlo andrà disegnata una chiara strategia con l’aiuto del Direttore o della Direttrice dei Servizi. Quelli che dovrà svolgere la futura Direzione dei Servizi culturali sono compiti essenziali per una città ricca di realtà e offerte culturali (che vanno anche oltre ai Musei) e che purtroppo negli anni scorsi sono stati un po’ trascurati, visto che tali compiti erano stati affidati ad un’unica persona. Il grande passo avanti, rispetto al recente passato, è che ci si rende conto che ci vogliano due Direzioni distinte: una per i Servizi culturali, appunto più amministrativo-strategica, e una seconda per i Musei, più artistico-curatoriale e con competenze legate alla gestione museale.

La Commissione Cultura ha ipotizzato un futuro organigramma della struttura verticistica dei Servizi, almeno per quanto riguarda le specifiche funzioni dirigenziali?

La commissione ha sottolineato l’esigenza di dover dotarsi delle due Direzioni di cui ho detto. Però, rendendosi conto della necessità di ottimizzare le risorse ed avere una chiara strategia, ha considerato sensato partire dall’apertura di un bando per la figura direttiva per i Servizi, e quindi con qualità più operative/manageriali, oltre che chiaramente con una solida esperienza culturale. Tale figura dovrà portare le giuste competenze per sviluppare in maniera ottimale anche la gestione dei Musei. Nel breve periodo di transizione necessario per la messa in atto della strategia e la ricerca di una Direzione puntuale per i Musei, la commissione ha suggerito di affidarsi anche a terzi per la curatela delle mostre, così da garantire un programma espositivo di qualità e concedere le dovute risorse di tempo alla Direzione dei Servizi. Questo, da un lato per definire una strategia ottimale per assicurare il buon funzionamento dei Musei cittadini (arrivando nel breve termine a proporre una Direzione per gli stessi) e dall’altro per svolgere gli altri importanti compiti che le spettano. Fra essi mi piace segnalare la necessità di seguire con adeguata attenzione, valorizzandoli, anche ambiti meno appariscenti per il grande pubblico, ma essenziali per la produzione artistica (arti plastiche e figurative, cinema, danza, letteratura, musica, produzioni trasmediali e teatro), la conservazione, nonché la catalogazione e lo studio scientifico del patrimonio culturale della città (collezioni d’arte, archeologia, numismatica, biblioteca, archivio, monumenti e siti storico-culturali nel territorio).

Perché non uscire subito con i due bandi, sapendo che il secondo sarà comunque "inevitabile"?

Per il Municipio sarebbe eccessivamente rischioso, così come nominare prematuramente una figura responsabile di Casa Rusca a tempo parziale: rischierebbe di compromettere l’elaborazione di una strategia ottimale. Strategia che andrà sviluppata e attuata chiaramente nel minor tempo possibile, dotando così finalmente i Musei di una propria Direzione specifica e competente per l’ambito museale, con lo scopo di assicurare una continuità espositiva e la giusta professionalità ai Musei.

Istituendo più figure dirigenziali, non c’è il rischio che il nuovo apparato risulti troppo pesante dal profilo finanziario?

Questo è in parte anche il motivo per cui non si è usciti subito con due bandi. La nuova direzione dei Servizi culturali avrà l’importante e primario compito di sviluppare una strategia che tenga conto anche delle difficoltà finanziarie della Città, cercando nel limite del possibile di capire come rendere i Servizi più efficienti e soprattutto trovare finanziamenti da terzi (sponsorizzazioni o ulteriori convenzioni). Al di là di questo, preferisco parlare di investimento, piuttosto che di spesa: permetterà infatti di valorizzare sia l’importante patrimonio culturale della Città e della regione, che le varie realtà artistico-culturali, rivalorizzando quindi l’immagine di Locarno e a sua volta portando un introito anche economico.

A Locarno la Cultura dispone di un budget di 1 milione e mezzo di franchi (circa il 2% di tutti i costi). Personalmente lo reputa sufficiente per garantire un’offerta all’altezza dell’internazionalità che Locarno può vantare in primo luogo grazie al suo Festival? Detto in altre parole: crede sia opportuno rivedere il capitolo delle risorse economiche da destinare alla Cultura?

I mezzi per un programma culturale all’altezza del patrimonio che si vorrebbe valorizzare sono estremamente modesti. Negli anni è stato investito molto in infrastrutture ma non si è andati di pari passo con le risorse per far vivere al meglio tali strutture. Penso quindi che la nuova Direzione avrà anche l’importante compito di trovare soluzioni per far fronte a queste carenze.

La sua linea politica per l’allestimento del cartellone espositivo si orienta piuttosto su diversi artisti locali, oppure su un numero limitato di grandi nomi internazionali?

Sinceramente sarebbe presuntuoso pretendere che il cartellone espositivo si orienti su una mia linea politica. Quello che posso dire dall’esperienza fatta in questi mesi di dialogo con varie persone sensibili e/o esperte d’arte è che da un lato abbiamo un patrimonio di opere e artisti locali, o comunque con una rilevanza a livello regionale che meritano di essere valorizzati, e dall’altro Locarno è una Città che grazie ad eventi come il Film Festival può portare anche novità che arrivano da oltre confine. Quello che sicuramente è importante è ritrovare una linea originale e che, per evitare doppioni, tenga debitamente conto di quanto già si offre altrove nel Cantone.

Abbiamo accennato al Festival. La vocazione cinematografica di Locarno potrà secondo lei determinare in maniera più incisiva la programmazione culturale futura?

Assolutamente sì: l’audiovisivo è ancora, fortunatamente, un ambito che vede Locarno protagonista a livello cantonale, ma anche, grazie al Film Festival, internazionale. Il Palacinema è stata un’importante realizzazione culturale del recente passato, ma c’è ancora molto margine per poter aumentare il proprio peso, coinvolgendo per esempio maggiormente i partner formativi, quindi Cisa, Supsi e Usi, ma anche il mondo dell’industria cinematografica, puntando per il futuro a un polo audiovisivo vero e proprio. Inoltre, come il nuovo CdA sta già cercando di fare, non bisogna dimenticare la parte culturale: l’auspicio è sviluppare rassegne legate al mondo cinematografico. Sia per quest’ambito che per gli altri (ad esempio quello teatrale), sarà prezioso avere una Direzione che riesca ad avere una visione d’insieme e un dialogo frequente con le varie realtà.

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