Locarnese

Una nuova coppia di lupi in riproduzione in Onsernone

I due esemplari adulti sono accompagnati presumibilmente da 3 giovani nati in primavera. Nel 2021 dimezzate le predazioni sul bestiame in Ticino

(Keystone)
2 dicembre 2021
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Hanno trovato casa nella nostra regione. E da qui non traslocheranno probabilmente più, a meno che non sia la mano (armata) dell’uomo a far cambiar loro idea. Stiamo parlando della coppia di lupi, con prole al seguito (tre cuccioli ormai cresciuti) la cui presenza nel Locarnese, a cavallo fra il confine italo/svizzero – più specificatamente nell’areale compreso fra l’alta Valle Onsernone/ l’alta Valle di Vergeletto e la vicina zona confinante con la valle Vigezzo e la Formazza – è stata confermata dall’Ufficio caccia e pesca. È la prima volta che ciò avviene, dopo 4 anni. In questo comprensorio, che abbraccia decine di chilometri quadrati, lupi singoli sono da tempo segnalati, ma è la prima volta che in zona si accerta la presenza di più esemplari insieme.

Nella neve il passaggio dinnanzi alla telecamera

Dopo le recenti segnalazioni ricevute dal servizio di sorveglianza della fauna selvatica della Provincia Verbano-Cusio-Ossola, nella notte di sabato 27 novembre 2021, in alta Valle Onsernone è stata raccolta la testimonianza video della presenza di 5 lupi (2 adulti presumibilmente accompagnati da 3 giovani dell’anno, nati in primavera). Questo avvistamento è stato possibile grazie al sistema di monitoraggio allestito a livello cantonale dall’Ufficio caccia e pesca (Ucp), dotato di oltre 60 webcam posate in passaggi chiave in tutti i distretti del Ticino (escluso il Mendrisiotto).
Nel corso dell’estate 2021 nell’area della nuova muta, sono avvenute alcune predazioni, di cui una sola su territorio ticinese (le altre nel Vco). Più precisamene l’8 settembre 2021, sull’Alpe Sfille, dove 6 capre sono state predate (al momento dell’attacco gli animali si trovavano al pascolo nella natura, non protetti da recinzioni o cani da guardia), ma le analisi del materiale genetico a disposizione non permettono di ricondurre con certezza questo attacco alla nuova muta. Nel corso del 2020 e del 2021, il personale dell’Ucp ha raccolto numerosi campioni di Dna provenienti da sterco di lupo trovato nel comparto occupato dalla nuova coppia. Da queste analisi appare al momento ragionevole desumere che i due individui adulti in riproduzione siano M149 e F93.

Verosimilmente la prima riproduzione accertata

La coppia di lupi (probabilmente il maschio M149, presente almeno dal 2020 in zona e la femmina F93 presente almeno dal 2021) è la seconda che si è riprodotta e avvistata su suolo ticinese dopo quella che per 4 anni ha generato la prole in alta Valle Morobbia (dal 2015 al 2018). Questa era composta dal maschio M47 (geneticamente tracciato dal 2014) e dalla femmina F08 (geneticamente tracciata dal 2012 e morta per cause naturali nel 2018). A oggi, in Valle Morobbia, la riproduzione non è comunque certificata e nel corso del 2021 sono stati osservati regolarmente due lupi adulti, talvolta accompagnati da un subadulto, ma senza la presenza dei piccoli dell’anno. Qui, così come nel resto del territorio cantonale, il monitoraggio è sempre attivo e dinamico per mantenere sotto osservazione l’evoluzione.

I grossi branchi di lupi appartengono ad altre realtà

Maurilio Garbani-Nerini, guardacaccia di zona, segue con attenzione la questione del predatore: «I primi lupi che sono apparsi in Ticino erano esemplari maschi singoli, provenienti dall’Italia, che si muovevano alla ricerca di territori da colonizzare. Alcuni si sono stabiliti qui nell’area in maniera permanente e, trovata la compagna, ora hanno generato la prole. I piccoli, una volta cresciuti, a loro volta partiranno, lasciando i genitori nel nostro comprensorio. Questo comunque non deve far temere un proliferare incontrollato dei lupi. Le immagini dei branchi dei parchi nazionali americani che si vedono in televisione sono un’altra realtà e da noi non li avremo mai. Anche perché molti dei cuccioli che si sposteranno avranno vita dura. La selezione naturale farà sì che solo i più forti e furbi si salveranno. Gli esemplari inesperti, spesso purtroppo fanno una brutta fine (travolti da treni e auto, oppure feriti durante gli attacchi alle prede grosse come i cervi) e questo, di fatto, limita la crescita della loro popolazione. Il nostro lavoro di monitoraggio prosegue e probabilmente verrà pure intensificato. Quanto ai pastori e allevatori, nei mesi freddi col bestiame in stalla problemi non dovrebbero averne. Come sempre la prevenzione resta la miglior difesa delle greggi».

Predazioni in calo rispetto al 2020

Per quanto concerne gli attacchi sul territorio cantonale verso gli animali da reddito e da ricondurre ai lupi, nel 2021 si è constatata la metà dei casi rispetto al 2020 e più precisamente ne sono stati accertati una decina per un totale di circa 40 capi predati, spesso risultati non protetti.

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