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Bandiere arcobaleno, c'è vento solo a Locarno e ad Arogno

Sono gli unici due Comuni ticinesi ad aver accettato di esporre il simbolo multicolore della comunità LGBT+ in vista del voto sul matrimonio per tutti

Palazzo Marcacci con una bandiera (multicolore) in più
6 settembre 2021
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Due su 108. Percentualmente parlando, l'1,85%. Dentro la striminzita fetta di questa ipotetica torta troviamo due Comuni lontani geograficamente ma molto vicini per sensibilità: Locarno e Arogno. Ad oggi, sono gli unici in Ticino ad aver accolto l’invito della campagna “matrimonio per tutt*” a esporre la bandiera arcobaleno all’esterno delle rispettive case comunali. Tutti gli altri o non hanno risposto (circa la metà del totale), o lo hanno fatto negativamente. Nella maggioranza dei casi giustificandosi, anche comprensibilmente, con la volontà di non voler esprimere un parere politico su un tema federale sul quale la popolazione sarà chiamata a esprimersi il 26 settembre prossimo.

L’“endorsement” di Locarno, così come quello di Arogno, è quindi paradossalmente da considerare un atto coraggioso, che va oltre le competenze comunali per andare ad abbracciare questioni di principio. Nel caso specifico, come spiega alla “Regione” il sindaco di Locarno, Alain Scherrer, la Città ha deciso di schierarsi per «incoraggiare chi in tutti questi anni si è battuto e continua a battersi contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale delle persone». Il principio dell’uguaglianza, sottolinea Scherrer, «non è solo un tassello fondamentale per la nostra civiltà, ma costituisce pure un impegno inarrestabile per le istituzioni e per ciascuno di noi. Facilitare il pieno sviluppo della personalità umana è un’incombenza primaria, dalla quale deriva la qualità dell’esistenza civile e della stessa democrazia».

L’auspicio che dai Comuni emergessero (più) voci favorevoli al matrimonio per tutti era stato rivolto a fine giugno dalla coordinatrice della campagna, Lisa Boscolo, che aveva inviato a tutte le 108 Cancellerie una stringata comunicazione che ricordava la votazione di settembre riguardante l’estensione del matrimonio civile per tutte le coppie. Un passo, questo, considerato “un’opportunità storica per votare a favore dell’uguaglianza, verso una vera protezione legale per le famiglie, i figli e le figlie e infine per l’accettazione di tutte le persone della comunità LGBT+”. Secondo la coordinatrice “il sostegno anche simbolico di tutte le persone e autorità è importante. A livello comunale in alcune realtà svizzere alcune città hanno deciso di appendere la bandiera arcobaleno per il mese di settembre lanciando un segnale di solidarietà e sostegno al matrimonio per tutte e tutti”. Rivolgendosi ai Municipi ticinesi veniva pertanto chiesto di “seguire l’esempio dei Comuni di Losanna e Ginevra, e di tanti altri, appendendo la bandiera arcobaleno fuori dalle case comunali o palazzi civici”.

Il sostegno simbolico di Locarno è giunto dopo una discussione in Municipio. Considerando le possibili implicazioni di una presa di posizione favorevole al matrimonio per tutti, il tema è stato affrontato con particolare attenzione. La decisione di esporre la bandiera è infine giunta senza la necessità di procedere con il voto. Ad Arogno le cose non sono andate molto diversamente, anche se il sindaco, Emanuele Stauffer, sorride (forse un po’ amaro) riflettendo sul fatto che «a me sembrava una cosa assolutamente scontata, giusta, doverosa. Dopo aver ricevuto l’invito da parte della coordinazione della campagna, ho portato la cosa in Municipio e i colleghi non ci hanno messo molto a decidere di procedere con l’esposizione della bandiera». Sul sito del Comune è apparsa anche una “spiegazione” del gesto dell’esecutivo: “Con questa iniziativa si intende sottolineare l’importanza dell’apertura, così come la necessità di avere una legislazione al passo con i tempi e che cancelli evidenti disparità di trattamento. Scelte di vita private e familiari devono avvenire liberamente, in modo che nessuno ne risulti svantaggiato”. La bandiera che dal 1° settembre garrisce alla brezza arognese “vuole sottolineare che il nostro paese crede in valori universali, non condizionati da ideologie varie, e in una società pronta ad accogliere tutti e in ogni momento. Le discriminazioni di ogni genere indeboliscono una società, la dividono e la impoveriscono”. E infine: “Con il matrimonio per tutti la Svizzera compirà un passo importante in direzione di una maggiore uguaglianza; la bandiera arcobaleno intende sottolineare l’importanza di questa riforma e l’opportunità di dare un segnale forte a favore di chi, oggi, si sente ingiustamente discriminato”.

Lisa Boscolo, coordinatrice della campagna “matrimonio per tutt*” - Ticino, si ritrova dunque con una percentuale di successo decisamente infima, ma tiene a relativizzarne la portata: «La campagna è stata condotta anche in Svizzera francese (meno in quella tedesca) e la risposta è stata identica. Il discorso riguarda anche i Cantoni, che difficilmente scelgono di esprimersi su temi di politica federale. Comunque, Vaud e Ginevra ci appoggiano, così come alcuni Comuni in questi due Cantoni e in Vallese. Non interpreto i “no” come dinieghi alla campagna, ma piuttosto come scelte di principio. Locarno e Arogno l'hanno evidentemente vista più lunga, cogliendo il senso di mostrare simbolicamente il sostegno a una società più egualitaria. Io non ho più sollecitato nessuno. Spero comunque che Locarno e Arogno facciano scuola».

Aldo Baronio: “Mancanza di rispetto verso i cittadini”

Non la pensa così Aldo Baronio, ex municipale ed ex giudice di pace a Locarno, che in una lettera aperta indirizzata al Municipio si dice “sconcertato nel vedere che a Palazzo Marcacci viene esposta una bandiera di propaganda alla votazione del 26 settembre”. Indipendentemente dalla sua opinione personale sul tema, Baronio ritiene la scelta “inaccettabile” poiché così si mancherebbe di rispetto ai cittadini: “È inammissibile che al fianco dei vessilli della Città e del Cantone venga esposto un drappo a sostegno di un referendum”. E ne chiede la rimozione.

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