Locarnese

Discariche abusive, domande al governo

Interrogazione in merito a incuria e degrado dell’area. Situazione già denunciata in passato, ma nulla è cambiato

Immagine tratta dalla piattaforma ‘Medium’
18 ottobre 2021
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“Ancora discariche abusive nella zona di Riveo, in Vallemaggia?”, è il titolo dell’interrogazione indirizzata al Consiglio di Stato da Daria Lepori del Gruppo socialisti (e cofirmatari). L’atto parlamentare denuncia la situazione di degrado nelle zone di bosco protetto e in una golenale a Riveo (nel territorio del Comune di Cevio) dove “si continua a invadere e inquinare bosco e fiume” depositando “materiale inquinato”, frammentato o integro. La zona, si legge ancora, sarebbe anche usata come spazio di “lavorazione e come area di sosta per mezzi di vario genere”. Fra i materiali di scarto ci sono “asfalto, cemento, metalli vari, scarti di piante invasive, plastiche varie miscelate a materiale di scavo, cavi elettrici”.

Stando a Lepori “il deposito nella zona golenale sembra essere posto volontariamente a confine con il fiume in modo che durante le piene il materiale venga portato via (tra i ciottoli nell’acqua si vedono qua e là resti di ciò che è stato smaltito nella Maggia)”. Una condizione, scrivono, con “conseguenze negative sull’ambiente”, nonché un “mancato rispetto della legge e delle misure di salvaguardia del territorio”.

La situazione purtroppo non è nuova e l’avverbio temporale nel titolo sta lì a indicare che in passato lo stato di degrado dell’area fluviale presentava la stessa problematica. Già lo scorso anno, nel corso dell’estate, “le autorità si erano chinate sulla questione, ricevendo rassicurazioni sull’intenzione di sanare la situazione illegale entro poche settimane”. Ma, come testimoniato sulla piattaforma ‘medium’, “le due discariche abusive non sono state rimosse, anzi continuano a essere usate”.

Tracciate le condizioni e ripercorrendone gli antefatti, gli interroganti chiedono in primo luogo al legislativo cantonale se sia a conoscenza del problema (“anche in relazione alla realizzazione del Piano di quartiere Riveo-Visletto”). Se fosse il caso, se il “Cantone sia intervenuto presso il Comune di Cevio e in che modo? Se no, perché non lo ha fatto/non lo farà?”. Le domande quindi prendono respiro e gli autori chiedono come sia possibile “affrontare al meglio il problema della protezione dei fiumi, caratterizzato dall’accavallamento di competenze cantonali, comunali, patriziati e demaniali?”. Infine, ci si chiede se le sanzioni previste dalla legge siano effettivamente efficaci a combattere questo tipo di abuso e se non sia il caso d’inasprirle.

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