Locarnese

Apre ai Ronchini il centro d’accoglienza per profughi ucraini

La struttura in Vallemaggia, con 60 posti letto, nel giro di due giorni sarà al completo. Presto saranno pronte altre strutture ad Arzo e ad Airolo

Lo striscione decorato dagli alunni del centro scolastico
(Ti-Press/Golay)
16 marzo 2022
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Aprirà le porte domattina il centro d’accoglienza per i profughi ucraini ai Ronchini di Aurigeno. Nel giro di due giorni sarà al completo, ha spiegato ai giornalisti Ryan Pedevilla, capo della Sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione, nel corso di un incontro-stampa nella struttura valmaggese. «In seguito, il 21 marzo, entrerà in funzione un centro simile ad Arzo: si tratta di casa "La Perfetta", di proprietà della Comune di Chiasso. Il 26 marzo, toccherà alla "Casa al Mulino", di proprietà della Città di Mendrisio e situata ad Airolo. Tutte e tre gli stabili hanno più o meno la stessa capienza e le dimensioni sono adatte allo scopo. I profughi, in massima parte donne e bambini, dopo la registrazione a Cadenazzo e gli accertamenti medici vengono trasferiti in una postazione d’accoglienza, dove idealmente resteranno da due a quattro settimane; il tempo minimo necessario per trovare altre soluzioni d’alloggio. Ad esempio case e appartamenti messi a disposizione da autorità comunali, enti, fondazioni o privati. Attualmente in Ticino le proposte sono tante (almeno un centinaio) e dobbiamo valutare la loro idoneità». Chi avesse alloggi adatti può annunciarsi al proprio Comune o alla Protezione civile (PCi). Il ruolo di quest’ultima è essenziale nella gestione dell’emergenza. Ai Ronchini è il comandante Lorenzo Manfredi, della PCi Locarnese e Vallemaggia, a guidare i giornalisti nel "Campus", ristrutturato l’anno scorso. L’edificio è moderno, funzionale, luminoso e a diretto contatto con la natura. È annesso alle scuole dell’istituto della Bassa Vallemaggia (circa 200 gli allievi), diretto da Eusebia Togni: «Ci sono regole e disposizioni chiare, già spiegate agli alunni e alle loro famiglie. Tutti dovranno portare il massimo rispetto alla privacy delle persone che alloggeranno nel Centro, chiuso comunque ai visitatori, evitando che i profughi diventino oggetto di curiosità». Chiunque voglia fare donazioni, aggiunge Manfredi, dovrà farlo passando dalla PCi.

I 60 posti letto sono suddivisi in camerate e sono stati pensati spazi anche per le attività di svago o ludiche: mentre pranzi e cene saranno serviti nel refettorio scolastico, ma a orari diversi da quelli degli allievi: «Oltre a dotare il centro del wi-fi, abbiamo allestito alcune postazioni internet, per permettere a queste persone di restare informate sulla situazione in Ucraina e per comunicare con i loro cari». All’esterno i militi hanno costruito due rifugi in legno per gli animali domestici (uno per i gatti e uno per i cani), che sono giunti in Ticino con i loro padroni. All’interno dello stabile – dove saranno in vigore le norme anti-Covid (obbligo di mascherina) – gli animali da compagnia non potranno entrare.

La struttura è amministrata dal Consorzio scolastico della Bassa Vallemaggia, la cui delegazione è presieduta da Jonathan Pozzoni: «Il "Campus" era già stato prenotato da gruppi esterni per periodi di soggiorno, ma abbiamo chiesto loro di cedere il passo per permetterci di fronteggiare questa situazione e quindi le riservazioni sono state annullate. Desideriamo fare la nostra parte per aiutare e sostenere i profughi ucraini». Anche a livello finanziario il Consorzio – che fa capo ai Comuni della zona – non avrà guadagno, ma si limiterà a coprire i costi, dimostrando così la propria generosità. Va detto che le spese di vitto e alloggio vengono coperte dalla Confederazione, tramite la Segreteria di Stato della migrazione che pure gestisce l’assegnazione dei profughi ai Cantoni svizzeri.

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