Locarnese

Comparto Stazione, annullate dal governo le decisioni di Muralto

Clamorosa sentenza favorevole ai ricorsi contro l’approvazione della variante di Pr per l’intero comparto e il credito di 4,74 milioni per la pensilina

Più o meno tutto da rifare
(Ti-Press)
13 novembre 2021
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Ricorsi accolti e tutto da rifare per il Comparto Stazione Ffs a Muralto. Sia per quanto riguarda l’importantissima variante di Piano regolatore che permetterebbe lo sviluppo di una “nuova” stazione, con annessi e connessi; sia in merito al credito di 4,74 milioni di franchi per l’edificazione di una pensilina grezza. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza datata 10 novembre 2021, che annulla le due votazioni dell’ottobre 2020 da parte del Consiglio comunale.

‘Legislativo non correttamente composto’

Il primo motivo sollevato dai ricorrenti e preso per buono dal governo è di natura formale e riguarda le modalità del subingresso nel legislativo, appena in tempo per partecipare al voto, di 5 nuovi consiglieri comunali di Ordine e Progresso, che nella legislatura deteneva la maggioranza assoluta sia in Municipio, sia in Consiglio comunale. Nella sua sentenza il Consiglio di Stato fa un lungo preambolo, ma giudica “determinante ai fini del giudizio” la constatazione che le dimissioni di uno dei consiglieri poi sostituiti “non sono mai state oggetto di una decisione formale di accettazione, previo esame commissionale, da parte dello stesso organo legislativo comunale di Muralto, disattendendo così la chiara procedura fissata dai menzionati disposti normativi”. In più, tali dimissioni erano state “inoltrate solo via email al sindaco e non al Municipio di Muralto”, come invece previsto dalla Loc. Quanto rilevato nella sostituzione di questo consigliere comunale “costituisce un caso di disattenzione di una formalità essenziale prevista dalla legge, ragione per cui sussistono gli estremi di natura formale per l’annullamento delle decisioni” riguardanti i due messaggi municipali, “avendo il legislativo comunale di Muralto deliberato, la sera del 12 ottobre 2020, senza essere stato correttamente composto”.

‘Processi decisionali carenti’

Per altro, sottolinea il governo, le stesse decisioni devono essere annullate anche poiché “scaturiscono da processi decisionali carenti che non costituiscono una libera e consapevole espressione del voto”. Per arrivarci, presupposto “irrinunciabile” è “un’oggettiva ed esauriente informazione sul tema oggetto della deliberazione”. Compito che chiaramente compete il Municipio, ricorda la sentenza, il quale “vi provvede con la presentazione di messaggi che devono essere i più esaustivi possibile, poiché lo scopo degli stessi è proprio quello di orientare in modo esauriente i membri dell’organo legislativo e ciò affinché questi ultimi possano poi decidere in un secondo tempo con piena cognizione di causa”. Nel caso concreto, “dalla lettura del testo della proposta municipale” la richiesta di credito di 4,74 milioni di franchi “non riguarda soltanto una costruzione grezza, quanto piuttosto un’infrastruttura attrezzata, essendo tutte le infrastrutture e gli impianti e le finestre comprese nel credito di costruzione”.

Non tace, il CdS, che “la proposta municipale parla di un credito di costruzione, vale a dire di esecuzione dell’opera (...) e non di un credito di progettazione (di massima o definitivo)”. A dipendenza dell’ammontare dell’investimento netto, prosegue il Consiglio di Stato, “il messaggio dovrà pure esprimersi sulle conseguenze dell’investimento sulle finanze del Comune, valutandone i costi finanziari (interessi e ammortamenti), gli eventuali costi di gestione e manutenzione, eccetera. Questo poiché la ripercussione di un investimento sul conto economico può anche essere rilevante. In sostanza, si tratta di appurare la sostenibilità economica dell’investimento”. Per indicazioni sulle conseguenze finanziarie “si deve intendere, come minimo, un calcolo degli oneri finanziari legati all’opera (interessi e ammortamenti) senza dimenticare altre spese o ricavi ad esso legati (...)”. Tutto ciò premesso, il governo nota che il messaggio in questione “si limita ad indicare, accanto al preventivo di spesa, alcuni potenziali introiti che sarebbero generati dalla nuova struttura e che, a dire dell’autorità comunale di Muralto, giustificherebbe l’investimento”. Ma “un esame di questi dati permette di rilevare che trattasi unicamente di ipotesi di affitto della struttura, senza però che le stesse siano suffragate da documenti comprovanti l’effettiva probabilità di detta locazione”. Insomma “informazioni assai generiche e per altro improntate alla prudenza non sono tali da fornire in maniera sufficientemente dettagliata quegli elementi necessari ai consiglieri comunali per operare con sufficiente cognizione di causa una valutazione sull’effettivo impatto finanziario per il Comune di Muralto sull’importante investimento”.

‘La variante doveva ancora essere ratificata’

C’è di seguito un’altra constatazione di non poco conto: quella secondo cui “il Consiglio comunale ha votato un credito importante per un’opera che, a quel momento, non trovava alcuna conferma a livello pianificatorio. Questo poiché è proprio soltanto nella seduta del 12 ottobre 2020 che l’organo legislativo comunale ha adottato la variante di Pr “Comparto Stazione”, “variante che per essere applicabile avrebbe comunque dovuto ottenere la ratifica cantonale”.

Da ultimo, viene rilevato che il messaggio sulla variante stessa avrebbe dovuto essere votato già il 14 settembre 2020 ma non lo era stato “poiché era stato ritirato dal Municipio all’inizio dei lavori consiliari senza alcuna particolare motivazione”. Poi era stato ripresentato il 12 ottobre, ma “così come allestito in precedenza, senza apportare alcuna modifica”, “mantenendo addirittura lo stesso numero del documento” e “senza sottoporlo nuovamente all’esame commissionale”. Cosa che a maggior ragione avrebbe dovuto avvenire “considerando gli avvicendamenti che si sarebbero effettuati in seno all’organo legislativo e di riflesso, almeno parzialmente, nelle varie commissioni”.

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