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Alta Vallemaggia: un Masterplan rilanciato e due grandi progetti

Con il coordinatore Timo Cadlolo il punto sulle iniziative per uno sviluppo sostenibile valorizzando il potenziale turistico, guardando alle aperture a nord e a ovest

Fusio, in attesa dell'apertura a nord
(Ti-Press)
6 ottobre 2021
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Certamente i due grandi progetti per l’apertura a nord (Lavizzara-Leventina) e a ovest (Bosco Gurin-Formazza), ma anche, e soprattutto prima, tutta una serie di iniziative puntuali sul territorio, promosse nell’ambito del Masterplan Alta Vallemaggia. È su questo duplice piano temporale e progettuale che si gioca il futuro della Valle. A proposito di Masterplan, la recente assemblea Ascovam – cui hanno partecipato delegati dei Comuni, dei Patriziati e delle associazioni locali – ha da una parte preso atto del consuntivo riguardante il primo triennio, e dall’altra confermato le linee guida per il quadriennio a venire (2022-26).

Coordinatore del Masterplan è Timo Cadlolo, che la “Regione” ha raggiunto per fare il punto sulla situazione. «In fase di consuntivo del primo Masterplan, a tre anni dalla partenza della fase operativa, ricordo che sono stati realizzati 24 progetti, per un investimento complessivo di 6,5 milioni di franchi. Ma già si guarda al rinnovo quadriennale. Attualmente stiamo scandagliando il territorio per raccogliere la progettualità e definire le priorità. Poi si valuterà quali progetti portare avanti e promuovere tramite strumenti come la Politica economica regionale, che sostiene iniziative in grado di creare valore aggiunto a livello locale, anche in relazione a nuovi posti di lavoro». L’invito, prosegue Cadlolo,«è aperto alle associazioni attive in valle, ai Patriziati e ai privati, cui chiediamo di farsi avanti entro fine mese, in maniera tale da poter poi capire quali sono le iniziative che meglio si inseriscono nel piano di sviluppo locale». Un dato significativo viene dalla collaborazione instaurata con altri coordinatori di Masterplan: «Con loro ci siamo interfacciati e abbiamo visto che alcune iniziative possono essere replicate in Vallemaggia. Una, molto interessante, è quella delle “aree verdi”, per la gestione dei flussi turistici».

Importante rilevare, secondo Cadlolo, che «il secondo quadriennio del Masterplan prosegue con la medesima visione, ovverosia promuovere lo sviluppo sostenibile dell’Alta Vallemaggia (il comprensorio dei 6 Comuni da Cevio in su) mediante una valorizzazione del potenziale turistico che faccia leva sul patrimonio paesaggistico locale, allo scopo di migliorare la qualità di vita della popolazione residente, stabilizzare l’evoluzione demografica e garantire la gestione del territorio». Parliamo dunque di «progetti strategici che esprimono e consolidano la vocazione turistica del territorio». Il motto, se vogliamo, è “il turismo quale strumento di sviluppo”.

Già sostenuti 24 progetti

In concreto, fra i 24 progetti sostenuti nel primo triennio ne abbiamo un paio importanti a Bosco. Uno è la slittovia “4 stagioni” promossa da Giovanni Frapolli (nella quale è stato investito un quarto circa dei 6,5 milioni di franchi); un altro è la valorizzazione del bosco sacro Bawald situato sopra il paese, con la creazione di un itinerario ben definito e supportato da materiale informativo. Dal lotto del primo triennio emerge molto altro. Cadlolo inizia ricordando «uno dei “progetti faro” del quadriennio, che è lo sviluppo della Via Alta Vallemaggia. Oltre a creare un itinerario che abbraccia l’intero Distretto e ha dei punti di contatto con le valli limitrofe Verzasca, Bedretto, Onsernone e Formazza, mette in rete le strutture ricettive, invitando a vivere esperienze di più giorni in valle, per un contatto più duraturo con il territorio». Da segnalare anche la ristrutturazione e la valorizzazione turistica della Cà Vegia a Cerentino – un progetto promosso da privati e sostenuto dall’Apav –, l’iniziativa promossa dall’Associazione ValMagìa (oggi presieduta da Brunella Ribeiro Ghizzardi, ricordando la figura della compianta prima presidente Gaby Minoggio), ma anche, a confermare l’occhio di riguardo verso le giovani generazioni, il supporto dato alla realizzazione della nuova stalla del giovane contadino di Cevio Matteo Ambrosini.

Collegamento alpino trasversale

Ma al netto di questa serie di progetti, e dei molti altri promossi e sostenuti nel recente passato e che lo saranno nel prossimo futuro, l’immaginario collettivo è orientato alla futuristica doppia apertura a nord e a ovest dell’Alta Vallemaggia, che determinerà un cambiamento delle condizioni quadro in cui operano gli attori economici della Valle. I due grandi progetti sul piatto sono da una parte il collegamento Lavizzara-Leventina e dall’altra il traforo Bosco-Formazza, che abbatterebbe da circa 170 km a 6 la distanza fra una località e l’altra. Partendo da quest’ultimo, venerdì 29 ottobre alle 18 si terrà alle Scuole medie di Cevio una serata di informazione pubblica promossa da Giovanni Frapolli. L’obiettivo: presentare il risultato dello studio sull’impatto economico commissionato dallo stesso Frapolli a Bak Economics. Stando a quanto affermato all’assemblea Ascovam dal presidente Michele Rotanzi, «le prime indicazioni emerse sono positive», il che potrebbe fornire un assist decisivo per una concretizzazione dell’anelata opera, con tutte le ricadute turistiche ed economiche immaginabili. Quanto all’altro collegamento, il Lavizzara-Leventina a nord, sono in corso approfondimenti. «Si tratta, in entrambi in casi, di progetti importantissimi, che vanno a coinvolgere gli attori dell’economia privata – considera Cadlolo –. Se c’è una caratteristica che penalizza la Vellemaggia, è proprio la sua chiusura. Qui si parla di una doppia apertura verso Piemonte, Lombardia e Vallese da una parte, e verso il mercato più tradizionale della Svizzera interna dall’altra. Si andrebbe a creare un asse di collegamento alpino trasversale».

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