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Locarnese, il bike sharing piace ai giovani

Circa un terzo dell’utenza del servizio di condivisione regionale ha fra i 16 e i 25 anni. Fra gli spostamenti maggiori quelli dell’ultimo chilometro.

Si salta in sella soprattutto per andare a lavorare, a scuola e fare commissioni
(Ti-Press)
21 marzo 2022
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Smonta veloce dalla sella, quasi ancora in corsa, chiude la bici e corre al binario saltando sul vagone poco prima che chiudesse le porte per partire. Protagonista di questo fotogramma è una ragazza che, arrivata in stazione a Muralto, parcheggia la bici blu del bike sharing e corre a prendere il treno – scritto per inciso, io il treno l’ho perso, arrivata a piedi pochi secondi dopo di lei –. È l’immagine scattante ed emblematica del servizio sul territorio locarnese, visto che circa un terzo dell’utenza è giovane.

Luigi Conforto, caposervizio dell’Ufficio energia della Città di Locarno, racconta il successo del servizio di bike sharing nella regione che ha puntato sulla diffusione capillare delle postazioni nella rete, affinché la bicicletta non sia "solo" una maniera di spostarsi rapida, sicura e sostenibile in città e nei comuni limitrofi, ma un nuovo modo di pensare. Oggi, la rete di condivisione delle biciclette conta ben 138 postazioni sparse in 24 comuni della regione con un totale di 646 biciclette (418 e-bike e 228 "meccaniche"). Servizio che vedrà un ulteriore sviluppo "a nord" dopo la decisione della scorsa settimana del Consiglio comunale di Bellinzona che ha accolto il credito di potenziamento della rete regionale, che triplica le bici e quadruplica le postazioni. Il mandato gestionale del servizio, lo ricordiamo, è dato alla Fondazione il Gabbiano: un progetto sociale che mira all’integrazione di giovani che stanno attraversando un periodo difficile nel loro percorso, reintroducendoli nel mondo del lavoro.

‘Ladri’ di biciclette

Torniamo a una cifra che fa ben sperare, quella dei giovani fra i 16 e i 25 anni – i "ladri" di biciclette – che sono circa il 35% dell’utenza. «Oltre che interessante, è un dato arricchente, perché significa che stiamo seminando bene e che i giovani hanno subito colto l’opportunità – anche per comodità – di una modalità di spostamento sostenibile che permette loro di creare e mantenere la propria rete sociale», spostandosi sia per recarsi a scuola, al lavoro, ma anche per svago. «Basti pensare che la postazione regina, con 20-25 bici, è quella del Fevi che è vicina al liceo e alla scuola professionale», osserva Conforto.

Diamo alcuni numeri

L’iniziativa era stata lanciata in Città nel 2016 con quindici postazioni per cento biciclette meccaniche: il processo si è poi sviluppato ulteriormente e ha vissuto un potenziamento nel 2018, ricorda il caposervizio, portando la rete a «96 postazioni con 489 bici, di cui 269 elettriche. I dati finora raccontano di un’espansione importante nel giro di poco tempo», naturalmente accompagnata dal grande entusiasmo tipico delle novità. L’importante interesse dell’utenza aveva trovato riscontro nei dati del 2019: «Oltre un migliaio gli abbonamenti annuali dei residenti, mentre le giornaliere (sottoscritte principalmente dai turisti) si attestavano attorno alle 500-600 unità». Successivamente, il numero di abbonamenti annui è leggermente calato: «Dopo un primo momento di euforia, c’è stato un assestamento, che è un fenomeno normale che fa parte di qualsiasi processo». Ora, gli abbonamenti annuali si attestano sulle 900 unità, «un dato importante. Va comunque osservato che sono aumentate le giornaliere, legate soprattutto al flusso turistico». Al di là delle sottoscrizioni di abbonamenti e giornaliere, sono consistenti le cifre dei noleggi registrati sull’arco di un anno: «Si viaggia sugli ottantamila, regolari sin dal 2019». Questo dato è interessante e mostra come il servizio non abbia subito contraccolpi eccessivi dovuti alla massiccia vendita di biciclette elettriche di questi anni, sostenuta anche dagli incentivi. Ciò dimostra che nonostante tutto non sono state intaccate le abitudini della sua utenza.

Fra i fattori principali che determinano l’uso delle bici condivise troviamo le condizioni meteorologiche (principalmente freddo, pioggia e neve), come illustra Conforto forte dei dati pubblicati da MeteoSvizzera: «Luglio e agosto 2021, per esempio, sono stati mesi caratterizzati da precipitazioni frequenti e abbondanti. Mesi in cui normalmente, statistiche alla mano, registriamo il maggior numero di noleggi». Concretamente, a luglio 2019 ci sono stati 12’700 noleggi, nello stesso mese del 2020 11’700, mentre sempre in luglio ma del 2021 "solo" 7’500, «un calo considerevole per un periodo normalmente molto positivo».

L’ultimo chilometro

Considerando il punto di partenza e quello di arrivo dei noleggi, il servizio è in grado di stabilire che buona parte di essi è effettuato «in tratte di al massimo sei chilometri, per spostamenti che non superano i venti minuti (il 95 per cento degli utilizzi sta in un quarto d’ora)». Questo dato racconta che le biciclette sono soprattutto prese «per l’ultimo chilometro, vale a dire la tratta conclusiva di un percorso più lungo», rileva il caposervizio.

Gli utenti pedalano dunque principalmente per spostamenti utilitari, ovvero per andare a lavorare, a scuola, a fare commissioni eccetera. «La rete di bike sharing è nata proprio con l’idea di permettere alla popolazione di scegliere un’alternativa ai mezzi motorizzati privati, spostandosi in modo più sostenibile. Questo è facilitato dalla diffusione capillare delle postazioni nei centri urbani (dislocate ogni 300/400 metri) e anche dall’app che permette di verificare il numero di bici presenti nel posto più vicino e che livelli di carica hanno, se si tratta di e-bike». Un dato più che positivo se si pensa che uno degli scopi del servizio è incentivare una mobilità alternativa, integrando la bicicletta al trasporto pubblico.

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