Locarnese

Indemini: ‘Con il rientro il morale è tornato alto’

Fuggiti domenica notte dall’incendio sui monti del Gambarogno, i domiciliati sono di nuovo a casa e ringraziano pompieri, PCi e Polizia

Lo spaventoso scenario al momento dell’evacuazione del villaggio
(Ti-Press)
4 febbraio 2022
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Già nelle prime ore di stamattina nel posteggio di Indemini si contavano una decina di vetture. Gli abitanti domiciliati (che nella stagione invernale sono 22) hanno ripreso possesso delle loro case non appena è giunto il nullaosta delle autorità comunali. Nella notte tra domenica e lunedì erano fuggiti in fretta e furia dalle fiamme che hanno devastato i boschi dei monti del Gambarogno. Poi giorni di angoscia per quanto stava succedendo lassù.

«Ora che siamo di nuovo a casa il morale è tornato alto – racconta Fausto Domenighetti, già sindaco (fino alla fusione comunale) di Indemini –. Abbiamo vissuto momenti duri, con l’incognita per le nostre proprietà, per i luoghi che rappresentano la nostra vita. È brutto essere via, lontani, con quel senso d’impotenza che ti attanaglia. Mentre le fiamme distruggevano duecento ettari di boschi, a rincuorarci ci sono giunti tanti messaggi di vicinanza e di affetto. Ma c’è stata anche la comprensione e la solidarietà, con il Comune di Gambarogno e con i militi della Protezione civile che ci hanno seguiti e aiutati, trovando alloggi confortevoli anche per chi non aveva possibilità di essere ospitato da amici o parenti. La nostra gratitudine va pure alla Polizia e ai Pompieri: ho visto personalmente il fuoco che lambiva le case e loro che, con impegno e con tutti i mezzi a disposizione, hanno evitato la distruzione dei fabbricati. Gli dobbiamo tanta riconoscenza».

In paese, aggiunge l’intervistato, è tutto in ordine: «C’è l’elettricità e il telefono funziona. Resta il problema dell’acqua non potabile, con il Comune che ha trovato vie alternative per l’approvvigionamento. Ma sono convinto che la questione sarà risolta in tempi abbastanza celeri». E per il territorio distrutto dall’incendio? «Credo sia prematuro fare un bilancio adesso. Certo che una pioggia abbondante o mezzo metro di neve potrebbero aiutare la natura a riprendersi più in fretta».

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