Locarnese

Orselina, la Madonna del Sasso è apparsa in biblioteca

Per impegno e dedizione, è quasi un’operazione divina la catalogazione e la valorizzazione di oltre 12mila titoli del Convento, ora online nel Sbt

Una visione a 360° sulla biblioteca del Convento
(Ti-Press/D. Agosta)
29 settembre 2021
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Un lavoro certosino, instancabile, fatto di passione e precisione. Per ridare alla biblioteca del Convento della Madonna del Sasso di Orselina il lustro che merita. Parliamo di un fondo che conta ben 12mila 136 titoli (in 15mila 680 volumi) di cui 3’109 sono libri antichi (editi prima del 1801). Le “chicche” sono i 36 incunaboli e le 525 cinquecentine. Il tutto è finalmente inserito all’interno del catalogo online del sistema bibliotecario ticinese.

Il progetto di catalogazione e valorizzazione, appena concluso, è stato presentato questa mattina da Tiziana Zaninelli e Stefano Gilardi a nome dell’Associazione Pro Restauro Madonna del Sasso, unitamente a Luciana Pedroia e Laura Luraschi, che in prima persone si sono accollate l’onere della mastodontica operazione, coadiuvate secondo modalità e in tempi diversi da Jean-Claude Lechner, Roberto Garavaglia e Davide Dellamonica, nonché dai militi della Protezione civile della Città di Lugano, che in 19 tappe progressive hanno trasportato i volumi alla Biblioteca Salita dei Frati per catalogazione e conservazione.

La proposta di catalogazione della biblioteca del Convento era stata presentata nel 2013. Da allora ci hanno lavorato la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, i Cappuccini della Svizzera italiana (rappresentati da frate Agostino) e il comitato dell’Associazione Pro Restauro Madonna del Sasso, che ha garantito un imprescindibile sostegno finanziario.

«La biblioteca è dotata di due inventari settecenteschi, un catalogo in 18 fascicoli dattiloscritti risalenti agli anni Venti del Novecento e un catalogo su schede risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso – ha detto Laura Luraschi –: questi strumenti, seppur preziosi testimoni della storia del fondo librario, non sono più attuali ed era tempo che la biblioteca si dotasse di un moderno catalogo digitale realizzato secondo i più moderni parametri catalografici». Come previsto dal progetto, oltre ai dati relativi all’edizione sono stati rilevati tutti i dati di ogni singolo esemplare (note di possesso o provenienza, timbri, informazioni dedotte dalle legature e dalle antiche segnature di collocazione). «Si tratta di informazioni di grande importanza poiché permettono di ricostruire la storia della formazione della biblioteca identificando i maggiori fondi librari che la compongono: la biblioteca dei Cappuccini di San Rocco di Locarno e quelle francescane di San Francesco di Locarno e della Madonna del Sasso, oltre ad una costellazione di altre provenienze religiose o meno», ha notato Luraschi.

A spasso nei secoli

È affascinante il dato secondo cui i libri più antichi sono stati in movimento per molti secoli, prima di trovare collocazione al Santuario. Una delle particolarità della raccolta risiede nel recupero avvenuto alla fine dell’Ottocento di molti volumi: i frati cappuccini che allora abitavano il convento chiesero la restituzione della maggior parte di quanto era andato disperso a metà Ottocento in concomitanza con la secolarizzazione e la soppressione di diversi conventi locarnesi. Tra Locarno e Orselina gli antichi conventi dei minori conventuali di San Francesco e della Madonna del Sasso, come pure il convento cappuccino locarnese di San Rocco, furono chiusi per decisione governativa e i libri, per la maggior parte, furono incamerati dallo Stato per formare i nuclei delle prime biblioteche cantonali e scolastiche. Solo successivamente i Cappuccini di San Rocco, che non poterono essere espulsi dal territorio e che furono trasferiti da Locarno al Santuario di Orselina poterono recuperare non solo alcuni dei volumi di loro proprietà che da San Rocco erano stati trasferiti alla Scuola tecnica, ma anche i volumi, almeno quelli di argomento religioso, che erano appartenuti ai Conventuali, che invece avevano subito un destino ben più amaro, essendo stati espulsi dal Cantone e costretti a rientrare perlopiù in Lombardia e Piemonte.

Grazie alla catalogazione orientata all’esemplare, oggi possiamo sapere con precisione non solo quanti, ma anche quali volumi sono appartenuti ai diversi conventi soppressi: al Convento di San Rocco sono da ricondurre almeno 1’390 titoli, al Convento di San Francesco 261, mentre al Convento dei minori della Madonna del Sasso 475.

Poi ci sono i possessori privati. Fra essi, spiccano personalità locali come il canonico Giacomo Stoffio, autore della prima guida del Santuario edita nel 1625 (la biblioteca conserva un raro esemplare della seconda edizione datata 1677); numerosi esponenti della famiglia Nessi (tra cui l’avvocato Gian Gaspare Nessi) e e della famiglia Orelli, come il medico Gian Pietro Orelli Barnaba, autore di un’opera medica edita nel 1711.

Accanto alla catalogazione non è mancata la valorizzazione del fondo librario, realizzata oltre che attraverso alcune pubblicazioni riguardanti il progetto di catalogazione e alcune rarità bibliografiche e attraverso l’esposizione in mostre di alcuni volumi, soprattutto con la partecipazione a progetti nazionali e internazionali.

I “magnifici 7” in e-rara

Sette volumi della biblioteca sono stati selezionati e digitalizzati per la piattaforma nazionale di edizioni rare svizzere denominata e-rara, si tratta di quattro edizioni ticinesi del Settecento, due opere di poesia italiana del Seicento e, in ultimo, una raccolta composita contenente 7 testi rari, tra cui un incunabolo che rappresenta l’unico esemplare conosciuto al mondo di un’edizione finora ignota dell’editore Plannck di Roma (Mirabilia urbis Romae, ca. 1495).

Il progetto più recente riguarda i frammenti manoscritti medievali riutilizzati nelle legature: un fenomeno abbastanza frequente tra le edizioni più antiche della biblioteca. Durante la catalogazione, sono stati censiti almeno 150 volumi (perlopiù edizioni quattrocentesche e cinquecentesche), contenenti frammenti. Questi sono ora oggetto di un progetto, a cura del Centro di competenza per il libro antico della Biblioteca Salita dei Frati, che proseguirà nei prossimi anni.

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