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Locarno, uno sportello per le famiglie monoparentali

È aperto da inizio anno e offre ascolto e consulenza. L’associazione dedicata si impegna affinché le politiche familiari tengano conto della pluralità

‘Ogni bambino dovrebbe avere gli stessi diritti, in qualunque famiglia cresca’
(Pexels)
22 febbraio 2022
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Ora c‘è un luogo fisico. Da inizio anno, l’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite (Atfmr) ha aperto uno sportello a Locarno, in via delle industrie presso l’Associazione il Tragitto, con cui condivide l’ufficio. «Oltre a consulenze telefoniche o via posta elettronica, adesso le persone che abitano nella regione possono far capo a un ufficio per avere ascolto sul tema della monoparentalità», spiega Alessia Di Dio, coordinatrice Atfmr in Città.

Partiamo dando un paio di riferimenti storici: l’associazione è stata costituita a metà degli anni Ottanta da un nugolo di madri sole. «Inizialmente, è nato come gruppo di auto aiuto, socializzazione e condivisione di esperienze e attività», aggiunge Di Dio. Lo scopo era (ed è) dare supporto e sostegno ai genitori che si trovano a gestire figli e vita quotidiana da soli. Allora, il contesto sociale non era molto aperto alla realtà delle famiglie monoparentali, anzi il pregiudizio le stigmatizzava. Siamo quindi a inizio anni Novanta, l’operato dell’associazione si professionalizza con l’apertura di un segretariato a metà tempo, ciò per rispondere a richieste sempre più frequenti. In Ticino, «una famiglia su quattro è monoparentale o ricostituita; nella maggioranza dei casi (83 per cento) il genitore che se ne occupa è la madre», illustra la nostra interlocutrice. I numeri, sebbene piatti, indicano un contesto non indifferente che rispecchia i dati nazionali, secondo cui 180mila nuclei familiari in Svizzera sono famiglie monoparentali (dati forniti dall’Ufficio federale di statistica).

Tanti interrogativi e lavoro in rete

Oggi, rispetto a ieri, «la famiglia monoparentale non è più guardata con grande ostilità e pregiudizio, almeno non come lo era in passato, ma sul fronte della promozione e sensibilizzazione il lavoro deve essere continuo per scardinare un immaginario negativo e triste che in parte l’accompagna». Anzi, indica l’interlocutrice, per certi versi ci sono aspetti positivi in questa situazione, «i bambini possono crescere confrontandosi a modelli educativi diversi (messi in atto da mamma e papà), il genitore monoparentale deve spesso farsi carico anche di compiti e attività che generalmente sono svolti dal genitore dell’altro sesso, mostrando dunque ai figli modelli genitoriali capaci di scardinare gli stereotipi di genere dominanti. Spesso, inoltre, i figli di famiglie monoparentali imparano prima a essere maggiormente autonomi e, non da ultimo, possono acquisire la consapevolezza, attraverso l’esempio dei genitori, che anche le situazioni più complesse possono essere superate».

Una famiglia si definisce monoparentale quando «i figli nel quotidiano vivono con un solo genitore in seguito a una separazione, un divorzio, un lutto oppure nel caso di madri single. Se nel nucleo monoparentale fa il suo ingresso un nuovo compagno o una nuova compagna del genitore, magari accompagnato da altri figli, si parla di famiglia ricostituita». Nonostante la sempre maggiore diffusione di forme di famiglia di vario tipo, «nell’elaborazione delle politiche familiari e sociali si tende ancora oggi a dimenticarsi delle famiglie monoparentali». Come osserva la nostra interlocutrice, ciò pone le famiglie monoparentali di fronte a una serie di ostacoli e difficoltà. «Le preoccupazioni finanziarie, le difficoltà a orientarsi tra i servizi competenti, talvolta anche alcuni ostacoli burocratici, finiscono spesso per condizionare pesantemente il quotidiano delle famiglie monoparentali», continua Di Dio, affermando che «sono necessarie politiche familiari capaci di rispondere ai bisogni di tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro configurazione. Perché ogni bambino dovrebbe avere gli stessi diritti, in qualunque famiglia cresca».

Le difficoltà delle famiglie monoparentali si riflettono quindi nelle domande poste dalle persone che fanno capo al servizio, illustra la coordinatrice, che «spaziano in vari ambiti. Si va dalla richiesta d’informazioni sui passi da compiere per una separazione; aspetti tecnici di un divorzio; regolamento questioni sulla custodia e sull’autorità parentale; conciliazione lavoro e famiglia, quindi servizi extra scolastici», elenca Di Dio. A questa lista, va anche aggiunta l’esposizione di difficoltà quotidiane legate all’educazione dei figli, a conflittualità con gli ex partner, ma anche ai ruoli genitoriali in una famiglia ricostituita. Principalmente, però, «il tema che più preoccupa chi si rivolge a noi sono le questioni di ordine finanziario, quindi il contributo di mantenimento e le possibili prestazioni o sussidi esistenti. Se ci sono problemi specifici – chiarisce – indirizziamo l’utenza ai servizi competenti», che non di rado non si conoscono bene. L’ente funge così anche da nodo della rete, oltre a ciò, l’Atfmr dispone di uno sportello giuridico in collaborazione con due avvocate dell’Associazione con Equi-lab: «Offriamo ai nostri soci (la quota annuale è di 40 franchi; ndr) una consulenza legale gratuita per tutte le domande inerenti al diritto di famiglia».

Al di là degli aspetti "tecnici", l’associazione si propone come luogo di formazione, incontro e socializzazione: «Momenti preziosi di scambio di esperienze per l’ambito quotidiano ed educativo. A causa della pandemia e delle norme attuate, gli incontri sono stati sospesi. Ora speriamo di poter tornare presto a proporre occasioni di socializzazione e condivisione».

Un grande lavoro viene condotto sul fronte di sensibilizzazione e promozione (con conferenze e dibattiti) per essere visibili e far sì che le famiglie monoparentali siano riconosciute come parte integrante della società. «Miriamo a dar voce e rappresentare gli interessi di queste famiglie, affinché anche a livello pubblico si lavori a politiche familiari che tengano conto della diversità delle tipologie di famiglie e delle loro esigenze». L’immaginario paradigmatico, ci ripetiamo, si basa unicamente sulla famiglia "tradizionale", quella in cui i figli vivono insieme a una mamma e un papà; tuttavia i numeri – se non bastasse l’esperienza quotidiana di ciascuno di noi – tracciano un contesto cantonale e nazionale molto diverso e poliedrico.

Ulteriori e approfondite informazioni sono consultabili al sito web www.famigliemonoparentali.ch; lo sportello d’ascolto e consulenza è reperibile lunedì 16.30-18.30, mercoledì 9.30-11.30, venerdì 9.30-11.30 allo 091 859 05 45; la segreteria telefonica invece è sempre attiva. Per coloro che fossero interessati ad associarsi: www.famigliemonoparentali.ch/chisiamo/iscriviti.

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