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Viabilità in tilt, ‘non abbiamo margine di riserva’

Paolo Caroni, presidente della Cit, sui disagi alla circolazione nel Locarnese: l’evoluzione del traffico e delle infrastrutture non viaggiano di pari passo

9 ottobre 2021
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Un autobus in panne nella galleria Mappo-Morettina; uno scoscendimento all’altezza della galleria di Moscia (Ascona). Sono, questi, soltanto due dei più recenti casi all’origine di maxi ingorghi sulle strade del distretto locarnese. Traffico in tilt su tutte le arterie, automobilisti spazientiti, ore di ritardo accumulate. Momenti difficili per tutti, roba da “bollino rosso”, come direbbero nella vicina Penisola. E i disagi si acuiscono ulteriormente quando scendono al Sud delle Alpi, con le proprie auto, i vacanzieri confederati.

Ma c’è un modo concreto di porre la parola fine a questa atavica situazione che scoraggia ed esaspera tutti? Esiste un piano di gestione delle emergenze da mettere in pratica non appena se ne presenta la necessità? Ne abbiamo parlato con Paolo Caroni, presidente della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese.

Iniziamo proprio da quanto accaduto giovedì pomeriggio. Un bus (nuovo di pacca) che si blocca, inspiegabilmente, all’interno della galleria. Apriti o cielo. Lei dov’era, Paolo Caroni?

In colonna come centinaia di automobilisti. Ho impiegato due ore per raggiungere Locarno da Bellinzona. La Mappo-Morettina è una componente essenziale della nostra viabilità regionale. Ne abbiamo avuto l’ulteriore conferma. Pochi mesi fa è arrivato sul tavolo della Cit (e di tutti i partner coinvolti, Corpi di polizia inclusi) il manuale contenente le misure di coordinamento da attuare in caso di emergenza viaria. In pratica esso contiene le direttive su come gestire simili eventi.

Di piani di gestione dell’emergenza, me lo lasci dire, si parla da decenni. Ma al lato pratico, siamo sempre ai piedi della scala...

Il documento in questione ha richiesto un lungo iter di allestimento. È stato avviato nel 2003, con l’incarico assegnato a suo tempo a un ingegnere specialista del traffico di allestire un piano d’azione. Nel tempo ha subito vari aggiornamenti.

Sono passati quasi vent’anni e ancora non se ne vedono i risultati, purtroppo...

Nel 2018 il Dipartimento del territorio ha sottoposto un riassunto dei contenuti alla Cit. Da parte nostra ne abbiamo condiviso i principi e abbiamo dato via libera alla stesura finale. A questo manuale hanno lavorato anche Ustra, la polizia e i vari uffici cantonali preposti. È frutto di un lavoro concordato. Da fine estate 2021, tutte le parti che hanno collaborato alla sua stesura sono in possesso di questo strumento con le istruzioni operative.

Ma il passaggio dalla teoria (carta) alla pratica quando avverrà?

In effetti, al lato pratico non è ancora stato attuato. A mio modo di vedere un aspetto importante riguarda la tempestiva informazione degli utenti. Oggi ancora carente. Si sta lavorando anche per migliorare questo problema e implementare la comunicazione, così da poter far fronte prontamente a eventuali criticità.

Significa che da ora in poi saremo al riparo da brutte sorprese quando, per un motivo o per l’altro, si renderà necessaria la chiusura di qualche strada di forte traffico?

A titolo personale le dico ciò che penso da anni: le nostre strade sono sempre state al limite. L’evoluzione del traffico e l’aggiornamento delle infrastrutture stradali non hanno mai viaggiato di pari passo. Non esiste, quindi, un margine di riserva. Se uno dei principali assi viari viene bloccato, poco si può fare. Non disponiamo di percorsi alternativi e le valvole di sfogo sono quel che sono. Ma c’è dell’altro: noi nel Locarnese siamo sfortunati perché disponiamo di un collegamento con il resto della Svizzera penalizzante. Mi riferisco al raccordo A2-A13, che andrebbe finalmente completato il più presto possibile. Gli operatori turistici e l’economia sono concordi: il traffico è il nemico da combattere. È dannoso per la promozione della nostra immagine e comporta perdite importanti per aziende e le imprese.

Parliamo di un’altra croce: i cantieri stradali.

Non possiamo permetterci, visto il contesto, che i lavori che interessano le grosse vie di comunicazione non vengano eseguiti di giorno e di notte, non stop. È indispensabile stringere i tempi per non perturbare il traffico diurno. Dobbiamo quindi aprire e chiudere i cantieri in fretta. Servono le necessarie deroghe affinché non si creino disagi e rallentamenti. Vanno inoltre assolutamente meglio pianificati, per evitare di trovarsi più cantieri nel giro di pochi chilometri. Anche se non è sempre facile coordinare i tanti operatori coinvolti, oltre agli uffici comunali, è essenziale garantire la fluidità del traffico. Vanno quindi resi meno impattanti con la viabilità.

In molti, soprattutto sui social, si chiedono come mai non vengano subito inviati, nelle zone ”calde” dal punto di vista degli intasamenti, degli agenti di polizia a dirigere il traffico.

È una domanda che non deve rivolgere al sottoscritto. Esula dalle mie competenze.

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